Questo contenuto è tratto da un articolo di Louis Zatzman per Celtics Blog, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.
La squadra è guidata da 2 ali, di cui una stata appena nominata nell’All-NBA First Team, l’altra ha appena vinto l’MVP delle Finals. Entrambi sono talenti le cui fortune definiscono la NBA – tiratori, difensori, playmaker e incursori: sono capaci di fare tutto questo. La loro squadra è tra le favorite nella corsa al Titolo. Di che squadra si tratterà? I Los Angeles Clippers della Stagione 2019/20 oppure i Boston Celtics di quella 2024/25? La risposta è affermativa, per entrambe le squadre. I Celtics hanno appena fatto terra bruciata nel 2024. Provengono da una tra le 20 stagioni più dominanti nella storia della NBA. Con la conferma della quasi totalità del roster quest’estate sono ancora fortemente favoriti per ripetersi ed essere Campioni anche nella stagione in arrivo. E i Clippers erano i favoriti nella Stagione 2019/20. Da allora hanno trascorso le passate 5 stagioni riuscendo a giocare davvero bene, essendo il 6° team più vincente in Regular Season, ma non tanto da riuscire a raggiungere il Titolo NBA. E il cronometro è giunto allo scadere per il loro duo, con Paul George che ha da poco raggiunto il roster del Philadelphia 76ers. Inoltre, l’ultima decade dei Clippers è stata definita più da ciò che non sono riusciti a raggiungere che dai loro effettivi successi. Hanno dato avvio al tutto in circostanze quasi analoghe a quelle dei Celtics, con fondamenta simili costituite da una coppia di ali superstar. Certamente, se in piena salute e forma fisica, Kawhi Leonard e George hanno avuto dei picchi di eccellenza maggiori nell’ultimo lustro rispetto ai bianco-verdi Jayson Tatum e Jaylen Brown. In compenso i C’s hanno ottenuto un Titolo dal loro duo, cosa non riuscita ai Clippers. Ma perché non ci sono riusciti? Quali lezioni può apprendere il resto della NBA analizzando i percorsi differenti di 2 squadre strutturate in modo molto simile? Osservando i numeri nudi e crudi, i Los Angeles Clippers hanno avuto addirittura più successo sul parquet con i loro 2 All-Star in campo rispetto ai Celtics. Quanto meno in Regular Season. Per quanto riguarda i Playoffs è tutta un’altra storia.
I Boston Celtics sono stati dominanti in Regular Season, con un piccolo calo nei loro risultati ottenuti in post-season. Questo risultava meno veritiero prima del 2024. Nelle precedenti 4 stagioni, Tatum e Brown avevano un Net Rating di 4.43 nei Playoffs. Ma sono riusciti a trovare una soluzione in vista del 2024. Qualcosa che i Clippers non sono mai riusciti a mettere a punto. Bisogna ammettere che lo stato di salute è un fattore determinante. I Velieri hanno dovuto rinunciare a Leonard durante i Playoffs del 2021, poi sia a The Klaw che a PG13 nel 2023, e infine ancora a Kawhi nella stagione appena conclusa. Sono riusciti a scendere in campo durante la rincorsa al Titolo nel 2020, quando i Denver Nuggets hanno messo in piedi un’incredibile rimonta dal risultato di 1-3 per conquistare la serie alle Western Conference Semifinals. Inoltre, hanno giocato sprazzi di altre serie di Playoffs. Nonostante i problemi legati allo stato di salute, George e Leonard hanno giocato più di 800 minuti insieme ai Playoffs, più di quanto, ad esempio, ne abbiano disputati LeBron James e Anthony Davis. Si tratta di una porzione temporale abbastanza ampia. E probabilmente i Clippers sarebbero riusciti ad ottenere più vittorie, magari raggiungere il Titolo NBA, se entrambi fossero stati in salute per un numero maggiore di partite e serie. Ma ci sono alcune ragioni che porterebbero a pensare al contrario, suggerite dal quasi nullo Net Rating dei 2 All-Star nei suddetti 800 minuti e da una filosofia nella creazione del roster che non ha mai lasciato il segno. Dopo anni di aggiustamenti, i Celtics hanno raggiunto il Larry O’Brien Trophy nel 2024 con un roster che ha superato gli egoismi delle superstar, rafforzando le loro scelte. In particolare se si parla di conclusioni in pull-up dal mid-range – una delle tipologie di tiri preferite dai 4 All-Star messi a paragone.
