Tra firme, trade e colpi di scena, com’è andata la prima settimana di free agency? Chi ne esce meglio e peggio?

FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Ricky O’Donnell per Bright Side of the Sun, tradotto in italiano da Edoardo Viglione per Around the Game.


I primi giorni di free agency son stati caratterizzati, come sempre, da tante firme e accordi economicamente gi grande portata, tanto che il valore di tutti i contratti supera i due miliardi e mezzo di dollari. Nella maggior parte dei casi erano giocatori firmare nuovamente con la propria franchigia – come LaMelo Ball e Tyrese Haliburton che hanno esteso con Hornets e Pacers – ma non solo (QUI qualche riflessione sulle firme più importanti degli ultimi giorni).


I colpi di scena, però, non sono ancora finiti. Damian Lillard ha chiesto la trade e vorrebbe (a tutti i costi) trasferirsi a Miami, ma Portland vorrebbe non essere costretta ad ascoltare le sue preferenze e trovare il pacchetto migliore. In una situazione per certi versi simile si trovano i Sixers, i quali vorrebbero costruire un roster da titolo intorno a Embiid, ma sono alle prese con la richiesta di trade di James Harden (che vedrebbe di buon occhio un trasferimento ai Clippers).

Insomma, c’è tanta carne ancora sulla brace, e le Woj/Shams/Haynes Bombs non sono ancora terminate. Per il momento, facendo un punto della situazione dell’ultima settimana, ecco una lista dei vincitori e degli sconfitti in questi primi giorni di free agency.

VINCITRICE: LA PANCHINA DEI SUNS

I Phoenix Suns hanno fatto a giugno la prima grande manovra dell’offseason, riuscendo ad aggiungere al proprio roster Bradley Beal con un’ottima mossa di mercato. Non era facile, con un salary cap più che intasato da Beal, Booker, Durant ed Ayton, completare il team con altri giocatori di valore, ma il front office è riuscito ad allestire una rotazione apparentemente di ottimo livello, potendo elargire solo contratti a cifre molto ridotte. Innanzitutto, è arrivato un tiratore eccellente come Eric Gordon (qui i dettagli), dopo un altro solidissimo shooter come Yuta Watanabe, che tra l’altro ha già giocato con KD a Brooklyn; oltre a loro, i Suns hanno firmato Keita Bates-Diop, Drew Eubanks e Chimezie Metu, e ri-firmato Damion Lee e Josh Okogie. Non nomi altisonanti, magari, ma profili funzionali alle necessità della squadra.

SCONFITTO: JAMES HARDEN

Durante la scorsa offseason, Harden ha fatto risparmiare circa 15 milioni ai Philadelphia 76ers in modo da permettere al front office di costruire il roster nel miglior modo possibile. L’ex Rockets si aspettava probabilmente che venisse ripagato quest’estate con un contratto più lungo e remunerativo, ma così non è stato. E perciò il Barba ha deciso di fare opt-in, ma di chiedere di essere ceduto. La sua preferenza, come detto, è rappresentata dai Los Angeles Clippers, ma tanti insider affermano che Daryl Morey stia chiedendo un prezzo altissimo in cambio (scena già vista, eh?). Non sembra, però, che in giro per la lega ci sia qualcuno disposto a pagarlo: potrebbe non essere così assurdo rivederlo in maglia Sixers all’inizio della stagione (almeno).

VINCITORI: VANVLEET & BROOKS

Ad inizio free agency, Houston era la franchigia che aveva più spazio salariale: ben 60 milioni di dollari disponibili. I Rockets cercavano veterani da aggiungere allo young core di cui dispongono, giocatori che potessero aiutare lo sviluppo dei giovani compagni senza diventarne nel tempo un limite. In questo senso vanno le firme sia Fred VanVleet che di Dillon Brooks, a cifre elevatissime: il primo con un triennale da 130 milioni complessivi (che comprende una team option prima dell’ultimo anno), il secondo con un quadriennale da 80 milioni, interamente garantito e senza opzioni. Come detto, tanti soldi, ma che hanno un senso (ne abbiamo parlato qui) nella timeline di Houston. Per la gioia dei diretti interessati (e un po’ meno dei Raptors, che hanno già iniziato a rimpiangere FVV).

SCONFITTI: PORTLAND TRAIL BLAZERS

Lillard e il front office di Portland erano in disaccordo sin dal giorno in cui hanno ottenuto la terza scelta assoluta al Draft 2023. Dame voleva che venisse scambiata, per avere come ritorno giocatori pronti a competere nell’immediato, ma i Blazers hanno respinto tutte le offerte e chiamato Scoot Henderson, fortunosamente rimasto disponibile dopo che gli Hornets hanno speso la numero 2 per Brandon Miller. Il secondo giorno di free agency, dunque, Lillard ha preso la propria decisione di andare via da Portland e lo ha comunicato al front office, con la chiara volontà di unirsi ai Miami Heat. Dando vita a un braccio di ferro che andrà monitorato nei prossimi giorni. Intanto, i Blazers hanno anche esteso Jerami Grant per cinque anni e $160M, un contratto lungo e pesante, soprattutto per una squadra che il prossimo anno avrà probabilmente uno dei peggiori record della lega.

