Il match up tra i due lunghi potrebbe fare la differenza.

La serie fra Los Angeles Clippers e Phoenix Suns è sicuramente una delle più difficili da decifrare del primo turno. La Regular Season non aiuta, con un record di 2-2 ma con scontri di scarso valore, di cui 2 post-deadline ma senza Kevin Durant, nel primo caso, e senza i titolari di coach Monty Williams, nel secondo.

Tutto ciò rende questo matchup inedito e, di conseguenza, ancor più intrigante. Se non vi bastasse, comunque, ci sono varie storie da seguire, tra cui il fatto che una serie fra Chris Paul e i Clippers risulti sempre abbastanza emotiva, per non parlare della “rivalità” fra Russell Westbrook e KD che, negli anni post-OKC, è sempre stata scoppiettante.

Risulta quindi difficile decifrare con accuratezza quello che accadrà, ma la conoscenza di entrambe le squadre può offrire alcuni spunti che potrebbero essere fondamentali. Ricordando, fra le premesse, che Paul George non ci sarà inizialmente causa infortunio, con Tyronn Lue che ha già dichiarato di voler adoperare ogni precauzione necessaria.


Primi codici di lettura

La difesa sembra essere la chiave più importante della serie, con LA che deve decifrare il rebus dello strapotere offensivo di Phoenix dall’arrivo di Kevin Durant. Rompicapo che potrebbe rivelarsi quello più congeniale alla squadra di coach Lue, dotata di ali difensive da agganciare a turno alle superstar dei Suns. A referto per i Clippers c’è personale d’eccellenza come Kawhi Leonard e altri comprimari di peso e capacità difensiva sopra la media come Covington, Mann, Batum; tutti estremamente versatili e ottimi nel reagire a pick&roll.

Sarà proprio la reazione al gioco a due ad essere fondamentale, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione. La squadra di Coach Williams sfrutta al meglio il sistema dei blocchi, con l’utilizzo, che rasenta la perfezione, del cosiddetto “Spain” pick&roll (a proposito, ne abbiamo parlato QUI).

È possibile che i Clippers optino per un cambio sistematico per limitare tutte le bocche di fuoco di cui è fornita Phoenix, tentando soprattutto una difesa fisica su Durant, con molti contatti e mani addosso. Lo switch costante può inoltre lavorare molto bene nel limitare il respiro e le soluzioni al rollante, riuscendo ad evitare un collasso nell’area piccola che aprirebbe a degli scarichi estremamente pericolosi.

Per i Suns invece la situazione difensiva è estremamente diversa: la capacità di limitare gli uno-contro-uno e non aver troppa necessità di raddoppio possono fare la differenza per la squadra della Valley. I losangelini, infatti, giocano utilizzando molto spazio anche con qualche gioco di Pick&Roll invertito, con Westbrook da rollante che, se servito nello short roll, potrebbe innescare una difficile situazione per i Suns, che dovranno essere bravi a chiudere bene il giocatore a costo di concedere un tiro dal perimetro (di questo abbiamo parlato QUI).

Sarà inoltre necessario limitare il più possibile i forti recuperi dopo l’aiuto, troppo facili da battere in palleggio (Gordon risulta di grande efficacia in queste situazioni):

Se c’è una cosa che Russ fa ancora molto bene, è sfruttare il vantaggio per i tiri open dei compagni

Possibile qualche Decoy Screen per sfruttare le abilità di passatore del nuovo arrivo Mason Plumlee, spesso usato in azioni delay o in semplici hand-off come fulcro, che metterà a dura prova la comunicazione di Phoenix.

Un paio di esempi dell’uso di Plumlee da connettore

La tendenza maggiore per la squadra di Los Angeles è però un basso pace per cercare la stella Kawhi Leonard nel post up. Questa situazione, con The Claw aggressivo e con buone percentuali, può creare non pochi grattacapi ai ragazzi di coach Williams, che si vedranno costretti al raddoppio e a lasciare ottimi tiratori dal perimetro, come Batum, liberi di bombardare il ferro, rassicurati dalla grande aggressività a rimbalzo offensivo del loro centro titolare, Ivica Zubac.

