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Ringkomposition. Termine tanto semplice, quanto esatto, perfetto per descrivere la struttura narrativa che ha accompagnato Minnesota Timberwolves e Oklahoma City Thunder alla decisiva partita di Play-In di questa notte. La vincente affronterà i Denver Nuggets, qualificandosi ai Playoffs con l’ottavo seed, anche se questa è un’altra storia.

Una composizione ad anello perché Thunder e Timberwolves si sono affrontate nella prima gara stagionale di entrambe le squadre, nel lontanissimo 19 ottobre. Da lì molte, moltissime cose sono cambiate. Oklahoma City, ad esempio, ha chiuso la stagione in volata, nonostante qualche problema nelle ultime partite, cancellato dall’adrenalinica vittoria alla scorsa partita di Play-In contro i Pelicans. Con uno young core promettente e una pletora di scelte future a disposizione, la squadra allenata da coach Mark Daigneault – che ha fatto un lavoro stratosferico – si presenterà senza i favori del pronostico, ma con la mente molto più leggera.

Leggerezza che manca in quel di Minneapolis, dopo una stagione che si prefigurava difficile sulla carta e che si è dimostrata imprevedibile nei fatti. L’assenza prolungata di Karl-Anthony Towns nel corso della stagione non ha aiutato ad aggiustare i meccanismi complessi, e problematici, suscitati dalla convivenza con Rudy Gobert, per non parlare del fatto che anche il record ne ha risentito fino ad arrivare a questo punto. Aggiungete l’infortunio accidentale di Naz Reid, quello colposo di Jaden McDaniels, gli screzi in panchina, e avrete tutti gli ingredienti per quello che si preannuncia un disastro anticipato.


Fatte le dovute premesse, allegando gli injury report qua sotto, è tempo di selezionare quelle che potrebbero rivelarsi le chiavi della sfida di questa notte:

  • Twin-berwolves at their finest

Non è ancora sicuro che Rudy Gobert sia nelle condizioni di scendere in campo contro i Thunder, avendo anche lui stesso ammesso che probabilmente non avrebbe giocato contro i Lakers a causa dei problemi alla schiena che lo stanno perseguitando da qualche gara, sospensione o meno. Nonostante questo, da Jon Krawczynski (The Athletic) arrivano indiscrezioni secondo le quali il francese dovrebbe comunque sforzarsi di partecipare, viste le condizioni critiche e l’importanza della partita.

Questa sarebbe una sliding door significativa per i Timberwolves, che dovranno sfruttare al meglio il vantaggio che vantano su buona parte delle rivali, ancor di più su OKC: la taglia. Già guardando alla gara di un paio di giorni fa dei Thunder contro i Pelicans, è saltato fin da subito all’occhio il piano di cavalcare in attacco Valanciunas, al quale Jaylin Williams cede numerosi centimetri e chili.

Centimetri e chili che vanno a favore anche di Gobert e, in parte, di Karl-Anthony Towns. Questo significa che i Timberwolves dovranno sfruttare al meglio sia le ricezioni profonde del lungo francese, quando entrambi i lunghi o solo lui saranno in campo, sia il post up di KAT, quando Gobert sarà fuori.

Gli incontri stagionali fra le due squadre non aiutano a farsi un’idea di come le Twin Towers potrebbero coordinarsi nei minuti condivisi sul parquet, ma il piano partita dovrebbe prevedere il solito alto-basso, con Gobert in ricezione profonda sotto canestro. Da questo punto di vista, la presenza di Kyle Anderson in quintetto dovrebbe facilitare ancora di più l’esecuzione, con KAT ad aprire il campo, sebbene a quest’ultimo non manchi certo il tocco per certi passaggi:

Da questo punto di vista, i Pelicans nel secondo tempo dell’ultima vittoria di OKC sono stati fin troppo prevedibili e non sono mai riusciti a servire adeguatamente Valanciunas nel secondo tempo, nonostante il lituano si sia rivelato un fattore.

Lato OKC, sarà importante limitare molto questo tipo di ricezioni restando aggressivi sulla palla, disturbando quindi il più possibile la linea di passaggio, e cercare allo stesso tempo di negare preventivamente la ricezione profonda di Gobert, magari facendo mettere due piedi in più in area al difensore in aiuto più vicino, a condizione che sia abbastanza rapido sia da raddoppiare o fare stunt sulla transizione di palla da high post a low post, sia sulla transizione verso l’avversario marcato. In questo dovranno essere bravi, a fasi alterne, probabilmente sia Jalen Williams, sia Josh Giddey.

Ad ogni modo, qualora la ricezione di Gobert non dovesse essere troppo profonda, non serviranno raddoppi in emergenza, ma semplici stunt – o simulazioni di essi – che lo costringano a lavorare in post e a non riaprire per i tiratori. In questo il francese è migliorato sia come conversione, sia come letture, ma costringerlo a pensare più del dovuto è sempre una buona idea.

Assolutamente importante sarà, sempre con i due in campo, impedire a Karl-Anthony Towns di attaccare fronte a canestro. OKC ha il personale per marcarlo in partenza, avendo lunghi dinamici e ali fisiche, che questa versione di KAT un po’ “spompata” post-infortunio soffre molto, ma farsi battere significa automaticamente regalare due punti a Minnesota.

