Questo contenuto è tratto da un articolo di Eddie Bitar per Fadeaway World, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
La stagione NBA 2022/23 è stata molto interessante perché, fra le altre cose, ci ha regalato una dose spropositata di drama, di dramma. Al di là di quella che è e sarà un’interessantissima corsa Playoffs, anche grazie al Play-In, le blockbuster trade avvenute sia in offseason, sia (e soprattutto) alla trade deadline, hanno animato lo spirito e l’interesse di qualunque appassionato.
Oltre a questo, numerose storie e narrative sono state straordinarie da seguire sin dal giorno 1, e abbiamo dunque deciso di selezionarne 10 a cui non avreste mai creduto prima di questa stagione NBA, che si tratti di episodi di un momento o di intere settimane, ripercorrendo la stagione 2022/23.
10. I Portland Trail Blazers finiscono in lottery
Date le aspettative, i Blazers sembravano destinati ad affermarsi come una delle squadre di punta della Western Conference, con l’aggiunta solida di Jerami Grant a un core con un promettente Anfernee Simons, un buon lungo da regular season come Jusuf Nurkic e ovviamente una superstar del calibro di Damian Lillard. Lo stesso Chauncey Billups godeva di molto rispetto come head coach, ma le cose non sono andate come preventivato. Certo, non si parlava di un superteam, ma nemmeno di una squadra da bassifondi della Western Conference e intenta a spendere le ultime gare stagionali a tankare.
Tredicesimo posto a ovest e record di 33 a 45, nonostante un Damian Lillard commuovente. Che sia arrivato per lui il momento di abbandonare la nave?
9. Lauri Markkanen diventa una star
Lauri Markkanen è stato un giocatore solido sin dagli inizi della propria carriera, sebbene non avesse mai soddisfatto le grandi aspettative in lui riposte dalla rookie season. Almeno, fino al 2022/23. A Utah, il finlandese è arrivato a 25.6 punti di media conditi da 8.6 rimbalzi a gara, con il 50% dal campo e il 39% su 7.7 tentativi da oltre l’arco, cifre che gli hanno garantito la prima apparizione da All-Star.
Oltre che la grande sorpresa stagionale, sarà anche il favorito per il Most Improved Player.
8. Los Angeles Lakers e lotta Playoffs nella stessa frase
Dopo l’ultima stagione, chiusa con un record di 33-49, in pochi avrebbero scommesso di rivedere i Lakers ai Playoffs. Lo scambio di Russell Westbrook alla trade deadline ha fatto tutta la differenza del mondo, permettendo di aggiungere talento e profondità a una squadra che ne aveva bisogno, tanto che adesso i gialloviola sono settimi a ovest con un record di 40-38.
Ma soprattutto a mezza gara da quelli che sono il quinto e il sesto posto, nonostante un LeBron James appena rientrato dall’infortunio e a un Anthony Davis spesso alle prese con i soliti problemi fisici, anche solo marginali, ma che non permettono serenità nei back-to-back. AD è stato comunque il vero spartiacque di questa stagione quando è rimasto sano, mettendo insieme cifre da superstar a cui ci aveva abituati nel periodo della Bubble.
7. Dallas Mavericks fuori dai Playoffs
Dopo aver centrato le Western Conference Finals, si dava per scontata la presenza dei Dallas Mavericks in cima all’ovest. Con un record di 37 vittorie e 42 sconfitte, e il Play-In a una gara piena di distanza, le speranze di prendere parte ai Playoffs sono appese a un filo. Il tutto al netto del fatto di aver sacrificato profondità per arrivare a Kyrie Irving, mossa che non ha pagato i dividendi aspettati.
Con la stagione ormai al capolinea, per Dallas il male minore potrebbe essere quello di cui abbiamo parlato QUI.
6. Ja Morant impugna una pistola su Instagram
Chissà come avreste reagito se vi avessero detto che Ja Morant avrebbe avviato una live Instagram impugnando una pistola durante una festa in uno strip club. Morant era il volto mediatico della NBA, ma gli episodi delle ultime settimane ne hanno aumentato la popolarità completamente nel verso opposto, anche in seguito alle varie accuse mosse contro di lui.
