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Questo contenuto è tratto da un articolo di Kevin McCormick per Sportskeeda, tradotto in italiano da Davide Corna per Around the Game.



Negli anni ’90, Charles Barkley era una delle molte star NBA che cercavano di opporsi a Michael Jordan e ai suoi Chicago Bulls. L’ala Hall of Famer aveva anche un piano partita molto specifico per affrontare uno dei componenti più importanti dei Bulls.

Nonostante i suoi comportamenti da cavallo pazzo fuori dal campo, Dennis Rodman è stato fondamentale nel secondo three-peat dei Bulls negli anni ’90. Si concentrava soprattutto sulla difesa e sui rimbalzi, diventando così il complemento ideale per Michael Jordan e Scottie Pippen.

Giocando nella stessa posizione, Charles Barkley e Dennis Rodman si ritrovarono spesso accoppiati uno contro l’altro in campo. Durante un’intervista, l’ex ala di Suns e Rockets ha rivelato a Michael Jordan cosa faceva per tenere Rodman fuori dalla partita.

Con l’intento di innervosirlo, Barkley gli assestava qualche pugno di nascosto durante la partita:

Gli davo un pugno più forte che potevo a inizio partita, e così poi lui mi lasciava in pace. Smetteva di cercare di irritarmi e di darmi fastidio

Charles Barkley e Dennis Rodman si sono sempre scontrati fisicamente. In ogni sfida fra loro, l’atmosfera si surriscaldava, visto che nessuno dei due voleva mai fare un passo indietro.

In aggiunta al loro stile di gioco aggressivo, Barkley e Rodman provavano anche a sfruttare qualche giochetto psicologico, come si è ampiamente notato in una sfida fra Phoenix Suns e Chicago Bulls nel 1996.

Per tutta la gara ciascuno dei due aveva fatto di tutto per cercare di innervosire l’avversario,  e in questo caso fu il giocatore dei Bulls ad avere la meglio.

Dopo aver portato Barkley a commettere un fallo in attacco in post, Rodman si rialzò di scatto e si mise a incitare il pubblico. Barkley non la prese bene e cercò vendetta subito dopo, dall’altra parte del campo, dando a Rodman un paio di gomitate sulla schiena, ma venne visto dall’arbitro, che fischiò fallo.

Ciò nonostante, furono Barkley e i Suns a ridere per ultimi quella sera. Grazie a una prestazione da 35 punti e 16 rimbalzi dello stesso Barkley, Phoenix vinse con 10 punti di vantaggio.

In quel momento non lo sapevano ancora, ma Barkley e i Suns fecero un’impresa quella notte. Phoenix fu una delle sole 10 squadre che riuscirono a battere i Bulls in quella stagione, che chiusero la regular season con 72 vittorie e 10 sconfitte, record che è restato il migliore della storia NBA per qualche anno, prima della stagione da 73-9 dei Warriors nel 2015-2016.