Come preannunciato dopo le ottime Olimpiadi, Guerschon Yabusele tornerà in NBA e lo farà indossando la canotta dei Philadelphia 76ers. Non senza ostacoli, però: il report di Adrian Wojnarowski parla di un contratto al minimo salariale – $2.1 milioni, nel suo caso, in base all’esperienza – della durata di un solo anno, mentre The Athletic spiega che potrebbe essere presente anche un secondo anno a $2.4 milioni. Questo potrebbe fare tutta la differenza del mondo, come avevamo spiegato QUI: “Il giocatore, stando a Marc Stein, può inoltre richiedere sì il buyout da contratto, ma il Real Madrid si è organizzato per tempo: si tratta di $2.5 milioni da pagare, nonostante prima della deadline del 15 luglio la cifra ammontasse “solo” a $1 milione. Stando al nuovo CBA (articolo VII, sezione 3, paragrafo “e”) la cifra massima che una squadra può versare nel 2024/25 per l’acquisizione di un giocatore “International” è di $850.000, il che significa che Yabusele avrebbe da coprire una differenza piuttosto pesante, e il minimo salariale per un giocatore con 2 anni di esperienza in NBA per il 2023/24 è di $2.1 milioni circa ($2.087.519)”. Una differenza da pagare di oltre $1.5 milioni sembra eccessiva per il giocatore, perciò o ci saranno ulteriori trattative o ci sarà da aspettarsi un secondo anno di contratto. Anche perché, con 2 slot a roster rimasti da completare (1, considerando il non-garantito di Ricky Council), i 76ers non potranno offrire molto di più:
Quanto a Yabusele, parliamo di un giocatore da 10.5 PTS e 4.9 REB in EuroLeague, tirando con il 46.1% da 3 punti su 76 tentativi totali e con un ottimo 65.2% da 2 punti – percentuali incoraggianti per questo ritorno in NBA, dato che gli verrà richiesto almeno inizialmente un ruolo da specialista con pochissimi possessi, nel gestire i quali l’efficienza sarà importantissima soprattutto nell’ottica di conquistare minuti in stagione regolare – per ora, contratto e status sono da fondo della rotazione – e poi magari in ottica Playoffs. Il biennio ai Celtics è lontano e non ha nemmeno senso guardare alle cifre (33 gare nell’anno da rookie con 7 minuti di media, 41 in quello da sophomore con 6 minuti di media e 16 apparizioni ai Playoffs, quasi tutte nel garbage time), ma la sostanza non cambierà. Con la Francia e in generale nei campi FIBA lo abbiamo visto molto spesso sfruttare il fisico imponente per farsi largo in post basso o trovare gli spot per il proprio tiro, ma in NBA il tipo di fisicità è superiore e soprattutto, visto il modo di attaccare contemporaneo, serve più essere dotati fronte a canestro che non di spalle – soprattutto se si ha un ruolo ridotto dove si tocca pochissimo la palla. In poche parole, convertire con buone percentuali un piazzato da tre punti è una skill maggiormente richiesta rispetto al farsi sporadicamente spazio “di prepotenza” in area (a meno che non ti chiami Joel Embiid o Nikola Jokic), così come saper prendere la scelta giusta su ricezione dinamica – taglio nel dunker spot o gestione del pick&roll da rollante (chiusura al ferro, letture dallo short roll etc.) – tutti fattori che contribuiscono alla fluidità di gioco. E questo non è chiaro se Yabusele possa farlo con continuità in NBA. Aver schiacciato in testa a LeBron James è comunque un bel biglietto da visita, senza alcun dubbio.