I Los Angeles Lakers ed Anthony Davis

Dopo l’eliminazione al primo turno degli scorsi Playoffs, i Lakers hanno avuto un’estate piena di cambi a roster, uno su tutti l’arrivo di Russell Westbrook. L’incomprensibile offseason di LA ha visto inoltre le partenze di KCP, Schroder e Caruso, che non sono stati sostituiti con giocatori del loro livello e, soprattutto, con caratteristiche simili alle loro.

Questo stravolgimento del roster non sta portando i risultati sperati. La squadra di Lebron e Anthony Davis sta faticando a causa dell’assenza della sua stella ma anche di importanti comprimari come Nunn e Ariza, oltre agli evidenti problemi di sistema.


La mancanza di tiratori affidabili e di spacing sta rendendo difficile questo inizio stagione dei Lakers, l’area troppo intasata rende la vita difficile a Davis e a LeBron. Il nuovo infortunio di AD, subito tre settimane fa, lo terrà fuori almeno fino a settimana prossima. In questo periodo in cui ne sono rimasti orfani, i Lakers hanno avuto uno dei calendari più difficili dell’intera lega, oltre ad incorrere nei problemi di COVID che stanno affiggendo un po’ tutta l’NBA e che hanno costretto coach Vogel (dopo il suo contagio, David Fizdale) a schierare quintetti inefficienti e a dare troppi minuti a determinati giocatori.

Il risultato è che sono sì una delle migliori difese della lega per quanto riguarda il mid-range e i 3 punti ma, nonostante la presenza di uno dei migliori rim protector della lega, sono al 19° posto per percentuali concesse al ferro, causato probabilmente dalla mancanza di grandi difensori Point-of-Attack e dai problemi nelle rotazioni difensive.

Con tutte queste problematiche, James, ormai prossimo ai 37 anni, sta facendo gli straordinari per mantenere a galla i Lakers e non farli sprofondare nella combattuta Western Conference, adattandosi anche alla posizione di “5” con particolare efficienza. Questo è un altro campanello d’allarme che suona nello spogliatoio gialloviola, dal momento che LeBron non può continuare a giocare così tanto, avendo una Usage% così alta, in ottica Playoffs. Per ora, comunque, il rendimento individuale gli dà ragione.

AD, l’eterno secondo

Se durante la bolla di Orlando era sorto il dubbio su chi fosse il primo violino di questa squadra, la stagione 2021-22 sta rispondendo a gran voce. Quest’anno AD era chiamato a trascinare i Lakers per far riposare James in vista dei Playoffs, ma il front office di LA ha costruito una squadra poco congeniale alle caratteristiche di Davis. Non essendo in grado di creare per gli altri e per sé stesso, ha bisogno di essere servito vicino al ferro con un creator che crei spazio intorno a lui, sfruttando anche lo spacing di terzi.

Purtroppo nella prima parte di stagione i creator principali sono stati piuttosto mediocri e non hanno messo sempre Davis in condizione di ricevere nelle giuste condizioni. D’altro canto, lui sta prendendo troppi tiri dal mid-range senza avere gli stessi risultati dei Playoffs 2020, dove sfiorò il 50%.

ShotFrequencyAccuracy
Rim42° percentile80° percentile
Mid-range 90° percentile 62° percentile
3 Point36° percentile4° percentile
Stats: Cleaning the Glass

I dati di quest’anno sono abbastanza esplicativi. Quando AD riesce a ricevere e a tirare nei pressi del ferro è praticamente inarrestabile, fra i leader della lega per punti nel pitturato.

La difesa è la parte che più giustifica la sua presenza fra gli anti-MIP. Sta infatti vivendo una delle peggiori stagioni in carriera, e i problemi fisici e difensivi generali dei Lakers lo stanno di certo condizionando, ma la squadra di Vogel ha bisogno che lui ritorni a difendere come un tempo, altrimenti le già poche speranze di poter competere per il titolo saranno rappresentate dal solo LeBron James, con il forte rischio di non bastare contro corazzate come Warriors, Suns, Nets e Bucks.