L’evoluzione del giocatore-franchigia di OKC che sta attirando sempre più attenzioni su di sé

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La carriera di Shai Gilgeous-Alexander, per quanto breve al momento, si è sempre sviluppata al di fuori della luce dei riflettori: prima la chiama al Draft all’undicesima scelta assoluta da parte degli Charlotte Hornets, poi la trade che lo ha portato ai Clippers il giorno stesso e una prima annata nella quale mostra lampi di talento seppur in un ruolo non di primissimo rilievo.

Dopodiché, la richiesta di scambio di Paul George, al tempo giocatore dei Thunder, che vede SGA come contropartita diretta verso l’Oklahoma (insieme a svariate scelte future al Draft), squadra in cui disputa una seconda stagione tra i professionisti chiusa da miglior realizzatore della squadra, pur sempre in secondo piano rispetto al leader di quella OKC: Chris Paul.

Infine, la svolta definitiva del progetto di ricostruzione della squadra di Sam Presti, che segna il passaggio di testimone all’ex giocatore di Kentucky e, da quel momento, la sua crescita costante e continua: si arriva così a quel che oggi rappresenta la pietra miliare di un core che cerca di costruire, nonostante tutte le difficoltà che l’etichetta di “small market” si trascini con sé, una squadra per il futuro.


Oggi Shai è un giocatore da più di 30 punti a partita che punta a concludere la stagione nel 50-40-90 club (riservato a chi ha una percentuale del 50% o maggiore dal campo, 40% o più da 3 punti e 90% o oltre dalla lunetta), a cui aggiunge numeri difensivi ben oltre i suoi standard passati – e genericamente oltre quelli delle superstar NBA, perlomeno per quanto riguarda la stagione regolare – e una leadership notevole per un giocatore di soli 24 anni.

I miglioramenti rispetto alla passata stagione

Per guadagnarsi questo status di giocatore particolarmente attenzionato, Gilgeous-Alexander ha compiuto un notevole salto in avanti su molti fronti in questa stagione, tra i quali:

  • La separazione che riesce a creare dal palleggio, aspetto che gli permette di prendere tiri aperti, grazie ai quali è riuscito a far diventare le alte percentuali il suo marchio di fabbrica. La porzione di campo prediletta per questo genere di fondamentale è la media distanza, zona nella quale Shai prende la metà esatta dei suoi tiri (dato che lo inserisce nel 97esimo percentile tra i tiratori nel mid-range del suo ruolo).
  • L’abilità nel guadagnarsi tiri liberi, necessaria per i giocatori dall’alto usage: in questa stagione, infatti, il 15.5% dei tiri tentati dal giocatore di OKC è soggetto a falli da parte della difesa avversaria, dato che lo classifica nel 91esimo percentile tra le guardie in questa categoria, statistica alla quale va aggiunta la percentuale di realizzazione dalla lunetta del 90.8%.
  • Il netto miglioramento nella metà campo difensiva, dove sono molte meno le volte in cui SGA non riesce a tenere il primo passo del suo avversario rispetto all’anno scorso. Una volta migliorata la rapidità di piedi è diventato molto più facile difendere per un giocatore con la sua lunghezza delle braccia: la stella di OKC infatti stoppa l’1.9% dei tiri difesi, miglior dato di tutta la lega tra i pari ruolo, e ottiene una palla rubata nel 2.1% dei possessi avversari (71esimo percentile).