Tutti e 4 sono dei giocatori fenomenali capaci di apportare un enorme carico di talento alla fase offensiva. Ma se nessuno di essi era capace di mettere pressione sul ferro avversario, le loro rispettive squadre avevano bisogno di qualcuno che lo facesse. Che creasse spazi. E che riuscisse a farlo senza tenere il pallone in mano per troppo tempo – un altro tratto comune ai 4 giocatori citati è che si trovino in top 20 della scorsa stagione tra le ali in quanto a tempo trascorso con il pallone in mano – guidare il possesso per ampie sezioni di gioco è una caratteristica comune a quasi tutte le star della lega. Ciò è stato rimarcato parecchio nelle ultime 5 stagioni dei Clippers. Leonard non primeggia, per ciò che concerne la frequenza con cui ha attaccato il ferro, dal lontano 2014/15, e George non ci è riuscito da quando ha lasciato gli Indiana Pacers. Inoltre, i Velieri non hanno mai creato un supporting cast che sapesse colmare le loro lacune. Infatti, alcuni dei giocatori che hanno ricoperto ruoli importanti nell’ultima mezza decade ha riprodotto gli stessi pregi e difetti delle star. Reggie Jackson, Marcus Morris e Lou Williams si sono classificati rispettivamente come 5°, 6° ed 11° per minuti disputati dalla Stagione 2019/20 con la canotte dei Clippers, e tutti e 3 hanno avuto medie rispettabili dal mid-range, per Cleaning the Glass. Morris e Williams hanno raggiunto quasi il 100° percentile nei loro ruoli per la maggior parte delle loro stagioni ad LA. Una conseguenza di ciò è il 22° posto nella classifica degli assist occupato dai Clippers nell’arco di 5 anni. Fino all’arrivo di James Harden i Clippers non hanno mai avuto a roster una point guard che imponesse le proprie scelte all’interno dello stile di gioco della squadra, creando giocate per i compagni. Quando è stato sul parquet i Clippers hanno registrato il 56.4% di assist nelle conclusioni all’interno del perimetro, contro il 51.2% ottenuto nel lustro precedente senza The Beard in campo – per migliorare i termini di paragone, il 56.4% di conclusioni da 2 punti con assistenza porta i Clippers al 9° posto in NBA, mentre il 51.2% li classificava al 22°. Harden ha ottenuto il miglior on/off dei Clippers lo scorso anno, con un +7.2 su 100 possessi. Orientando il tutto su più stagioni e oltre 1000 minuti, questo risultato sarebbe stato il 3° migliore nell’Era di George e Leonard, dietro solo ad altre 2 stagioni spettacolari di Kawhi. Per varie ragioni James Harden è stato l’innesto perfetto per i Velieri. Però è stato ottenuto a costo di grandi sacrifici via trade, azzerando virtualmente le loro già esigue risorse al Draft, già messe alla prova dall’arrivo di Paul George. Per spiegarlo meglio, i Clippers non saranno in possesso di una Draft pick al First round fino al 2030. Se anche avessero optato per trattenere PG13, ci sarebbero state poche chance di poter costruire il roster attorno alle superstar. Invece, proprio perché i Celtics hanno ottenuto i loro 2 leader via Draft, Boston ha avuto modo di aggiungere a roster svariati giocatori dall’impatto simile a quello di Harden – portando l’identità di squadra a superare le carenze delle superstar – con costi minori nel trade market. Hanno scambiato una scelta al primo giro del Draft più Kemba Walker per Al Horford nel 2021, acquisendo un lungo capace di allargare il gioco e stoppare gli avversari e che avrebbe offerto una marcia in più nei 3 anni successivi. Quella mossa ha inoltre garantito maggior cap space nell’offseason successiva, utilizzato in parte per riconfermare Josh Richardson – che poi è stato sacrificato, insieme ad un’altra scelta al First round, per ottenere Derrick White, un altro giocatore abile nell’aprire spazi e fermare gli avversari, stavolta nel ruolo di guardia. Quando Jrue Holiday si è ritrovato nel bel mezzo del rebuilding dei Portland Trail Blazers, Boston lo ha arruolato in cambio di 2 giocatori di rotazione e 2 scelte al First round. Inoltre, i C’s hanno ceduto un altro role player, in questo caso per ottenere 2 scelte ed aggiungere al roster le abilità al tiro, nell’ampliare il gioco e difendere di Kristaps Porzingis. Una delle prime lezioni da apprendere è che non bisogna strapagare le superstar nelle trade imbastite per acquisirle. O, per dirla in altri termini, bisognerebbe pagare meno i giocatori che hanno influenza sul roster come una superstar. James Harden è senza dubbio un cestista più talentuoso di Derrick White, ma è pur vero che D-White abbia indubbiamente cambiato lo stile di gioco dei Celtics, portandolo ad un livello superiore, molto più rispetto a quanto fatto da Harden ai Clippers. E tutti gli innesti dei bianco-verdi si sono