Questo contenuto è tratto da un articolo di Trevor Hass per Celtics Blog, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.
Per quanto il tutto possa non essersi sviluppato come ci si poteva aspettare dal punto di vista di un sostenitore dei Boston Celtics, alla fine Jrue Holiday, Jayson Tatum e Derrick White sono comunque riusciti a scalare la montagna e raggiungerne la vetta. Sono divenuti il primo trio a vincere un Titolo NBA e la Medaglia d’Oro delle Olimpiadi nello stesso anno solare. Ma prima di approfondire i singoli dettagli è necessario celebrare questa pietra miliare come merita. Anche se sia i Celtics che Team USA partivano come i favoriti per il successo finale nei rispettivi tornei, nessuna delle 2 selezioni aveva la vittoria garantita. Inoltre, i 3 cestisti hanno contribuito in entrambe le corse al Titolo, e meritano onori e celebrità. Passando oltre le celebrazioni, è giunto il momento di analizzare i dettagli.
1) L’impiego centellinato di Jayson Tatum ha creato molte perplessità
Che strano percorso intrapreso da questa storia, vero? Non solo dal punto di vista Celtics-centrico. Le continue panchine di Jayson Tatum sono divenute presto una delle più grandi notizie tra tutti gli sport presenti alle Olimpiadi. Perché non veniva impiegato? Avrà avuto screzi con coach Steve Kerr, o si è trattato solo di una questione legata alle rotazioni? Se avesse avuto più chance, sarebbe stato abile a coglierle? Provando a essere onesti, a lungo andare tutto questo è divenuto noioso. Ma è stato anche confortante vedere quanta gente nel mondo si spendesse per la causa di Tatum.
Sono molti a ritenere che Jayson Tatum meritasse di scendere in campo in ogni partita. Se il problema è concentrare 11 o 12 giocatori all’interno delle rotazioni, semplicemente bisognerebbe fare in modo che accada. Molti tifosi hanno chiesto a gran voce che JT fosse presente in quintetto o che fosse sul parquet nei finali di gara. Tatum è un giocatore eccellente, che però non è riuscito a guadagnarsi quest’onore. Devin Booker ha giocato molto più di Tatum, meritando di collezionare presenze e minuti. Ovviamente, anche Stephen Curry, LeBron James, Kevin Durant e Anthony Davis meritavano di scendere sul parquet. Perciò, è divenuto chiaro che Tatum fosse l’uomo più accreditato a far loro spazio. Ma non impiegarlo per tutto quel tempo è sembrato solo uno strano game plan, con poche – o quasi nessuna – giustificazione. Jayson non è riuscito a esprimersi al meglio, cosa difficile quando non ci si sente al centro di un progetto o un membro importante della squadra. Se si lavora ogni giorno, essendo investiti dalle emozioni e potendo solo osservare gli altri mentre performano, è quasi fisiologico che il proprio rendimento sia in calo: è parte della natura umana – e questa vicenda ha sottolineato che anche le superstar NBA sono esseri umani. Ciò che conta, però, è che Tatum abbia utilizzato tutto ciò come fonte di carica, senza esserne travolto o sopraffatto. Le aspettative su di lui, adesso, lo vedono comunque pronto per l’avvio della Stagione NBA. I Celtics sono fin troppo equilibrati per permettergli di vincere un Titolo MVP, ma è pur vero che ci si aspetta una prossima annata che sfiori quel traguardo.
2) Jrue Holiday è un Hall of Famer
Per il momento, vanno chiamate in causa e analizzate alcune statistiche: Holiday ha raggiunto Scottie Pippen in quanto vincitore di un Titolo NBA e una Medaglia olimpica nella stessa estate, realizzando l’impresa per ben 2 volte.
Gli unici giocatori nella storia della NBA a pareggiare o superare i numeri in carriera di Jrue Holiday – ovvero, punti in Regular Season e Playoffs, rimbalzi, assist, recuperi e stoppate – sono Kobe Bryant, Clyde Drexler, James Harden, LeBron James e proprio Scottie Pippen.
Questi dati parlano chiaro sia sul giocatore che sulla persona. Non è una coincidenza che, una volta aggiunto Jrue Holiday al roster, la mentalità e la cultura della squadra crescano e migliorino sempre più. E non lo è neppure il fatto che, con Jrue in campo, accadano spesso eventi positivi alla sua squadra. Holiday dà sempre il meglio, riuscendo a brillare nei momenti in cui la squadra è più in difficoltà e ha maggiormente bisogno di lui. Bisogna gustarsi la sua presenza, e non darla per scontata. Ciò a cui si assiste è con ogni probabilità un futuro Hall of Famer che, ad ogni sfida, riesce a far tirare fuori il meglio ai propri compagni di squadra.
3) Il contributo di Derrick White non deve esser dato per scontato
Derrick White, proprio come Tatum, ha preso parte ad alcune fasi di gara ed è rimasto ad osservarne delle altre. Tutti hanno reso onore a JT per come sia riuscito a gestirlo con grazia, e sarebbe giusto porre gli omaggi anche a D-White. Pur non essendo una superstar – anche se interpreta il suo ruolo proprio come una di esse – non dev’essere stato facile rimanere seduto in panchina durante una sfida per la Medaglia d’Oro. E nonostante Jaylen Brown abbia indubbiamente più talento, l’opinione generale è che White sia molto più adatto e complementare a questa versione di Team USA.
Avendo in squadra Kevin Durant, LeBron James, Steph Curry e Anthony Edwards, Team USA non aveva davvero bisogno di altri scorer, ma di un uomo capace di fungere da collante, di fare il lavoro sporco in uscita dalla panchina e dar modo ai propri compagni di recuperare le energie. White, come sempre finora, è riuscito ad eccellere nel suo ruolo.
4) Attenzione alla Francia nel 2028
Tatum ha dato solo risposte corrette quando gli è stato chiesto di parlare del suo futuro in Team USA. Semplicemente, è molto probabile che ancora non sappia se farà parte della spedizione olimpica del 2028. Può succedere di tutto nell’arco di 4 anni.
Ma sarà interessante vedere come lo scenario si evolverà. Un Team USA composto da Booker, Edwards, Tatum, Bam Adebayo e Jalen Brunson, con Cooper Flagg e AJ Dybantsa, riuscirà a battere la Francia? Allora Guerschon Yabusele potrebbe essere un giocatore NBA (o magari All-Star, chi lo sa?), e Victor Wembanyama avrà probabilmente raggiunto l’altezza di 2 metri e 40. Potrebbe essere una provocazione per gli Stati Uniti, ma si ritiene che la nazionale transalpina abbia serie possibilità di raggiungere il top nel 2028.
5) Il torneo è stato davvero spettacolare
Chiunque sia appassionato di basket guarda le partite per trovare dell’intrattenimento, ma nel caso di Parigi 2024 si è trattato di uno stile di gioco davvero ammaliante. Poter assistere a Curry, James, Durant tutti assieme sul parquet è stato spettacolare, e anche assistere al massimo impegno di Steph, con ancora tutto in ballo, è stato quasi esilarante. Quell’ultimo tiro può rientrare tranquillamente tra le migliori conclusioni effettuate in ogni torneo e in ogni ambito cestistico.
La speranza è che tutti siano riusciti a godersi questo momento. Il mondo si sta appassionando sempre più, perciò è impensabile che il tutto si dissolva e sparisca. Per adesso è tempo di pausa e riposo. La stagione NBA giungerà prima di quanto ci si possa immaginare, e si spera che tutti riescano a sviluppare un elevato grado di frenesia ed eccitamento alla sola idea. Il basket, dopo tutto, non si ferma mai.