FOTO: X

Vanno rispettivamente per i 40 e i 37, ma LeBron James e Stephen Curry sono ancora fra i migliori al mondo, e queste Olimpiadi con Team USA lo hanno solo confermato. Il primo, MVP e 2° miglior assistman della competizione, non può più essere descritto a parole, attacca ancora – ferro e non, passandola e non – con una continuità senza eguali, e quando difende cambia l’inerzia della partita in un amen, che sia con una chasedown block inchiodando la palla al tabellone o, come contro la Serbia, negando la ricezione ai Nikola Jokic di turno. Il secondo, invece, dopo una fase a gironi non entusiasmante, ha letteralmente deciso di vincere l’oro, prima segnando 36 punti in semifinale per tenere a galla i suoi fino al recupero storico del quarto periodo, poi infilando 4 triple nei 2 minuti finali contro la Francia, nel momento di massima difficoltà, l’ultima delle quali marcato da 2 giocatori e su una gamba sola. Parliamo di 20/32 dal campo e 17/26 da 3 punti al tiro nelle due gare decisive, alla prima apparizione olimpionica. Se questo può sembrare spettacolare da fuori, immaginate chi ha avuto il privilegio di poterlo vivere dall’interno per anni, come Steve Kerr, che ha descritto non solo la grandezza dei propri giocatori, ma ha anche raccontato il suo momento preferito, una manifestazione della chimica fra i volti – assieme a Kevin Durant – di questa generazione cestistica:

“Steph ha suggerito un’azione con LeBron: ‘Allarghiamo il campo’. ‘Ok, facciamolo’, ho detto, perché l’ho visto altre volte prima e, di solito, funziona. Ha messo su uno spettacolo in quegli ultimi minuti, è stato piuttosto incredibile da vedere. Steph si è guadagnato tutto questo nelle ultime settimane, giorno dopo giorno, la sua etica lavorativa è impressionante.”

“Ho raccontato a Steph che la mia parte preferita dell’allenamento è stata vedere lui e LeBron lavorare dopo la sessione. Non è casuale che possano fare quello che riescono a fare durante i momenti decisivi. Quando vedi questi ragazzi dietro le quinte, quanto amino questo processo, tutto assume un senso, capisci perché siano così bravi. Steph se lo è guadagnato, volevo anche dirgli di prendersi un giorno libero perché stava lavorando così duramente. Davvero, è impressionante.”


– via BasketNews

Lo stesso LeBron James ha voluto dire la sua sulla prestazione di Stephen Curry in finale, elogiando quello che è stato un rivale di mille battaglie:

“L’ho visto prima, con divise diverse, è un bene essermi trovato dalla sua parte. Puoi solo ammirare il suo talento. Ovviamente, come ho detto, l’ho visto altre volte, trovandomi dall’altra parte. Ma averlo nella propria squadra, consente di cercare solo di ottenere degli stop nei possessi difensivi e di arrangiarsi dall’altra parte, ma basta continuare a trovarlo, a consegnargli la palla fra le mani.”

– via BasketNews