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FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Marc J. Spears per Andscape, tradotto in italiano da Alessandro Di Marzo per Around the Game.


Oggi raramente si conoscono teenager americani senza una presenza considerevole sui social media: Scoot Henderson, però, è un’eccezione. Proprio per questo quando qualche giorno fa Victor Wembanyama ha detto che, se lui non fosse mai nato, Henderson sarebbe stata la prima scelta al Draft 2023, la star di G-League Ignite non ha saputo della dichiarazione per ore.


I suoi compagni, tuttavia, hanno letto il tutto e avvisato Henderson. Poco dopo, proprio lui e Wemba si sono scambiati delle divise autografate in una cerimonia davanti a giocatori ed allenatori di Ignite e Boulogne-Levallois Metropolitans 92. Henderson era pietrificato, e dopo un timido sorriso e lo scambio di divise, è andato via, senza stringere la mano a Wembanyama. “Non do retta a queste cose, parlatene quanto volete, davvero.”

Wembanyama è stato sulla bocca di tutto il mondo NBA dopo aver segnato 36 e 37 punti contro Team Ignite nelle due gare di esibizione a Henderson, Nevada. Nel pubblico, c’era davvero chiunque: da Rob Pelinka a Sam Presti, da Mitch Kupchak a Scott Perry e Justin Zanik.

Wemba sarà, secondo moltissimi, la prima pick scontata del prossimo Draft, ma non solo: è visto come un possibile talento generazionale, visto che nessuno ha mai mostrato una tale capacità di tirare e trattare la palla unita a questa stazza fisica. Ma non scordiamoci di Henderson, che ha terminato con 28 punti e 9 assist la gara d’esibizione sotto gli occhi di altre stelle come Chris Paul, Devin Booker e DeMarcus Cousins.

L’obiettivo è essere la prima scelta assoluta”, ha detto Scott a Andscape. “Sono onorato di essere qui. La mia voglia di competere mi fa desiderare di essere chiamato per primo e di essere grande in tutto ciò che faccio. È questo il mio scopo.”

“Sappiamo che Victor sarà la scelta più desiderata, ha un talento unico, ma anche Scoot è un grande giocatore, una point guard che può segnare tanto da subito. Mi piacciono il suo spirito competitivo e la sua adattabilità, che sono molto importanti per il suo ruolo. Sembra pronto per le grandi sfide. Voglio vederlo migliorare in uno contro uno in difesa, ha le doti fisiche per farlo.”

Anonimo General Manager dell’NBA

Come ti senti dopo la contusione al ginocchio rimediata nella gara di esibizione?

Bene, è stata solo una botta. Volevo essere davanti ai tifosi a tutti i costi, ma purtroppo è andata così. Non importa.

Pensi che tu e Wembanyama darete vita ad una grande rivalità in NBA nei prossimi anni?

Penso solo alla pallacanestro, non a lui. Penso a migliorare il mio livello e come marcare Steph Curry.

Hai giocato nella 2022 Rising Stars Challenge nel corso dell’All-Star weekend di quest’anno. Che esperienza è stata?

Ero in paradiso, ho avuto fiducia nei miei mezzi e ho lavorato duro per essere lì. Non vedo lora di tornarci. Quella sera pensavo a quanto fossi arrivato lontano: ero al Rising Stars Game con tanti altri talenti, e quel mondo mi calzava a pennello.

Sei così vicino, ma anche così lontano dall’NBA. Come vivi questa sensazione?

Vivo un giorno alla volta. Il viaggio vola, ma resta lungo. Pensa giorno per giorno e sarai ricompensato.

Con Ignite siete passati dalla California a Las Vegas. Pensi di dover fare attenzione per non farti distrarre dalle tante attrazioni presenti?

Quando posso fare cose che non dovrei fare, che non dirò, penso sempre a mia madre e alla mia famiglia. Dar loro da mangiare è il mio obiettivo principale. La città di Henderson è molto bella, stiamo iniziando un nuovo viaggio nel mondo del basket, e in campo sto sviluppando sempre di più il mio ruolo da leader.

Hai comprato una palestra (la Next Play 360) a Marietta, Georgia, casa tua. Quanto è bello averlo fatto e poterla utilizzare a casa tua?

Lì mi conoscono tutti, volevo ripagare ciò che la comunità mi ha dato. Alcuni ragazzi sono venuti per un Junior NBA camp, è stato bello accoglierli e vedere tanti altri ragazzini divertirsi… è questo che conta maggiormente, non vuole essere soltanto una normale palestra.

Hai firmato un oneroso contratto biennale con Ignite. Come gestisci il denaro?

Mia mamma mi aiuta in tutto. Ho imparato a gestire quello che guadagno in modo intelligente, a investire negli asset giusti e a non sentirsi costretti a fare ciò che le persone vengono a consigliarti. Anche l’agenzia dietro di me, la Par-Lay Sports, mi aiuta molto.

In che modo l’esperienza con Team Ignite ti aiuterà fuori dal campo una volta arrivato in NBA?

Non so come sia per un giocatore uscire dal college e diventare un professionista, ma sento che questo programma è perfetto per me. Anche a livello personale: sono da solo, devo fare tutto io, e cose del genere ti aiutano a crescere. Ho imparato a cucinare ad esempio, anche se qui si occupano di noi anche per quanto riguarda il cibo.

Quali sono i tuoi obiettivi per questa stagione?

Voglio vincere più partite dell’anno scorso e provare a vincere il titolo. Voglio solo vincere. Continuerò a lavorare, Dio mi sta offrendo molte opportunità e voglio sfruttarle. Tengo i piedi per terra, ma ho grandi ambizioni. Sky is the limit.