Tutti, anche gli hater di entrambe le fazioni, si sono resi conto di cosa potrebbero essere insieme LeBron James e Stephen Curry alle Olimpiadi di Parigi 2024. Sui campi francesi, la coppia si è resa protagonista di vari scatti iconici, da alley oop a celebrazioni nelle pause, ma soprattutto di una collaborazione molto produttiva, che ha portato per esempio LeBron ad assistere 36 degli 89 punti segnati da Steph nel torneo, secondo ClutchPoints. Ma non si limita tutto alle Olimpiadi, ovviamente. I due sono (assieme a Kevin Durant) i giocatori più rappresentativi della loro generazione, nonché rivali in 4 iconiche Finals consecutive, legati perfino “dalla nascita” – entrambi di Akron, in Ohio, e partoriti nel medesimo ospedale, il General Medical Center: impossibile non aver avuto nemmeno una piccola fantasia a riguardo. Anzi, chi ha una buona memoria ricorderà anche che se ne sia parlato nel concreto alla deadline di febbraio, quando i Golden State Warriors avanzarono un’offerta per LeBron, rispedita al mittente – si disse allora – da Rob Pelinka e Rich Paul, CEO di Klutch Sports e agente sia di James, sia di Draymond Green – coinvolto nelle trattative in quanto partner commerciale e amico della superstar gialloviola. Ecco, secondo quanto riportato dal noto insider Marc Stein, ad avere una certa influenza sulle trattative sarebbe stato principalmente Rich Paul, e non altri:
“Si pensa che i Lakers avrebbero intrattenuto con riluttanza delle trattative con i Warriors per uno scambio alla passata deadline di febbraio se James avesse voluto seriamente entrare in contatto con Golden State per un accordo. Ma alcune fonti rivelano che le trattative fra le due squadre al tempo non siano andate troppo per le lunghe soprattutto a causa dell’agente di LeBron, Rich Paul, il quale si sarebbe fermamente opposto all’idea di un passaggio del proprio cliente dalla California del Sud a quella del Nord. Le fonti rivelano che Rich Paul abbia implorato entrambe le parti di rinunciare all’idea – nonostante qualche dialogo da proprietario a proprietario fra Joe Lacob dei Warriors e Jeanie Buss dei Lakers, oltre alla determinazione di Draymond Green nel fare pressione su James per un trasferimento nella Baia – soprattutto perché voleva isolare LeBron da un potenziale ritorno di fiamma per un ulteriore cambio di squadra per la 4° volta nella sua carriera.”
– Via HoopsHype; fonte: Marc Stein
Adesso, qualunque sogno di vedere i due insieme, per forza di cose, è saltato definitivamente. LeBron James ha esteso giusto il tempo necessario per giocare con il figlio “Bronny”, mentre Stephen Curry starà ancora a lungo nella Baia – o comunque non avrà un contratto facilmente scambiabile per un po’. Posto che, comunque, il sentimento percepito da fuori non è detto sia lo stesso provato anche dai due. La stessa superstar dei Warriors non ha saputo definire con precisione il rapporto con quello che sul parquet è stato il suo più grande avversario, al di fuori quasi un fan della prima ora:
“Scelgo la parola ‘complessa’. Mi veniva a vedere durante la March Madness quando giocavo a Davidson, e quando sono entrato nella lega da giovane mi dava consigli su come affrontare le difficoltà, e poi siamo passati ad affrontarci alle Finals per quattro volte di fila, e ci siamo incontrati ancora lo scorso anno. Resta incredibile vedere dove tutto è iniziato. Si tratta di un ottimo uomo, un ottimo amico e un grande avversario.”.
La sola cosa sicura è che la chimica fra i due in campo potrebbe rivelarsi saldissima, dando vita a qualcosa di mai visto prima, nonostante lo stato così avanzato delle rispettive carriera. Steve Kerr, che li ha visti più da vicino di chiunque altro con Team USA, se la è goduta più di tutti e non lo ha di certo nascosto. Purtroppo o per fortuna, queste Olimpiadi resteranno l’unica cosa vicina a un sogno – a quanto pare, per mano di Rich Paul – proibito:
“Steph ha suggerito un’azione con LeBron: ‘Allarghiamo il campo’. ‘Ok, facciamolo’, ho detto, perché l’ho visto altre volte prima e, di solito, funziona. Ha messo su uno spettacolo in quegli ultimi minuti, è stato piuttosto incredibile da vedere. Steph si è guadagnato tutto questo nelle ultime settimane, giorno dopo giorno, la sua etica lavorativa è impressionante.”
“Ho raccontato a Steph che la mia parte preferita dell’allenamento è stata vedere lui e LeBron lavorare dopo la sessione. Non è casuale che possano fare quello che riescono a fare durante i momenti decisivi. Quando vedi questi ragazzi dietro le quinte, quanto amino questo processo, tutto assume un senso, capisci perché siano così bravi. Steph se lo è guadagnato, volevo anche dirgli di prendersi un giorno libero perché stava lavorando così duramente. Davvero, è impressionante.”