Questo contenuto è tratto da un articolo di Nick DePaula per , tradotto in italiano da Edoardo Viglione per Around the Game.


Nell’esordio contro i Philadelphia 76ers, i Boston Celtics hanno calcato il parquet del TD Garden indossando un nuovissimo e significativo look. Con una tonalità profonda di verde scuro, i bordi neri e i disegni dei trofei color oro, i Celtics hanno mostrato la loro City Edition un mese prima di tutte le altre squadre della lega. Perché? Per onorare Bill Russell, venuto a mancare lo scorso 31 luglio.


I dettagli e il design commemorativo rendono onore alla straordinaria legacy del grande Bill, il primo coach di colore nell’intera NBA (nonché il primo a vincere il titolo). Bill Russell ha semplicemente cambiato la lega, contribuendo a renderla quello che è oggi dentro e fuori dal campo.

“Bill Russell è stato il più grande campione nella storia degli sport di squadra. Gli innumerevoli riconoscimenti che ha ottenuto mentre giocava con i Celtics servono solo come introduzione della storia del suo meraviglioso impatto sulla nostra lega e in generale sulla società in cui viviamo. Bill era qualcosa di più grande di un semplice sportivo, ha impresso nel DNA della nostra lega i valori di uguaglianza, rispetto e di inclusione.”

Adam Silver, commissioner NBA

La squadra inizialmente voleva rivelare la maglia nel mese di novembre, ma poi si è deciso di giocare il season opener con quella: uno dei tanti modi con i quali l’intera NBA intende onorare l’icona di Bill.

“Abbiamo iniziato a lavorare su questo concept già due anni fa e nel tempo siamo riusciti ad avere input importanti sia dagli attuali leader della squadra che da quelli dell’intera comunità, al fine di comprendere al meglio la percezione dell’impatto di Bill Russell. Non solo nel mondo della pallacanestro o dei Celtics, ma proprio nella città di Boston.”

Nicole Federico, vicepresidente per il marketing e per i contenuti dei Boston Celtics

I Celtics si erano sostanzialmente sempre soffermati sui loro colori classici: il bianco e il verde. La loro divisa attuale infatti era rimasta sostanzialmente invariata da quella con la quale lo stesso Russell aveva dominato l’NBA, vincendo undici titoli e cinque MVP nei suoi 13 anni di carriera da giocatore. Per la loro nuova City Edition, ovvero la maglia che annualmente viene creata dalla franchigia in collaborazione con la Nike rimandando a temi locali, i Celtics hanno preso spunto dai ricordi e dai posti preferiti di Bill nella citttà: vale a dire il Jazz Lounge e il ristorante soul food Slade’s Bar & Grill, del quale lo stesso Russell era proprietario negli anni ‘60. In questo ristorante aveva ospitato leader dei diritti civili, atleti e celebrità come Martin Luther King o Muhammad Ali. Il font “Celtics” sulla maglietta è ispirato al marchio del ristorante durante quegli anni, con i bordi dorati che vengono presi dallo stesso logo.

La parte laterale presenta una grafica fatta a parquet che ricorda quello della franchigia. Sui fianchi sono presenti undici diamanti d’oro, che rappresentano i titoli vinti da Russell, mentre sulla parte centrale dei pantaloncini c’è il numero 6, contornato anch’esso da undici corone di diamanti.

“Siamo davvero grati che Bill sia stato in grado di essere coinvolto ed essere orgoglioso di questo progetto, prima della sua tragica scomparsa a luglio. I Boston Celtics continueranno sempre ad onorare la sua memoria e la sua eredità.”

Nicole Federico

Solitamente, infatti, le franchigie cominciano a progettare la City Edition con due o tre stagioni in anticipo, individuano già le trame e i temi che vogliono trattare, per iniziare la timeline.

“Sfortunatamente quando le persone vengono a mancare, rifletti e riesci a vedere l’impatto che hanno avuto sulla società e sul gioco. Bill è tutte queste cose in una sola persona, e quello che stiamo facendo per onorarlo è un meritato tributo per l’impatto che ha avuto.”