Altre incognite

Dopo aver già reso a grandi linee il concetto nella sezione precedente, resta da chiederci come giocatori del calibro di Devin Booker e Chris Paul potrebbero diventare pericolosi per i Clippers o, viceversa, come il rientro di Paul George potrebbe cambiare ancora le sorti di una serie tutt’altro che facile da leggere.

La necessità di avere Chris Paul a referto punti è chiara per dare ulteriori pensieri alla difesa losangelina, che non potrà limitarsi agli switch, ma dovrà stare ben attenta al gioco di Point God.

Le prestazioni di Booker hanno risentito positivamente dell’arrivo di KD, con il giovane talento offensivo che sfrutta al meglio l’aria concessa dalla presenza del compagno, ma non potrà limitarsi a fare da spot-up shooter. La difesa su Durant sarà estremamente fisica e, nei momenti in cui il giocatore nato a Washington sarà costretto a calare di rendimento, sarà responsabilità di Devin Booker alzare il livello del proprio gioco offensivo.

Il rientro di Paul George aggiungerebbe un giocatore di gran peso su entrambi i lati del campo, se sano e libero da paure. La sua presenza porterebbe inoltre più leggerezza al compagno Kawhi, con cui si potrebbe scambiare diverse responsabilità nel corso delle partite. Un carico più lieve non potrebbe che giovare ad entrambi e alzare il livello di accuratezza offensiva e di attenzione difensiva.

Il peso sarà la chiave di volta

Analizzando punti di forza e deboli di entrambe le squadre, chi scrive è sempre più propenso ad attribuire ai due lunghi, DeAndre Ayton e Ivica Zubac, il punto focale della serie nella sua interezza.

Il match-up “sotto le plance” ha infatti un equilibrio analitico che dipende più da questioni di atteggiamento che da mera statistica.
Sarà infatti fondamentale per Phoenix che Ayton affronti da subito ogni partita con aggressività offensiva, essendo il punto debole per il lungo bahamense di fatto la costanza nell’aggressività e la tendenza quasi a nascondersi in alcuni momenti della partita.

Contro una squadra “piccola” come Golden State, Ayton è stato un fattore quando ha sfruttato la taglia senza accontentarsi del jumper dalla media

Con le doti atletiche e di mobilità di cui dispone potrebbe essere estremamente agevolato nello scontro con il più pesante, ma estremamente meno mobile, Zubac, che però non pecca di aggressività e lavora duro sia a rimbalzo che in difesa, ricordando agli avversari in ogni occasione disponibile quanto il gioco sotto canestro sia una guerra.

La sofferenza di Zubac nel reggere il gioco di Ayton, cercato spesso dall’arrivo di Durant e che dovrebbe essere il più agevolato dalla gravity del prodotto di Texas, potrebbe però essere sopperita dalle capacità offensive del lungo croato. La grande aggressività spalle a canestro è aiutata da mani educate, ben rappresentate dalla sua percentuale al tiro in stagione (.637 al tiro e .634 di percentuale effettiva).

Un po’ di ganci non proprio semplice contro la propria ex squadra

Sarà proprio il difficile gioco vicino a canestro ad avere un ruolo fondamentale in questo turno, ma le diverse incognite e i codici di lettura non sono da sottovalutare.

In linea generale, la sensazione è quella di un equilibrio precario tra uno strapotere offensivo ed un gigantesco scudo difensivo, il che porta a domandarsi: riuscirà la forza inarrestabile dei Suns a far deflagrare lo scudo inamovibile dei Clippers?

Per quanto interessante possa essere scoprire la risposta, ciò che ci si aspetta è l’ammaliante spettacolo pirotecnico che potrebbe derivare da questo scontro “paradossale”.