La guardia 35enne è tornata ai Miami Heat con un 10-day contract, nell’ondata di giocatori ritornati in NBA per via delle difficoltà causate dal Covid.

Questo contenuto è tratto da un articolo di Marc J. Spears per The Undefeated, tradotto in italiano da Yuri Pietro Tacconi per Around the Game.


Mario Chalmers è seduto sulla panchina degli ospiti al Chase Center, intento a vivere il momento, un’ora prima della palla a due. Il veterano sa che potrebbe finire tutto in meno di 10 giorni, ma dal sorriso sulla sua faccia sembra che si stia semplicemente godendo ogni singolo secondo del suo imprevedibile ritorno, più che preoccuparsi di quando potrebbe finire tutto.


“La cosa più bella è essere tornato, semplicemente”, ha detto Chalmers a The Undefeated prima della sconfitta dei Miami Heat contro i Warriors. “Dopo tutto quello che ho passato, è incredibile: l’infortunio al tendine d’Achille, giocare Oltreoceano per un paio d’anni in un basket totalmente diverso. Sono contento di essere di nuovo dove ho iniziato, di essere di nuovo a casa.”

Più di 100 giocatori hanno firmato 10-day contracts graze alla nuova hardship exception implementata dalla NBA per combattere l’impossibilità delle squadre di schierare molti giocatori a causa della diffusione della variante Omicron di Covid-19. La gara degli Heat contro gli Spurs del 29 dicembre 2021, ad esempio, è stata rinviata perché gli Heat non erano in grado di schierare 8 giocatori.

E così, Chalmers ha firmato un 10-day contract il 31 dicembre.

Chalmers stava cercando di tornare in NBA dal 2018. Ha giocato in Italia, Grecia, Puerto Rico, nella Big3 e di recente in G League. Per gli Heat, firmare Chalmers aveva senso per la sua familiarità con la franchigia, dove ha giocato tanti anni. Ha tenuto medie di 8.8 punti, 3.8 assist e 1.5 palle rubate dal 2008 al 2015, vincendo due titoli come point guard titolare.

“Ha avuto un ruolo non trascurabile per i banner appesi là in cima”, ha detto il coach degli Heat, Erik Spoelstra. “Siamo stati insieme sin dall’inizio della sua carriera. Abbiamo fatto un sacco di lavoro quell’estate con Rio e con il nostro staff, preparandolo per essere affidabile in quelle corse al titolo. È stato bellissimo vedere la sua crescita e il suo progresso come professionista e come essere umano.”

Chalmers, invece, ha detto: “Spero di aver lasciato il ricordo di un giocatore vincente, che entrava in campo ed era disposto a dare il mille per mille in ogni momento; qualcuno che aiutava a vincere titoli, che non si tirava indietro davanti a nessuno. Credo di aver saputo essere all’altezza del momento.”

FOTO: NBA.com

L’avventura di Chalmers con gli Heat è finita il 10 novembre 2015, quando fu scambiato ai Grizzlies. Il 10 marzo sucessivo, però, la sua stagione con Memphis fu brutalmente interrotta, mettendo la sua carriera in pericolo, quando si ruppe il tendine d’Achille destro contro i Celtics.

Mario perse l’intera stagione 2016/17 e giocò qualche minuto in quella 2017/18, tenendo medie di 7.7 punti e 3.7 assist per Memphis in 66 gare.

La totale mancanza di interesse nei suoi confronti da parte delle squadre NBA ebbe un duro impatto mentalmente su Chalmers: “Non voglio mentire, ho avuto un periodo in depressione. Sin da quando ero un bambino, ho sempre avuto la pallacanestro. Non poter giocare, non ricevere nessuna chiamata, sapere che non mi voleva nessuno, è stata davvero dura.”

Chalmers è ritornato in campo in Italia con la Virtus Bologna dopo aver firmato un contratto per la seconda parte della stagione a marzo 2019. Essere in campo e sentire l’amore dei fan europei gli “ha scaldato il cuore”, ma Chalmer voleva giocare in NBA.

Seguirono periodi nella Big 3, con l’AEK Atene e l’Aris Salonicco in Grecia, poi con gli Indios de Mayaguez in Puerto Rico tra il 2019 e il 2021. Se girare il mondo “è stata una grande esperienza” per Chalmers, giocare fuori dagli Stati Uniti non era il suo obiettivo. “Giocare Oltreoceano mi ha reso più umile. Davvero, è tutto un altro sport, completamente diverso. Ero stanco di giocare lontano da casa, di non ricevere i miei soldi o non essere pagato secondo le scadenze.”

