Le Olimpiadi sono finite, ma il mercato NBA non si ferma mai, e lo sanno bene anche Guerschon Yabusele, Mathias Lessort e Isaïa Cordinier, 3 dei paladini della cavalcata francese fino all’argento olimpico a Parigi 2024, che su X si sono resi protagonisti di un simpatico siparietto, alludendo a un ritorno nella Lega americana:
Nulla di ancora ufficiale, ovviamente, ma ci sono effettivamente delle chance di rivederli (uno, due o tutti e tre) in NBA a breve termine? Sì, ma ci sono complicazioni:
- partendo dal primissimo nome, quello di Yabusele, sono già partite suggestioni su un possibile approdo ai Cleveland Cavaliers, ma la fonte non è tra le più affidabili e il report a riguardo parla più di logica – una connessione con Kenny Atkinson, nuovo head coach in Ohio e assistente di Vincent Collet alle Olimpiadi – che di una vera e propria trattativa. Il giocatore, stando a Marc Stein, può inoltre richiedere sì il buyout da contratto, ma il Real Madrid si è organizzato per tempo: si tratta di $2.5 milioni da pagare, nonostante prima della deadline del 15 luglio la cifra ammontasse “solo” a $1 milione. Stando al nuovo CBA (articolo VII, sezione 3, paragrafo “e”) la cifra massima che una squadra può versare nel 2024/25 per l’acquisizione di un giocatore “International” è di $850.000, il che significa che Yabusele avrebbe da coprire una differenza piuttosto pesante, e il minimo salariale per un giocatore con 2 anni di esperienza in NBA per il 2023/24 è di $2.1 milioni circa ($2.087.519). Un problema da ambo le parti: il giocatore cercherebbe per forza di cose cifre più alte, mentre un’eventuale squadra interessata non sarà facilmente disposta a impiegare più del minimo salariale, alimentando un circolo vizioso senza via di uscita. Una soluzione potrebbe essere aspettare il trascorrere della stagione 2024/25, quando il suo triennale sarà finito, ma non è detto che a quel punto il mercato si “ricordi” granché di lui. Non che gli scout NBA guardino solo Giochi Olimpici e World Cup, anzi, ma le prestazioni nel raggio di 6 partite sono per forza di cose diverse da quelle di un’intera stagione, così come nel club è differente l’impiego e il ruolo rivestito rispetto alla nazionale. Parliamo comunque di un giocatore da 10.5 PTS e 4.9 REB in EuroLeague, tirando con il 46.1% da 3 punti su 76 tentativi totali e con un ottimo 65.2% da 2 punti – percentuali incoraggianti per un potenziale ritorno in NBA, dato che gli verrebbe richiesto (almeno inizialmente) un ruolo da specialista con pochissimi possessi, nel gestire i quali l’efficienza sarà importantissima. Il biennio ai Celtics è lontano e non ha nemmeno senso guardare alle cifre (33 gare nell’anno da rookie con 7 minuti di media, 41 in quello da sophomore con 6 minuti di media e 16 apparizioni ai Playoffs, quasi tutte nel garbage time), ma la sostanza non cambierebbe. Con la Francia e in generale nei campi FIBA lo abbiamo visto molto spesso sfruttare il fisico imponente per farsi largo in post basso o trovare gli spot per il proprio tiro, ma in NBA il tipo di fisicità è moderno e soprattutto, visto il modo di attaccare contemporaneo, serve più essere dotati fronte a canestro che non – soprattutto se si ha un ruolo ridotto dove si tocca pochissimo la palla. In poche parole, convertire con buone percentuali un piazzato da tre punti è una skill maggiormente richiesta rispetto al farsi sporadicamente spazio spalle a canestro (a meno che non ti chiami Joel Embiid o Nikola Jokic), così come saper prendere la scelta giusta su ricezione dinamica – taglio nel dunker spot o gestione del pick&roll da rollante (chiusura al ferro, letture dallo short roll etc.) – tutti fattori che contribuiscono alla fluidità di gioco. E questo non è chiaro se Yabusele possa farlo con continuità in NBA, pertanto qualcosa in più del minimo salariale diventa un’opzione rischiosa per le squadre interessate e di conseguenza non troppo realistica. Nel frattempo, però, è bene cavalcare l’entusiasmo, soprattutto dopo la schiacciata in testa a LeBron James.
- nelle rotazioni di Collet, Mathias Lessort ha totalmente soppiantato il DPOY in carica Rudy Gobert, trovando spazio grazie alla sua inesauribile energia a rimbalzo offensivo e alla maggior versatilità in fase di ricezione. Scelto dai 76ers al Draft 2017 con la 50esima assoluta, senza mai mettere piede su un parquet NBA, i suoi Draft Rights sono stati girati a destra e a manca fino ad arrivare ai Knicks nel corso del Draft 2020. E, secondo quanto riportato da Ian Begley su SNY, New York avrebbe provato ad aggiungere Lessort a roster, senza che si sia però raggiunto un accordo fra le parti. Al di là del (buonissimo) rendimento con la nazionale, parliamo di un protagonista assoluto delle Final Four vinte dal suo Panathinaikos: 17 punti sia in semifinale sia in finale, doppia-doppia da 10 rimbalzi nella prima e altri 6 nella seconda, tirando con un complessivo 11/18 dal campo e trascorrendo quelle che sono sembrate ore in lunetta – con 10 liberi in entrambe le partite, con 12/20 in fase di conversione. Un lungo che calzerebbe a pennello con le caratteristiche richiesta da coach Tom Thibodeau: altissima intensità sotti i ferri su entrambe le metà campo, capacità di correre il campo a ritmi sostenuti, il tutto per ampi tratti di gara senza chiedere il cambio. Un fit perfetto, che per adesso è solo un miraggio, ma il suo contratto in scadenza nel 2025 resta da tenere d’occhio.
- last but not least, un po’ di aria italiana con Isaïa Cordinier, vera rivelazione di queste Olimpiadi per la Francia. Non che le sue doti, soprattutto atletiche su tutte e due le assi (X e Y), fossero sconosciute, ma exploit come i 20 punti contro il Canada (di cui 10 nei primi 5 minuti) e i 16 con la Germania erano tutt’altro che scontati per un giocatore che – per esempio nella soffertissima gara contro il Giappone – ha rivestito un ruolo molto marginale. Anche il suo contratto, come quello di Lessort, scade nel 2025, ma Cordinier ha anche un’opzione di uscita per la NBA, i cui parquet nemmeno lui ha mai toccato, pur essendo stato selezionato dagli Hawks al Draft 2016 con la 44esima scelta. Anzi, uscita definitiva nel 2021, quando i Nets (che ne avevano ottenuto i diritti) hanno rinunciato a qualunque opzione sul giocatore. Tutta quella esplosività intravista alle Olimpiadi sarà abbastanza per strappare un contratto? Probabilmente – e il discorso è simile a quello per Yabusele, ma traslato su un giocatore con un ruolo e una posizione differente – non senza convertire il tiro con buone percentuali. Tutto quell’atletismo in NBA è la norma e, a meno che non si abbia la capacità di creare vantaggio e chiudere al ferro di un Ja Morant, nessun “piccolo” sopravvive senza avere un profondo bagaglio di opzioni per segnare – mid-range o tripla, specialmente in pull-up – o un playmaking elitario da abbinare alla rim pressure. Per adesso, in nessuno di questi due campi Cordinier offre troppe certezze, nemmeno per un minimo salariale, nonostante flash di altissimo livello e doti difensive sulla palla forse addirittura leggermente sopra la media NBA. Ma mai dire mai.