Warriors senza Curry per almeno tre settimane: i tre fattori chiave per rimanere a galla

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L’inizio di stagione dei Golden State Warriors non è affatto andato nel migliore dei modi; i campioni in carica hanno fatto fatica a piazzare filotti positivi, soffrendo quasi sempre in trasferta, e rimanendo così intorno al 50% di vittorie. In che modo la situazione poteva deteriorarsi ulteriormente? Ad esempio, con un infortunio di Stephen Curry.

Curry ha subito una sublussazione alla spalla, e rimarrà forzatamente ai box per circa un mese. Per gli Warriors significa dover giocare senza il loro leader per più di una decina di partite, in un periodo che può seriamente metterli in una situazione di classifica scomoda.

Il margine d’errore è dunque molto vicino allo zero, e nonostante l’incoraggiante vittoria di questa notte ai danni dei Toronto Raptors, Golden State ha ancora record negativo e necessita di continuità di risultati, e in fretta.

Come trovarla? Vediamo i tre fattori più importanti.

1 – Jordan Poole

Finora, Jordan Poole è apparso solamente un lontano parente del giocatore intravisto nel corso dei Playoffs 2022, che ha di fatto recitato il ruolo di seconda opzione offensiva della squadra laureatasi campione NBA.

Dal punto di vista statistico, salta subito all’occhio il peggioramento nell’efficienza al tiro, con la True Shooting al 56% (rispetto al 60% della passata stagione), dovuto a una percentuale dal perimetro ferma al 32%. Ma aldilà dei numeri, ciò che è mancato a Poole è probabilmente un po’ di fiducia nei propri mezzi.

L’anno scorso era evidente: dove non arrivava con il talento, arrivava con la cosiddetta irrational confidence, con l’incoscienza, tra penetrazioni azzardate e tiri fuori equilibrio scuola Splash Brothers. In questi mesi, tutto ciò si è visto molto meno, e quando Poole prova a pensare e giocare maggiormente negli schemi, diventa immediatamente meno efficace.

Per rimanere a galla in classifica, sarà obbligatorio ritrovare il Poole conosciuto l’anno scorso. Non solo nella fiducia al tiro, ma anche nell’aggressività nell’attaccare il ferro e nel playmaking. Dovrà in qualche modo fare le veci di Curry, compito già svolto egregiamente nella porzione finale della passata Regular Season.

La prestazione di stanotte, da 43 punti e 6 assist, è più che un ottimo inizio. Ora però, è da testare l’affidabilità nel medio periodo.

2 – Draymon… ehm, difesa

Visti gli standard a cui ci hanno abituato negli anni, avere la decima difesa della lega non è abbastanza per gli Warriors, e il loro record lo riflette. Senza Curry, l’attacco andrà certamente a perdere brillantezza, e l’efficienza difensiva diventerà il vero punto cardine, elemento fondamentale per vincere un buon numero di partite.

Dati alla mano, Golden State può resistere senza Curry? La risposta è sì, ma dipende direttamente da un altro grande fattore, che scende in campo con la maglia numero 23: Draymond Green.

In stagione, nei minuti con Curry in panchina e Green in campo, gli Warriors registrano un Net Rating positivo (+4.3), grazie a una difesa da 99esimo percentile, con appena 100 punti subiti su 100 possessi.

Se Dray è in bolla, gli Warriors rimangono una squadra complicata da battere, ed in grado di mantenersi in carreggiata in classifica.

3 – Limitare le palle perse, ad ogni costo

Anche quest’anno, gli Warriors fanno presenza fissa tra le peggiori squadre nella lega nel prendersi cura del pallone: 28esimo posto, con 16 palle perse ogni 100 possessi. Quando la squadra è al completo, è un difetto tutto sommato accettabile; il sistema ideato da Steve Kerr, e richiesto dallo stile di Stephen Curry e Draymond Green, ha come naturale effetto collaterale il rischio di regalare qualche possesso, ma la differenza tra benefici e costi rimane quasi sempre positiva.

Ebbene, senza il numero 30, Golden State non può più permettersi tale tendenza.

A costo di ridurre il ritmo e rinunciare a qualche canestro veloce, gli Warriors dovranno provare a dare maggior peso a ogni possesso, accettando di dover giocare in un modo leggermente diverso, pur senza smarrire la propria identità.

A parole è facile, in campo molto meno. Ma se Golden State continua a commettere circa 16 palle perse a partita, senza Curry di vittorie ne otterrà poche, specialmente in trasferta.


Knicks, Nets, Grizzlies, Hornets, Jazz, Blazers, Hawks, Pistons, Magic, Suns, Spurs, Bulls, Wizards. Questa la schedule degli Warriors nel prossimo mese.

Obbiettivo: rimanere nei pressi della sesta posizione.