Chalmers ha deciso quindi di inserire il suo nome nel pool di free agent della G League, sperando di unirsi a una squadra per lo Winter Showcase organizzato da AT&T a Las Vegas dal 19 al 22 dicembre 2021. I Grand Rapids Gold, affiliati ai Denver Nuggets, lo hanno firmato il 18 dicembre. Dopo due gare, però, è stato tagliato alla vigilia di Natale.

L’assistente general manager degli Heat, Adam Simon, era tra gli spettatori in quelle due gare e ha visto giocare Chalmers.

Penso che lo Showcase mi abbia aiutato per questo”, ha detto Chalmers. “Ho giocato un paio di volte in estate con Miami nella palestra secondaria, mi avevano già visto diverse volte, ma penso che lo Showcase li abbia portati ad avere una visione più ampia sulle mie condizioni. Hanno visto il lavoro che ho fatto, che sono in forma e che posso giocare.”

FOTO: Big3

Il 30 dicembre, Chalmers era a Vance County, in North Carolina, per il funerale di sua zia. Nella mattinata, gli Heat hanno portato una buona notizia: hanno chiamato suo padre, Ronnie, che è anche il suo agente, per dirgli che volevano firmare suo figlio con un 10-day contract.

“La chiamata è arrivata in un momento in cui la famiglia aveva bisogno di qualcosa per tirarli su”, ha detto Chalmers. “Tempismo perfetto. Mia zia significava tantissimo per me. Aveva un sorriso in grado di accendere una stanza. Era la sorella di mio padre, erano molto legati. E anche io lo ero. Mio padre l’ha presa male, quindi è stato un bene che abbia ricevuto questa chiamata e che abbia visto suo figlio avere un’altra opportunità nella NBA.”

Poco dopo, Pat Riley ha mandato un messaggio a Mario: “‘Sei pronto a giocare? Vieni a Houston.’ Semplice e diretto, proprio nel suo stile.”

Spoelstra ha detto che lui e Chalmers erano rimasti in contatto e si sentivano per messaggio già da prima della sua firma. Chalmers in passato aveva riferito a Spoelstra che sarebbe stato disponibile se il roster degli Heat, ai tempi disastrato dagli infortuni, avesse avuto bisogno di lui. L’impatto della variante Omicron ha aperto la porta a Chalmers.

“Riconnettersi con Rio è stato bello, anche se non avremmo voluto trovarci nella situazione in cui ci siamo trovati”, ha detto Spoelstra. “Ovviamente, così come chiunque altro, avevamo molti giocatori nei protocolli-Covid. È successo tutto velocemente. Devo dire che ho apprezzato la parte umana della cosa: riportarlo in famiglia.”

Chalmers non è entrato in campo (DNP) nelle 3 gare con Miami. Prima della partita a Portland di mercoledì scorso, poi, lui e Nik Stauskas sono stati messi da parte per via del ritono di Duncan Robinson e Max Strus dagli Health&Safety Protocols.

Il suo 10-day contract è finito il 9 gennaio, ma Chalmers ha detto di “non essere ancora pronto a lasciare NBA” e di voler tornare in G League se dovesse servire. “Non so davvero cosa aspettarmi. Aspettative? Nessuna. Vediamo che succederà. (…) Apprezzo davvero tanto che gli Heat mi abbiano dato l’opportunità di tornare e di sentire l’amore dei tifosi. Anche se non ho potuto giocare in casa, ho ricevuto tantissimi apprezzamenti, ringraziamenti e ‘bentornato’ dai fan di Miami.”

FOTO: NBA.com

Chalmers è figlio di due allenatori che hanno aiutato a sviluppare lui e molti altri ragazzi dentro e fuori dal campo. Ronnie Chalmers è un ex coach di basket della Bartlett High School di Anchorage, Alaska, ed ex assistente a Kansas University; Almarie Mosley Chalmers è una life coach affermata e ha fondato Hi-Rise Sports Camps, dove insegna lo sviluppo di life skills a studenti-atleti.

Quando Chalmers si ritirerà, sogna di lavorare nella NBA. “Voglio lavorare nello sviluppo giocatori. Ho avuto un’opportunità perfetta per rendermi conto di cosa devo fare per raggiungere quel sogno.”

È possibile che Chalmers possa trovare quell’opportunità con i suoi Heat. Ha detto che non desidererebbe nessun altro posto più di Miami, e coach Spoelstra sarà un suo alleato in questo: “Mi ha detto una cosa assurda l’estate scorsa. Ha detto che vuole entrare in questa professione. Gli ho chiesto: ‘Sei pazzo? Mi prendi in giro?’ Ha diversi anni ancora davanti a sé, è in forma e il suo stile di gioco gli consentirà di andare avanti ancora un po’. Ma se davvero decidesse di entrare in questo mondo, non vorrei fare altro che aiutarlo in ogni modo possibile – che sia con noi o qualche altra squadra.”