Questo contenuto è tratto da un articolo di Louis Zatzman per Raptors Republic, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.
Siamo giunti nei giorni peggiori dell’estate, un periodo in cui le trade vanno osservate dalla giusta prospettiva – quanto meno, dalla più intelligente. Non si tratta solo di gettare nomi nella centrifuga per mostrare quanto Masai Ujiri ed il suo staff si stiano lasciando sfuggire delle occasioni d’oro. Sarebbe stupido ed inutile. Il punto di quest’articolo è di affrontare le ipotesi di alcune trade per mostrare quali siano i possibili scenari futuri dei Toronto Raptors. O anche comprendere quali siano quelli non realizzabili. Le trade, in questo contesto, vanno intese come delle “lezioni”, in maniera simbolica, anziché delle ipotesi realistiche di cui poter discutere. Questo è il principale cardine da tenere a mente nella lettura seguente.
1) Distruzione totale
I Toronto Raptors attualmente non possiedono in roster abbastanza talento da poter competere per il Titolo NBA. Tutto – entro certi termini di razionalità – volge in favore della crescita e dello sviluppo futuri della squadra, con Scottie Barnes come possibile candidato alla vittoria del titolo MVP, Immanuel Quickley divenuto un All-Star e così via. Ma la franchigia canadese non sarebbe ancora al livello di una contender. C’è ancora tanto che manca a questo roster. Ed è la ragione per cui la franchigia del Paese della Foglia d’Acero potrebbe voler andar male nella Stagione 2024/25. C’è un facile percorso per andare male: Jakob Poeltl ha guidato i Raptors per quanto riguarda l’on-off Differential da quando è tornato a giocare in Canada, 2 anni fa. Senza di lui, sia la fase offensiva che quella difensiva ne risentirebbero in negativo. Tra i centri è stato praticamente l’unico capace di difendere sui pick&roll, l’unico a saper finalizzare in maniera eccellente ed il migliore a raccogliere i rimbalzi, proteggere il ferro ed altri aspetti difensivi. Perdendo Poeltl la squadra allenata da coach Darko Rajakovic perderebbe una parte fondamentale del suo gioco. La scorsa stagione è stato evidente in brevissimo tempo. Prima che si potessero affibbiare le sconfitte all’assenza di Barnes – che comunque è stato un fattore importante – i Raptors performavano meglio con Poeltl in campo e Barnes out rispetto alla situazione opposta. L’austriaco non è un All-Star e molto probabilmente non lo diventerà, ma è stato uno dei prerequisiti per ogni minimo successo dei canadesi da quando è stato riaccolto. I Toronto Raptors possiedono una scelta al First Round del Draft 2025. Cedere Poeltl potrebbe permettere di ottenere tramite quella pick un giocatore di livello top al prossimo Draft. Ed in contemporanea, le caratteristiche del lungo austriaco sono facilmente rimpiazzabili. Non che a Toronto si sia trovato facilmente un centro valido nel corso degli anni. Scottie Barnes non può essere ceduto, per ovvie ragioni. E ciò rende la cessione di Poeltl lo scenario più realistico in vista della Stagione 2024/25.
Questa trade coinvolgerebbe 1-2 scelte al Draft spedite agli Atlanta Hawks, tra cui una scelta protetta futura (o l’attuale scelta ancora in possesso degli Indiana Pacers), oppure un paio di scelte al Second Round, o infine uno swap. Ma i Toronto Raptors otterrebbero un giovane centro a basso costo per rimpiazzare Jakob Poeltl, ma che certamente non sarebbe ancora al suo livello e quindi costerebbe qualche sconfitta ai canadesi nella prossima stagione. I Raptors apprezzavano Kobe Bufkin durante tutto il periodo pre-Draft prima che Gradey Dick entrasse nella loro orbita. Sicuramente Bufkin avrebbe aumentato la quantità di talento in quel ruolo. Nel contempo, gli Atlanta Hawks avrebbero a disposizione un centro che potrebbe giocare meglio rispetto a Clint Capela negli spazi creati da Trae Young, apportando ulteriori migliorie in fase difensiva. Quest’ipotesi potrebbe dare al roster della franchigia della Georgia un’altra possibilità per una Playoffs-run, a costi relativamente contenuti.
In seconda ipotesi i Toronto Raptors potrebbero scambiare Jakob Poeltl per ottenere quasi esclusivamente scelte al Draft. I Golden State Warriors stanno ancora provando a capitalizzare il prime di Stephen Curry, e Poeltl colmerebbe parecchie lacune del loro roster. Inoltre, Andrew Wiggins non ha offerto un contributo considerevole alla squadra dopo il Titolo NBA, ed è un costo importante per le casse dei Dubs. Toronto dovrebbe ricevere almeno 2 scelte al First Round in quest’affare. Una in cambio di Poeltl e l’altra per aver preso in carico il contratto di Wiggins. Se dovessero riuscire a trovare una soluzione per Chris Boucher o Bruce Brown, la squadra potrebbe anche rimanere al di sotto del Luxury Tax Apron. Chi sa cosa potrebbe accadere? Magari i Toronto Raptors riusciranno a rendere Wiggins un’altra star di casa. Ha funzionato con RJ Barrett. Ma, più realisticamente, ciò vorrebbe dire che i canadesi puntino parecchio sul Draft 2025, ottenendo ancora un paio di scelte al First o Second Round.