Christopher Arena, responsabile on-court delle partnership NBA

I Celtics hanno già pianificato di indossare per undici volte durante il corso della stagione le maglie in onore di Bill. La prima volta che la indosseranno durante una trasferta sarà il 13 dicembre, contro Lakers, squadra che Russell ha affrontato per ben sei volte nelle NBA Finals. Il secondo tributo casalingo, invece, arriverà contro i Grizzlies il 12 febbraio, il giorno del suo compleanno.

FOTO: NBA.com

La franchigia, poi, ha istituito il primo Bill Russell Mentoring Legacy Award, riconoscimento che verrà consegnato a fine anno a chi sarà in grado di esemplificare la dedizione di Bill nella figura di mentore dei più giovani.

Dopo il season opener contro i Sixers i Celtics hanno messo all’asta le magliette firmate da tutti i componenti del roster e la somma andrà a beneficio di MENTOR, organizzazione della quale Bill è stato membro fondatore del consiglio di amministrazione.

In tutta la lega ogni arena presenterà il numero 6 al centro del campo, e per la prima volta nella storia Boston dipingerà un numero su entrambi i lati del campo, a rappresentare il dominio di Bill nel pitturato.

“Vogliamo ricordarlo oltre alle semplici rappresentazioni. Avere quella divisa ci permette di onorarlo e celebrarlo come merita, ma non solo: vedrete il numero 6 ovunque, in ogni partita, in ogni divisa, anche nell’All-Star Game.”

Cristopher Arena

Solitamente le squadre usavano una fascia nera all’altezza della spalla, oppure un logo con i numeri o con le iniziali, per ricordare un giocatore o dirigente. Il fatto che ciascuna squadra avrà il numero 6 in alto a destra sulla maglia rappresenterà una vera e propria rarità: nella stagione 2001/02, ad esempio, tutte le divise avevano un nastro con la bandiera degli Stati Uniti per ricordare l’11 settembre; all’All Star Game 2020, invece, tutti i giocatori avevano il numero 24 oppure il numero 2 in onore di Kobe Bryant e di sua figlia Gianna; nella bubble di Orlando, infine, i giocatori potevano aggiungere un messaggio di giustizia sociale sul retro della loro maglia.

La toppa con il numero 6 sulle maglie verrà indossata solamente quest’anno, ma la lega ha già annunciato che nessun altro potrà più indossare quel numero in futuro, ritirando per la prima volta un numero a livello di lega. Una scelta uguale a quella che aveva fatto la MLB con il numero 42 del pioniere del baseball Jackie Robinson. Alcune franchigie stanno pianificando di innalzare un banner per sottolineare ancora di più il gesto, come si fa solitamente per i numeri ritirati.

“Bisognava ritirare il suo numero. Ha avuto un significato gigantesco per la pallacanestro, non solo per i Boston Celtics, ma proprio per la lega in generale. Anche fuori dal campo è stato fondamentale con i contributi che il suo attivismo ha dato alla comunità di colore.”

LeBron James

Nel 2009 la NBA aveva rinominato il premio di MVP delle Finals “Bill Russell NBA Finals MVP“. Il primo a vincerlo è stato Kobe, lo stesso LeBron ne possiede quattro e l’ultimo è stato Stephen Curry, l’anno scorso, proprio a Boston.

“Faceva sempre piacere vederlo alle partite. Quando ho avuto le occasioni di vincere i titoli, il fatto che fosse lui a consegnarmi il riconoscimento era speciale. Sicuramente tra i momenti più belli della mia carriera. Continuerò ad indossare il 6 quest’anno per continuare ad onorare la sua legacy.”

LeBron James

Insomma, i numeri sul parquet, le patch sulle maglie, le celebrazioni previste durante il prossimo All Star Game, la divisa dei Celtics, il ritiro della numero 6: sì, la stagione 2022/23 sarà interamente in memoria di Bill Russell.