Mentre la Regular Season volge verso la prima metà, ecco alcune considerazioni su quali riteniamo i giocatori che hanno fatto più e meno progressi fino ad ora.
Dopo essere quasi arrivati al primo giro di boa stagionale, fra Health&Safety Protocols e firme di riparazione, si presenta più semplice escludere che includere nomi nei vari rami delle gerarchie NBA.
Nonostante questo, ci sono varie eccezioni, sia positive, sia negative. Se per premi individuali, come il Most Improved Player (MIP), è ancora presto per tirare le somme, si può comunque iniziare a tracciare un identikit dei candidati – e, viceversa, di quelli peggiorati (anti-MIP).
Si tenterà di tracciare un profilo di MIP e anti-MIP in base a questo inizio di stagione, basandosi, come punto di partenza, sulle quote dei bookmakers, setacciandole poi ulteriormente con un’analisi critica più approfondita.
Una premessa importante è che dalla lista saranno esclusi i giocatori al secondo anno, i quali possano pur aver compiuto progressi strabilianti o vistosi peggioramenti, ma con un sample troppo ridotto per poter valutare.
Dopo aver fornito queste informazioni preliminari, ecco i nomi dei giocatori “più peggiorati” di questo 2021/22.
Potete trovare la parte 1, con i giocatori più migliorati di inizio stagione, cliccando QUI.
Damian Lillard e i Portland Trail Blazers
Dopo l’ennesima post-season anonima, i rumors che vedevano Damian Lillard lontano dall’Oregon erano sempre più numerosi e insistenti. Nonostante una serie infinita di rumors e di fanta-trade gravitanti attorno al suo nome, la star dei Trail Blazers non sembra al momento intenzionata a lasciare quella che è ancora la sua città.
Se ci si poteva aspettare che a mettere a tacere ogni speculazione arrivasse un inizio di stagione scoppiettante per il prodotto di Weber State, pronto nuovamente a trascinare i suoi per l’ennesima volta, la realtà ha dato risultati differenti:
eFG% | 48.6 |
FG% | 40.2 |
3P% | 32.4 |
TS% | 55.0 |
Cos’hanno in comune queste statistiche del 2021/22? Sono tutti career-low, o quasi, per Damian Lillard. Un inizio di stagione decisamente sotto le aspettative, dove sta faticando al tiro e in difesa. Sono molteplici i motivi che si possono celare dietro questo periodo nero di Dame.
Le Olimpiadi quest’estate hanno accorciato la sua offseason, allungando notevolmente la sua stagione e dandogli meno tempo per riposare e ripresentarsi in forma ad inizio training camp. Durante i giochi di Tokyo, inoltre, ha anche iniziato ad avere dolori agli addominali che hanno influenzato le sue prestazioni con team USA, gli stessi dolori che continuano a tormentarlo ancora adesso.
La mancanza di motivazioni e la frustrazione per l’ennesima stagione nel limbo dei suoi Blazers può sicuramente influenzare l’impegno e la concentrazione che Lillard che sta mettendo in campo, ma non lo esula da essere considerato un anti-MIP.
Il resto della squadra
Se Lillard sta faticando, gli altri compagni non stanno sicuramente brillando per supportare la loro stella. Il cambio di allenatore non ha invertito il trend degli ultimi anni che vedeva Portland come una delle difese peggiori di tutta la lega.
Nelle ultime 5 posizioni per percentuale concessa agli avversari sia dal mid-range, sia da 3 punti, sono la peggior squadra della lega per eFG% concessa agli avversari. I continui rumors sui possibili scambi di Lillard e McCollum (che ha avuto problemi seri a polmone destro) sono aumentati dal licenziamento del GM Neil Olshey, e questo non può che peggiorare ancora di più la situazione all’interno dello spogliatoio.
Come può Portland tornare in corsa per un posto sicuro ai Playoffs? Tanto passerà dalle mani di Damian Lillard e CJ McCollum, una volta ripresi, ma servirà l’apporto di tutti gli altri, specialmente di Robert Covington, un tempo uno dei migliori 3&D della lega e che ora sembra subire molto la disorganizzazione generale che accompagna la squadra di Billups da inizio stagione.
Uno step importante lo sta compiendo Anfernee Simons, che senza la coppia titolare nel back court sta mantenendo 27.8 punti di media, con il 51.1% dal campo e un surreale 44.6% su 11.2 tentativi da fuori. Vediamo se sarà solo un fuoco di paglia, o se i Trail Blazers, e Damian Lillard, risolleveranno la soluzione.