Sì, le riserve non sono andate granché, ma non è nemmeno colpa loro

FOTO: Celtics Blog

Questo contenuto è tratto da un articolo di Michael Spooner per Celtics Blog, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


Ricordate quella serie letteraria chiamata “Magic eye” o qualcosa del genere? Su un’intera pagina, una collezione di forme e colori incomprensibile, ma che, solo dopo averla osservata per un po’, rilassando gli occhi, iniziava ad avere senso. Alla fine, si poteva tracciare il contorno di una goletta o di una barca a vela, potevano pure essere la stessa cosa.


La panchina dei Celtics, allo stesso modo, nella loro incomprensibile mescolanza di forme e colori, si presenta nella fase iniziale, quella incomprensibile. Dopo aver guardato qualunque sport si sia giocato in quel quarto periodo contro i Wizards, sembra proprio che nessuno di questi giocatori abbia troppo senso di stare in campo – fatta eccezione, forse, per Lamar Stevens e Oshae Brissett – dopo una cavalcata di tiri sbagliati in attacco e una processione di canestri facili in difesa. Per usare un eufemismo, è stato brutto. Ma guardando a fondo, davvero a fondo, si può trovare un senso.

Brad Stevens ha costruito una panchina che non è auto-sufficiente, e lo ha fatto di proposito. L’obiettivo specifico è stato puntare su giocatori capaci di accentuare il talento delle stelle e che potessero allargare il campo stando al proprio posto. Payton Pritchard lo fa con il suo ritmo indemoniato su entrambe le metà campo e tirando bene, Sam Hauser è un super tiratore e sorprendentemente solido in difesa uno-contro-uno, Brissett e Lamar Stevens ci mettono impegno, fisicità e prendono buone decisioni. Tutti questi attributi hanno senso di fianco a una o più stelle, ma non producono granché affiancandoli uno all’altro. Dando un’occhiata al – pur limitatissimo – campione di dati delle prime tre gare stagionali, ne esce una figura nitida. Si inizia a intravedere la goletta.

Prendete una qualunque lineup a tre giocatori con Payton Pritchard e Hauser, assieme a qualunque riserva non chiamata Al Horford, e il net rating cola assolutamente a picco. Gran parte di questo aspetto è influenzato dalla debacle di Washington, ma non è sorprendente. Nessuno in difesa, eccetto forse Dalano Banton nei suoi giorni migliori, può mettere in difficoltà una difesa piazzata. Nessuno può generare buoni tiri per sé e per gli altri. Non si trae molto valore dagli extra-possessi garantiti da Brissett o da Stevens che brutalizza qualche panchinaro dei Wizards se dall’altra parte tutto ciò che se ne ricava è un pick&roll fra Pritchard e Kornet, o una preghiera di Hauser da dietro l’arco.

Ma mettete un paio di questi accanto ai Jays, o a Tatum e Porzingis, o a Brown e White, e tutto a un tratto queste doti sono magnifiche. Lo spazio creato da Hauser e Pritchard, anche quando i tiri non entrano, o il lavoro offensivo di Brissett rendono vita facile alle stelle. Lo spazio extra aiuta Tatum e Porzongis a giocare pick&roll senza aiuti extra dal lato debole, i possessi in più di Brissett portano Jaylen Brown a caricare una difesa non riorganizzata e così via… a un tratto, l’immagine si fa più nitida, molto.

Avrete notato che gran parte di questo discorso riguarda Pritchard, Hauser e Oshae Brissett. Per due ragioni: in primis, questi tre, specialmente i primi due, sono gli unici – escluso Luke Kornet – ad aver avuto minuti significativi con i primi 6 di rotazione; poi, non è chiaro cosa succederà con Kornets stesso.

Luke è apparso piuttosto perso su tutti e due i lati del campo in stagione, specialmente a rimbalzo difensivo, dove Boston ne ha più bisogno. Kornet ha avuto una buona stagione lo scorso anno, perciò ha diritto al beneficio del dubbio, ma se non tornerà a quei livelli nelle prossime settimane, sarà meglio concentrarsi su altro.

Detto ciò, i Boston Celtics non hanno certamente la miglior panchina nella storia della pallacanestro (a differenza del livello del quintetto titolare), sebbene possano contare su una delle migliori riserve della Lega, Al Horford. Quello che è successo a Washington o contro Indiana non ha alcun peso, i titolari non dovevano rientrare. Siamo ancora agli inizi, è il momento di rilassare un po’ gli occhi e lasciare che la panchina trovi la sua dimensione.