Dopo il netto cambio di rotta segnato dall’assunzione di coach Ime Udoka, gli Houston Rockets erano tra i promessi protagonisti della free agency 2023, e non hanno deluso le aspettative.

I texani avevano da riempire i quasi 60 milioni liberi sul loro salary cap, visti i tanti rookie contract presenti a roster: non solo Amen Thompson e Cam Whitmore, anche Jalen Green e Alperen Sengun sono ancora nel loro primo contratto; e al contrario di come si pensava fino a qualche settimana fa, ovvero puntare su una stella in grado di gestire tutti questi giovani (si era parlato con insistenza di Harden), i Rockets hanno preferito mantenere una direzione che mettesse in prima linea la crescita di chi già è a roster, con diverse firme pronte ad aiutarli a puntare a qualcosa di più rispetto al miglior posto in lottery. Di seguito qualche riflessione “a caldo” sui contratti più onerosi che hanno elargito nel fine settimana.

  • Fred VanVleet (QUI i dettagli)

Genny: a primo impatto sembrerebbe una presa folle, considerando le dimensioni del contratto, il rendimento recente del giocatore e l’età a cui arriverà alla fine del triennio per cui è stato firmato; la team option sull’ultima stagione, però, me lo fa rivalutare. Dovevano occupare il cap e lo fanno con un giocatore assolutamente non ball-dominant, che può far crescere un gruppo di giovani con la sua esperienza, e che saprebbe rendersi utile in caso di play-in. Non mi aspetto di vederlo ancora ai Rockets tra tre anni.


Nadir: anche io credo che la team option sul terzo anno salvi la firma per i Rockets. Poi il fatto che sia un buon difensore point-of-attack e che sappia giocare tanto off-ball me lo fa decisamente apprezzare vicino a questo core di Houston. I numeri non mi convincono, ma era l’unico intorno a queste cifre sul mercato, quindi la vedo quasi obbligata come mossa per riempire il cap.

  • Dillon Brooks (QUI i dettagli)

Genny: il discorso è molto simile a quello di VanVleet. Arriva un giocatore con già tanta esperienza ai Playoffs, che può giocare accanto a un gruppo di giovani ed è anche pronto per dare una mano nei palcoscenici importanti. La totale assenza di opzioni sul suo contratto quadriennale, però, non è un fattore positivo per i Rockets, e la cifra che percepirà annualmente non me la fanno giudicare positiva come quella di FVV: pagare 20 milioni un Brooks 31enne non sarà proprio divertente.

Nadir: lo hanno voluto molto, ma è una firma che boccio. Toglie tiri e spazio ai vari Green, Amen e Jabari, e con VanVleet sicuramente in campo dall’inizio deve essere relegato alla panchina. Non mi convince la firma, anche se perdono la lunghezza del contratto e le cifre, visto che è uno dei migliori difensori perimetrali della lega e potrà essere utile quando Houston rivedrà i Playoffs.

  • Jock Landale (QUI i dettagli)

Genny: ultima firma dedita a occupare l’immenso cap disponibile. Jock si è reso protagonista di una buona stagione a Phoenix, in cui aveva anche sostituito Ayton per tanti minuti ai Playoffs. Guardandola dal suo punto di vista, un po’ mi ha sorpreso: avrebbe avuto mercato anche in qualche contender, poteva restare in quei palcoscenici, ma ha preferito la “bag”. Houston fa bene a non farselo scappare.

Nadir: Buonissimo backup big che probabilmente giocherà anche qualche partita da titolare. Il prezzo pagato da Houston è ragionevole e va nel verso di accellerare la timeline. Una firma che tutto sommato non mi dispiace e voto positivamente.