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Dopo una stagione e mezza a LA, sponda gialloviola, Russell Westbrook è approdato alla corte di Kawhi Leonard e Paul George.

Dopo un inizio difficile (5 sconfitte nelle prime 5 uscite) i Clippers, nonostante l’infortunio di PG13, sono riusciti a trovare la quadra, chiudendo la Regular Season 11-6 conquistando il quinto posto nella Western Conference.

Ma come ha impattato Westbrook sulla squadra di Ty Lue?


Con lui in campo, nella metà offensiva aumentano le palle perse, diminuiscono drasticamente sia i tiri liberi (-7.8%, minimo percentile) sia i punti su 100 possessi (-6.4, 15° percentile), figli della difficoltà dei Clippers nell’attacco alla difesa schierata (17° nella lega). Ma a che cosa è dovuta questa penuria nell’attacco a metà campo?

L’arrivo di Westbrook e l’addio di Kennard hanno cambiato le geometrie dell’attacco, peggiorando lo spacing e chiudendo di più l’area, già occupata da Zubac. L’infortunio di George ha peggiorato la situazione, complicando ulteriormente una situazione già intricata.

Le difese si sono adattate ai nuovi Clippers, chiudendosi in area, con l’uomo di Westbrook a lasciargli un paio di metri sfidandolo al tiro, rendendo più difficile andare al ferro e forzando i tiratori a prendere tiri più difficili.

Il risultato? Efficienza sotto media sia al ferro che dal mid-range per l’ex Lakers, che però ha migliorato le sue percentuali da tre (fondamentale il suo 7/9 tra le due partite contro Memphis e Lakers per evitare il Play-In):

RIMMID3PT
58%45%37%
33° percentile47° percentile59° percentile
Dati ultime 15 partite, via Cleaning the Glass

I Clippers sembrano aver capito come servirsene al meglio, sfruttandolo meno come creator principale, meno palla in mano e con la USG% più bassa in carriera.

In questo attacco, in cui non è più il centro da cui deve partire tutto e non dipende tutto da lui, è riuscito ad aumentare l’efficienza registrando la TS% più alta in carriera, nonostante un sample ridotto e la Regular Season sia spesso un test poco attendibile per capire fino in fondo la reale efficacia di queste armi tattiche.

Viene spesso coinvolto in pick&roll da bloccante con Kawhi da handler, per consentire all’ex Raptors di giocare poi in iso con guardie che in single coverage non possono contenerlo (nel tweet sottostante, prima clip).

In ottica Playoffs, dove le difese cercheranno di sfruttare ancora di più i limiti di Westbrook, questo tipo di attacco sarà fondamentale per cercare punti facili, far spendere meno energie possibili a Kawhi e costringere la difesa ad aiutare maggiormente, concedendo più spazio ai tiratori e intasare meno l’area.

Se i numeri in attacco fanno storcere un po’ il naso, quelli in difesa sono positivi e danno dei segnali incoraggianti in vista dei Playoffs:

Rim-3.7% (85° pct)
Three-3.1% (89° pct)
eFG-2.6% (88° pct)
On-Off, via Cleaning the Glass

Non è più l’atleta che era al peak, ma è ancora in grado di tenere fisicamente contro giocatori più alti e più grossi di lui, il che consente ai Clippers di giocare switch e di nasconderlo su giocatori meno pericolosi. Ha ancora dei limiti – più che altro legati alla concentrazione, come nel video con la tripla di Monk poco più avanti – in difesa, che lo portano a perdere il suo uomo o a fare delle scelte che possono costare caro, ma l’essere inserito in un contesto di squadra lo aiuta ad impegnarsi leggermente di più per essere un difensore quantomeno neutro, almeno in stagione regolare.

Chi scrive non è sicuro del fatto che questo tipo di difesa basterà ai Playoffs, soprattutto contro un attacco del livello dei Suns, che cercheranno di portare KD e Booker ad agire in ISO, ma la possibilità che sia meno dannoso degli anni passati non è da scartare. Il suo impiego sarà importante soprattutto per fare stancare il più possibile Paul e Payne e cercare di mandare fuori giri il back-court di Phoenix.