2) La scelta “burocratica”
Gli Oklahoma City Thunder hanno trascorso diversi anni nei bassifondi della Western Conference, col risultato di aver ottenuto parecchi giocatori incredibili dal Draft. Ma non è stata la loro unica via verso il successo. I Thunder hanno utilizzato al meglio il loro cap space, non mettendo sotto contratto giocatori Free Agent, ma aiutando le altre franchigie con i contratti. Lo stanziamento di Draft pick, ottenute qui e la attraverso qualche trade, è stato fondamentale ed incredibile. I Toronto Raptors hanno attualmente poco cap space, ma con parecchio peso da sgravare cedendo Boucher o Brown – ipotesi che potrebbero cambiare le sorti della franchigia. Ciò potrebbe anche implicare che i Raptors intendano provare a cavare qualcosa di utile da franchigie con minor flessibilità. Forse. Sarebbe stato tutto più facile se i canadesi non avessero messo a libro paga il salario di Bruce Brown. Toronto ha inoltre già perso un pò di flessibilità nella trade con i Sacramento Kings durante l’estate. Ma c’è ancora un pò di spazio di manovra. Non sono molti a sostenere l’ipotesi di uno scambio tra Ochai Agbaji e Jeff Green, ma la verità è che ci sono tante squadre giovani con pochi minuti a diposizione per i veterani. I Raptors ne otterrebbero uno, magari riuscendo a far lievitare il suo valore schierandolo durante la Regular Season per poi cederlo all’approssimarsi della trade deadline in cambio di scelte al Draft. Gli Houston Rockets avrebbero minuti da offrire all’interno del loro giovanissimo team – ed allo stesso tempo alleggerirebbero il salary cap nella Stagione 2024/25. Se i Raptors riuscissero a cedere Boucher, la trade appena ipotizzata non farebbe superare l’Apron. Probabilmente Jeff Green non è l’uomo perfetto per la causa canadese, ma si potrebbero ricavare delle scelte al Draft puntando su di lui e offrendogli del minutaggio – in un contesto stats-friendly e sgravato da obblighi di vittoria. E si tratta soltanto di una delle varie possibili ipotesi.
3) Upgrade
Conosciuta come “diamine, Deni Avdija era proprio lì a disposizione e si sarebbe incastrato perfettamente al fianco di chiunque altro in questo roster dei Toronto Raptors.”. Ma, si sa, quella nave è salpata da un pezzo. Ci sono altri buoni giocatori in squadre pessime in giro per la NBA. Ad esempio LaMelo Ball. Gioca ad un livello eccezionale, con un gran tocco nel pitturato ed è un tiratore migliore di ciò che lasciano intendere le statistiche, oltre che uno dei migliori assist-man della lega. In una buona squadra potrebbe avere una grande influenza positiva e condurla alla vittoria. Si collocherebbe perfettamente sul parquet al fianco di Scottie Barnes, mentre Quickley gioca talmente bene off-ball che i 2 potrebbero coesistere ottimamente. Ball è inoltre una grandissima point guard, buono nella ricezione dei rimbalzi – e ciò potrebbe avere un’ottima influenza su entrambi i versanti del rettangolo di gioco. Chiaramente, i Raptors dovrebbero rinunciare ad un paio di scelte al Draft. Ma gli Charlotte Hornets hanno un nuovo proprietario, e Brandon Miller ha fatto talmente bene l’anno scorso da poter essere la nuova stella su cui costruire le sorti future della franchigia. Non sarebbe arduo per gli Hornets accettare la GIUSTA offerta per LaMelo Ball. Ciò offrirebbe ai canadesi un’enorme mole di talento; magari non abbastanza da poter competere per il Titolo, in compenso. Forse i Raptors dovrebbero optare per un singolo colpo ben calibrato e non per un homerun.
Un’altra ipotesi, inoltre, riguarda Brandon Ingram ed il fatto che sia chiaro che (quasi) nessuno abbia intenzione di dargli quanto chiede. Perciò i New Orleans Pelicans potrebbero cercare di scambiarlo per ammortizzare le perdite, dando al contempo maggior minutaggio a Herb Jones e Trey Murphy III. Ingram è un ottimo giocatore, ma gli altri 2 si affiancano meglio a Zion Williamson. In aggiunta, i Pelicans sono carenti nel ruolo dei centri, e Poeltl potrebbe colmare quella lacuna. Il suo arrivo in Louisiana inoltre allevierebbe le pene patite per la partenza di Ingram. Nel contempo, i Chicago Bulls hanno un enorme ammontare di denaro per contratti di veterani. Ingram andrà in scadenza e Chicago potrebbe offrirgli una certa quantità di tiri a partita, forse anche al fianco di Zach LaVine, prima che il contratto di entrambi scada – e la franchigia possa definitivamente iniziare il rebuilding. I Toronto Raptors avrebbero la chance di inserire in roster un centro tiratore: Nikola Vucevic. Il montenegrino non è migliore rispetto a Poeltl, ma le sue abilità al tiro potrebbero funzionare al fianco di Barnes. Potrebbe essere un upgrade? Forse no, ma spesso gli innesti che rappresentano un upgrade non sono facilmente visibili a primo impatto. Per questo, quest’articolo non vuole pendere per nessuna delle ipotesi appena fatte. Ma si ritiene che tutte debbano quanto meno essere tenute in considerazione, per valutare tutti i possibili scenari futuri in casa Toronto Raptors. Il rebuilding canadese è in atto da poco meno di 1 anno e certamente non c’è nessuna intenzione di forzare i tempi. Ma c’è una gran differenza tra forzare ed aiutare lo sviluppo. Toronto può scegliere il proprio percorso, e le proprie chance per vincere o perdere – anche se non si può mai sapere quale sia quello giusto. Il rebuilding è un processo simile all’aria necessaria ad alimentare un fuoco: se troppa, può spegnerlo. In Canada non possono semplicemente sedersi ed attendere che il talento dei loro uomini in roster cresca per renderli a tutti gli effetti una contender, dopo anni di sanguinosi sacrifici. La GIUSTA mossa, ancora una volta, può catalizzare tutto questo processo.