Che Ja Morant, anche data la giovane età, avrà modo di tornare nelle grazie della NBA e di tutti i fan, non è in discussione, ma nessuno si sarebbe immaginato una situazione simile a inizio stagione.
5. Il licenziamento di Ime Udoka
Dopo l’apparizione alle NBA Finals, solo un pazzo avrebbe pronosticato il licenziamento di Ime Udoka dalla panchina dei Boston Celtics. Purtroppo, la questione extra-campo avvenuta prima di fine stagione, e cioè la violazione delle norme aziendali imposte dai Celtics riguardo alle relazioni fra membri dello staff sul posto di lavoro, ha portato prima alla sua sospensione, poi al passaggio di Joe Mazzulla da head coach ad interim a stabile.
4. I Kings tornano ai Playoffs
I Sacramento Kings faranno i Playoffs per la prima volta dal 2006. Nessuno ci avrebbe creduto davvero a inizio stagione, soprattutto se si fosse specificato che si sarebbero affermati come una delle migliori tre squadre della Western Conference. Creando uno dei migliori attacchi di questo 2022/23, coach Mike Brown ha guidato la propria squadra ben oltre gli obiettivi stagionali, coordinando al meglio le due guide tecniche, rappresentate da De’Aaron Fox e Domantas Sabonis.
Sacramento è a sole 5 gare dal primo posto ad ovest, indice di un lavoro incredibile, che si spera possa pagare i dividendi anche in post-season.
3. Draymond Green mette al tappeto Jordan Poole
Dopo il titolo, si pensava che i Golden State Warriors si presentassero in questa stagione più rilassati che mai e motivati a ripetersi. Dopo tutto, la squadra non era stata alterata troppo, ma tutto è cambiato quando Draymond Green ha assestato un destro in piena faccia a Jordan Poole, spedendolo a terra durante una sessione di allenamento pre-stagionale. Episodio apparso in mondovisione, dato che il video è stato diffuso da TMZ, che lo ha reperito da una fonte anonima.
Ad oggi, Green ha spiegato più volte l’episodio, dal quale però Golden State non ha vissuto la migliore delle stagioni. Lo stesso Poole, dopo il rinnovo stratosferico, non ha rispettato le aspettative, mentre anche Green è incerto sul rinnovo; Curry ha dovuto saltare svariate gare per problemi fisici, Gary Payton II è tornato, ma infortunato, e Andrew Wiggins sta tutt’ora affrontando problemi personali che lo stanno tenendo fuori dal campo. Adesso il sesto posto a ovest sembra dare abbastanza garanzie, ragionando anche in termini di tabellone Playoffs, ma mai dire mai con il Play-In così dietro l’angolo.
2. Implosione Nets: Kyrie a Dallas
In un accordo che ha spedito Spencer Dinwiddie, Dorian-Finney Smith e svariate picks a Brooklyn, i Mavs si sono accaparrati Kyrie Irving. I Nets hanno così completato una scissione che, vista la fragilità degli anni precedenti, era molto temuta. Il rapporto di Irving con il front office in particolare sembrava arrivato a un punto di non ritorno, specialmente al netto delle numerose questioni extra-cestistiche.
Ad ogni modo, la partenza da un contesto dal record vincente, che sembrava aver trovato un’ottima quadra, ha lasciato tutti di stucco.
1. Implosione Nets: Kevin Durant ai Phoenix Suns
Di gran lunga, il colpo che più ha scioccato tutti gli appassionati NBA. Il passaggio di Kevin Durant ai Phoenix Suns è probabilmente il più grosso evento nella storia della trade deadline. Il giocatore aveva già richiesto la trade in estate, ma la partenza di Irving si è rivelata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
In compagnia di Devin Booker, Deandre Ayton e Chris Paul, i Suns e Kevin Durant potranno ambire alle NBA Finals, salute permettendo.
7. KD’s back!
— Around the Game (@AroundTheGameIT) March 30, 2023
16 punti e “mani fredde” (5/18 al tiro), ma Kevin Durant è tornato e ha fatto il suo debutto davanti al pubblico di Phoenix.pic.twitter.com/1e9Zfr3BAw