Jayson Tatum e i Boston Celtics

Dopo una stagione travagliata come quella dello scorso anno ci si aspettava un inizio di Regular Season ben diverso da parte di Jayson Tatum e di Boston. Per l’ex-Duke qualcuno pronosticava addirittura una stagione da MVP caliber, in cui avrebbe riportato i Celtics ai piani alti della lega con l’obiettivo di lottare per un posto alle Eastern Conference Finals insieme a Bucks, Heat e Nets. Per ora, l’unico premio per cui è in corsa è quello di anti-MIP.

Tatum ha risposto con la peggior stagione in carriera per eFG%, punti per tentativo e True Shooting%, mostrando degli evidenti problemi nella shot selection e nel decision making. Si accontenta spesso del jumper dal mid-range senza attaccare il ferro, nonostante le sue percentuali. Questo suo attaccare poco da distanza ravvicinata lo porta a tirare pochi liberi, fattore negativo per lui e la squadra.


Shooting splitsFGAFG%
3PT8.432.7%
2PT12.847.5%
FT6.184.0%
Stats: Basketball-Reference
Tutte le cifre che riguardano gli attempt per game sono career-high; tutte le percentuali invece sono career-low.

La sua pessima shot selection ha degli effetti negativi anche sulla sua visione di gioco. Perde troppi palloni, e le azioni dei Celtics spesso finiscono con un suo tiro o uno di Jaylen Brown, rendendo il gameplan di Boston prevedibile e facilmente arginabile per gli avversari.

Anche in difesa Tatum non sta brillando, faticando molto quando cambia contro i centri, mentre non sembra soffrire sui cambi con le guardie, dove la sua maggior fisicità lo aiuta a contrastare con maggior efficacia i tiri.

MatchupsPTSFG%
Forwards19844.4
Guards25840.7
Centers4063.6
Stats: NBA.com

Gli altri problemi dei Celtics

I problemi di questa squadra erano evidenti: manca un creator principale che togliesse in alcuni momenti della partita la palla dalle mani di Tatum e Brown e che creasse per la squadra; mancano giocatori con punti nelle mani che, dalla panchina, siano in grado di svoltare le partite, e mosse come lo scambio di Kemba Walker e la firma di Dennis Schroder dovevano risolvere, almeno in parte, il secondo problema. Gli infortuni però non stanno aiutando la squadra di coach Ime Udoka, costretto a schierare in quintetto il tedesco ex-Lakers, viste le numerose assenze dei titolari che si sono susseguite durante tutta la stagione.

Ad aumentare i problemi del team del Massachusetts è la totale assenza di creation o di uno stile di gioco efficace. Le azioni di Boston alternano isolamenti di Tatum ad isolamenti di Brown i quali, nel migliore dei casi, scaricheranno la palla a qualche compagno in angolo dopo che la squadra sarà collassata su uno dei due. I Celtics in generale vivono troppo di isolamenti, che sono parte di un ampio 9.1% del gioco di squadra, quarti nella lega e con un’efficienza non d’élite (69° percentile).

Questo stile di gioco si sta rivelando poco efficace e molto prevedibile, soprattutto in questa stagione in cui Brown sta saltando molte partite. Tutto ciò ha portato anche a tensioni interne, con Marcus Smart che si è lamentato di questa prevedibilità ad inizio stagione.

Cosa manca quindi a questa squadra? In primis, sicuramente, continuità, dato che gli infortuni stanno rendendo questa stagione di Boston difficile e visto che non riescono a giocare molte partite di fila insieme. In seconda istanza, un playmaker che sia in grado di fare da metronomo, gestire i ritmi dell’attacco e che possa togliere un po’ di responsabilità dai due J’s.

Infine un lungo che garantisca solidità dalla panchina, per quando servirà far rifiatare Williams o anche solo in caso di problemi di falli, con Kanter che si è dimostrato nello storico della sua carriera inadatto a questo ruolo e Al Horford che inizierà a sentire il peso degli anni.