UNO SCONFITTO… PARTICOLARE: LO SPAZIO SALARIALE

Non troppi anni fa, le franchigie pianificavano quando fosse sensato liberare il cap per arrivare alle superstar in offseason. Oggi, invece, spesso lo vediamo utilizzare per strapagare VanVleet e Dillon Brooks nel migliore dei casi, oppure per accettare contratti pesanti in cambio di seconde scelte o di una prima. Otto squadre avevano un ampio spazio salariale quest’anno e solamente i Rockets l’hanno usato per apportare aggiunte significative al roster. I Detroit Pistons, ad esempio, hanno accettato di dumpare i contratti di Joe Harris e Monte Morris, così come hanno fatto gli Utah Jazz con John Collins; gli Orlando Magic hanno pagato più del previsto Joe Ingles, mentre gli Oklahoma City Thunder hanno accettato di accollarsi il contrattone di Davis Bertans al fine di salire dalla 12esima pick alla decima nel Draft del mese scorso. No, non è più lo spazio salariale di una volta.

VINCITORI: INDIANA PACERS

Non tutte le squadre, però, hanno usato come appena detto l’ampio spazio salariale a propria disposizione. Gli Indiana Pacers, ad esempio, hanno realizzato una delle mosse più sorprendenti della free agency firmando Bruce Brown con un biennale da 45 milioni di dollari complessivi. Una scelta interessante per due motivi: il primo riguarda il fatto che Brown è un grande giocatore, un ottimo difensore POA e perimetrale, e offensivamente fitta bene con Haliburton, Mathurin e Turner; il secondo, è che la stagione 2024/25 nel suo contratto è una team option, e questo permetterà ai Pacers di usare il suo contratto come un expiring in eventuali trattative di mercato. Inoltre, i Pacers hanno ottenuto anche Obi Toppin con una trade (a prezzo scontato) dai Knicks, e ora proveranno a portare avanti quello sviluppo su cui a New York hanno evidentemente gettato la spugna. A proposito…

VINCITORI: I “VILLANOVA KNICKS

Donte DiVincenzo ha firmato un quadriennale da 50 milioni di dollari complessivi e ha raggiunto nella Grande Mela i suoi compagni di Villanova, con cui vinse il titolo NCAA nel 2018: Josh Hart e Jalen Brunson. Una serie di buone operazioni per New York (se ne parla in modo più approfondito qui), nonostante non sia arrivato quel grande nome che la tifoseria attende ogni estate.

VINCITORI: GLI EX ROLE PLAYER DI MIAMI

Niente paga più di una grande Playoffs run. E nessun coach aiuta gli agenti dei giocatori più di Erik Spoeltra. Non ci credete? Provate a chiedere a Gabe Vincent, o a Max Strus. Entrambi “undrafted”, giocavano per gli Heat con dei contratti al minimo salariale e ora hanno realizzato dei maxi-upgrade dal punto di vista economico: Strus ha firmato un 64×4 con i Cavaliers, mentre Vincent è volato ai Lakers con un 33×3.

VINCITORI: DALLAS MAVERICKS

E infine, si può forse non annoverare i Mavs tra i vincitori? Dopo una stagione turbolenta, culminata con la non qualificazione ai Playoffs, i texani si erano già mossi bene pre-free agency, riuscendo a scaricare ad OKC il contrattone di Bertans e aggiungendo via trade Richaun Holmes. In avvio di free agency, poi, hanno subito realizzato la mossa più importante, ri-firmare Kyrie Irving, e l’hanno fatto con un triennale da 126 milioni di dollari complessivi. Successivamente hanno confermato con un 12×3 Dwight Powell, hanno riportato a Dallas (con un contratto biennale) Seth Curry, e hanno riportato in NBA, dopo due anni in Europa, il playmaker australiano Dante Exum. Infine, è notizia di ieri la firma di Grant Williams con un 53×4 (in una sign&trade a tre che ha coinvolto anche gli Spurs), nonché il possibile arrivo di Matisse Thybulle (AGGIORNAMENTO: Thybulle resterà a Portland, che ha pareggiato l’offer sheet dei Mavs; con la mid-level exception ancora a disposizione, comunque, qualcuno arriverà). Un’ottima mossa dopo l’altra, con l’obiettivo di riportare Doncic e compagni dove si erano affermati nel 2022, ovvero tra le migliori squadre della Western Conference.