Gli aspetti positivi rimasti intatti

Ci sono poi numerosi aspetti in cui l’ex giocatore dei Wildcats dimostra la propria efficacia da diverso tempo, tra cui:

  • L’attacco al ferro, specialità in cui primeggia rispetto a tutto il resto della lega dalla stagione 2020/21: quest’anno sta registrando il suo secondo miglior dato in carriera con 25 penetrazioni a partita. Inoltre, il 38% dei suoi tiri avviene nei pressi del ferro, statistica che lo colloca nell’85esimo percentile tra le guardie.
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  • L’abilità di attaccare i mismatch in 1-contro-1, spesso dopo aver forzato un cambio su un pick&roll ai danni della difesa avversaria. Sono infatti tanti gli isolamenti derivanti da questo tipo di situazioni (più precisamente il 22.1% dei possessi totali di SGA, quarto in tutta la lega per frequenza), situazioni nelle quali riesce a sfruttare al meglio i cambi di velocità.
  • La freddezza nel clutch time, nonostante la giovane età, testimoniata dalle stats: Shai Gilgeous-Alexander è il 18esimo miglior realizzatore e 17esimo miglior passatore della NBA in quello che viene definito clutch time – quando lo scarto fra una squadra e la sua avversaria è di 5 o meno punti e ci sono 5 o meno minuti sul cronometro.

Quale futuro per Shai e per i Thunder?

Viste le recenti prestazioni, e la conseguente maggior attenzione da parte dei media, si è parlato anche di SGA in contesti di scambi, soprattutto per quanto riguarda Raptors e Knicks. Riguardo a questa ipotesi ci sono alcune considerazioni da fare: la prima è rappresentata dal fatto che un anno e mezzo fa il giocatore ha deciso di firmare un quinquiennale con la squadra di coach Daigneault in pieno progetto di ricostruzione. Quest’ultimo sembra essere destinato a dare i propri frutti a partire dalla prossima stagione e può dirsi in linea con l’età e lo sviluppo della propria stella; inoltre, Gilgeous-Alexander stesso non ha mai fatto trasparire alcun segnale di insoddisfazione, anzi, spesso ha ribadito la fiducia in Sam Presti e nella sua squadra.

Analizzando la situazione da un punto di vista ancora più concreto, a livello di contropartite effettive i Raptors sarebbero disposti ad offrire – secondo quanto riportato da alcune fonti – OG Anunoby, Gary Trent jr., Malachi Flynn e 2 swap sulle scelte al primo giro del 2023 e 2025 in un eventuale scambio per SGA, dando per scontato che difficilmente vedremo Masai Ujiri mettere Scottie Barnes sul piatto delle trattative, giocatore senza il quale Sam Presti difficilmente sarà disposto a trovare un compromesso.

I primi due giocatori proposti sarebbero due ottimi tasselli per qualsiasi squadra, ma sicuramente non in grado di colmare il vuoto lasciato da un’eventuale partenza di SGA, mentre Flynn non ha ancora avuto realmente modo di far vedere di meritare un posto in rotazione in una squadra NBA. Infine, i due swap, a fronte ad una disparità di talento a roster sbilanciata verso Toronto, avrebbero un valore tendente al nullo.

La controparte dello scambio che, invece, potrebbero offrire i Knicks, riguarda giocatori come Cam Reddish, Miles McBride, Evan Fournier, Obi Toppin, tutti dall’indiscutibile talento ma dal fit con la squadra dell’Oklahoma particolarmente curioso (oltre che essere anch’essi giocatori non in grado di colmare il vuoto lasciato da un giocatore che sta performando ad un livello da All-NBA Team). Insieme a questi, alcune scelte future al primo giro, di cui comunque il GM dei Thunder è già ben provvisto e, di conseguenza, non sembra aver bisogno di scambiare il proprio giocatore-franchigia per ottenerne altre. Anzi, al contrario, potrebbe non tardare il momento in cui molte di queste scelte verranno cedute in blocco per aggiungere talento alla squadra, dal momento che i posti a roster si stanno cementificando, con i giocatori validi e le scelte che continuano ad abbondare.

Sembrerebbe dunque destinata a durare la permanenza di Shai Gilgeous-Alexander nell’Oklahoma, dove i tifosi di OKC potrebbero assistere alle prodezze del giovane cresciuto sotto i loro occhi ancora per svariati anni, con la speranza che la sua permanenza possa togliere ancora molte soddisfazioni