amalgamati perfettamente con le 2 star di casa. Di tutti e 4, solo Porzingis ha preso una proporzione superiore alla media di tiri dal mid-rande nella scorsa stagione, sempre per Cleaning the Glass. Tutti hanno avuto in bassissimo Isolation Rate e medie superiori ai loro pari nel concludere da oltre l’arco. Ed il risultato è stato, a prescindere dalla frequenza con cui le superstar hanno fatto ricorso a mid-range pull-up jumper, che i Celtics hanno terminato la scorsa stagione al 5° posto per quanto riguarda le conclusioni dal perimetro. I Clippers, d’altro canto, hanno terminato nelle prime 5 posizioni. Non c’è nulla di male nell’optare per conclusioni da 2 punti lontane dal canestro. Ma se l’intera fase offensiva si basa su questo tipo di tiri, la fase difensiva avversaria può intraprendere varie scelte per limitarli – più semplici, con meno rotazioni e più margine d’errore. In altri termini, Boston ha ottenuto il 2° posto nelle sole conclusioni in catch-and-shoot dal perimetro lo scorso anno. Los Angeles, invece, latitava. I Celtics hanno dato priorità a giocatori abili nel prendere decisioni rapidamente, e che limitano le loro conclusioni a layup e triple. Abili in assistenza ai compagni e nell’attaccare il ferro in drive. Dotati di buone caratteristiche difensive. I Clippers hanno avuto qualche giocatore con queste caratteristiche in contemporanea alla permanenza di George e Leonard. Infatti, nell’ultimo lustro hanno avuto a roster tra i migliori giocatori non-star.
Un appunto: essendo un centro dalle dimensioni notevoli, ha senso che Ivica Zubac opti spesso per conclusioni dal long mid-range, e che abbia un basso Usage Rate. Ma se paragonato ad altri centri ha preso meno tiri dal mid-range – e mantenuto un minor Usage Rate. Approfondendo, la durata media del suo possesso palla di 1.36 secondi per tocco lo ha reso tra i 5 centri dal rendimento più basso nella scorsa stagione. Ma è rimasto un eccellente role player per i Los Angeles Clippers. Dalla Stagione 2019/20 in poi lo Usage Rate e la tendenza a long mid-range jumper sono state in calo – con pochi fattori ad esse correlati – indicando che i giocatori con minor frequenza nel possesso palla abbiano tirato meno dalle posizioni preferite da Leonard e George ed abbiano comunque aiutato la loro squadra. Un’ironica faccia opposta della medaglia è rappresentata dalla perdita di Nicolas Batum, finito ai Sixers all’interno della trade che ha portato Harden in California. Batum ha avuto lo Usage Rate più basso tra i giocatori con utilizzo significativo, riportando anche una bassissima frequenza nel tentare tiri dal long mid-range. Per quanto concerne le giocate in isolamento, il suo ricorso a questo tipo di giocate è stato talmente basso da non poter essere neppur registrato nelle statistiche di NBA.com, in ognuna delle sue stagioni a Los Angeles. L’attitudine nel costruire il roster dei Clippers, opposta a quella dei Celtics, ha definito parecchio la fase offensiva dei californiani. O, per esprimerlo in altre parole, non è riuscita a ristrutturarla oltre le solite scelte offensive delle 2 ali All-Star. I Los Angeles Clippers hanno continuato ed essere definiti dai pull-up jumper dal mid-range. Certe conclusioni sono state realizzate principalmente durante giocate in isolamento – hanno guidato la classifica delle giocate in ISO nella scorsa stagione. E proprio perché tanti role player hanno provato a sfruttare questo tipo di conclusioni, i Clippers sono terminati ultimi per quanto riguarda il numero di passaggi a partita l’anno scorso. La loro fase offensiva non-moderna è stata comunque efficiente – e lo sarebbe qualsiasi offensiva guidata da Leonard o George – ma ha risentito di vari deficit tramutatisi in vere e proprie barriere ai Playoffs. Il minutaggio di squadra con Leonard e George in campo ha avuto un calo in Offensive Rating, passando da 122.6 – in Regular Season nel lustro 2019-2024 – a 116.7 ai Playoffs. L’Offensive Rating dei Celtics è calata di poco ai Playoffs rispetto alla RS, passando da 121.6 a 119.0. Anche la NBA in passato era dominata da ali superstar, ma ha smesso di essere così da qualche anno. Nel costruire il roster vincente, i Celtics hanno avuto ben chiaro in mente quest’assunto, a differenza dei Clippers. Il risultato è stata la conferma quasi in blocco del roster bianco-verde, dando ai C’s la possibilità di difendere il loro Titolo NBA. I Clippers si ricorderanno per molto tempo di ciò che sarebbe potuto essere, sognando l’ottimo stato di salute dei giocatori, nella speranza che queste lezioni vengano messe in pratica nelle annate venture, per iniziare una nuova Era. A prescindere da quando essa avrà inizio.