Soprattutto in qualche eventuale entrata Pistol, o negli hand-off con Anthony Edwards, la difesa dei Thunder dovrà essere comunicativa e non collassare sulle eventuali finte di consegnato, soprattutto dal gomito. Nella fase più sperimentale della stagione, Towns ha dimostrato di saper trovare infatti molto bene Gobert nel dunker spot con il lob, che difficilmente gli aiuti di OKC sarebbero in grado di disturbare:

  • palle perse e transizione

Un grande classico quando si parla di Minnesota Timberwolves in difesa e di Oklahoma City Thunder in attacco. Questi ultimi sono infatti nell’élite della Lega (secondo posto stagionale) per percentuale di possessi avversari trasformati in una palla persa, pertanto tra i primi per frequenza di transizione da palla persa avversaria e per punti aggiunti da palla rubata.

Minnesota, invece, è 26esima della Lega per turnover% e, di conseguenza, una delle squadre che concede di più la transizione avversaria in queste situazioni, sebbene tenda a difendere abbastanza bene rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare (2° in NBA per percentuali concesse da transizione su palla persa), soprattutto post-deadline.

Contro i Thunder, però, non ci sarà margine di errore per i Wolves, soprattutto con uno Shai Gilgeous-Alexander in grande spolvero come quello visto contro i Pelicans, e in generale per tutta la stagione.

I Thunder amano correre, mentre faticano di più nell’attacco a metà campo, dove Minnesota è anche una delle migliori difese della Lega. Rosicchiare punti da palle rubate potrebbe rivelarsi un fattore per OKC in una partita che si prospetta a basso punteggio.

  • A proposito di Shai…

Ecco, Shai. L’assenza di Jaden McDaniels giocherà un ruolo decisivo nell’andamento della partita, nel corso della quale sarà probabilmente Anthony Edwards a difendere sul miglior attaccante e scorer avversario. Ant ha qualcosa da farsi perdonare dopo la brutta gara contro i Lakers, per sua stessa ammissione non frutto di problemi fisici (come poteva sembrare dopo una brutta caduta sulla spalla) ma di approccio mentale, e non sarebbe sorprendente vederlo molto attivo difensivamente sia dai primi minuti.

Questo sarebbe fondamentale per Minnesota, dal momento che in squadra non c’è un singolo elemento altrimenti capace di limitare Gilgeous-Alexander, soprattutto qualora dovesse anche entrare qualche tiro da fuori in pull-up. I Pelicans, ad esempio, hanno optato per degli hedge&recover o dei veri e propri blitz sul pick&roll, ma questo non ha impedito all’attacco di OKC di essere efficace, per un paio di fattori.

In primis, per l’abilità di Jaylin Williams di leggere alla perfezione lo short roll, regalando sempre tiri con metri di spazio ai compagni. Questo, per tiratori non puri come Josh Giddey (32.5 3PT%) o Luguentz Dort (33.0 3PT%), fa tutta la differenza del mondo, tanto che i due hanno chiuso rispettivamente con un 3/7 e un 4/8 da tre punti nella vittoria della prima gara di Play-In.

In secondo luogo, per l’abilità dei Thunder in toto di trovare sempre la miglior soluzione grazie a facilitatori di ottimo livello come lo stesso Giddey, il già citato Jaylin Williams e Jalen Williams, i quali esprimono il loro miglior livello di gioco quando devono leggere o capitalizzare un vantaggio già creato.

J-Dub in particolare sa sia attaccare bene il closeout dal palleggio, chiudendo al ferro con percentuali nell’80esimo percentile Cleaning the Glass – questo, per completezza di analisi, anche grazie al fatto di essere un buon tagliante, sebbene per adesso ci interessi relativamente.

Minnesota dovrà fare di tutto per cercare di limitare Shai nell’uno-contro-uno senza cedere a questi adattamenti estremi, che rischiano di mettere in ritmo una squadra già abbondantemente in fiducia. Paradossalmente, in questi casi potrebbe essere più vantaggioso accettare di essere battuti una volta in più dallo stesso fenomenale scorer, che non far infiammare anche il resto della squadra.

I Timberwes hanno infatti molte soluzioni conservative a disposizione, soprattutto con il doppio lungo. A inizio stagione, ad esempio, sul pick&roll era Towns ad essere coinvolto, soprattutto al livello del blocco, mentre Gobert era lasciato in aiuto. Questo tipo di approccio difensivo è andato un po’ a scemare con il rientro di KAT, un po’ per i matchup (si pensi ad esempio a Brooklyn, che ha molti tiratori non battezzabili), un po’ perché Towns non si è dimostrato fin da subito tanto mobile quanto a inizio stagione dopo il periodo di fermo. Coach Chris Finch ha spesso preferito piazzare il lungo da Kentucky lontano dalla palla sull’attaccante meno pericoloso, essendoci anche un ottimo difensore in aiuto come McDaniels.

Vista questa assenza, però, potrebbe essere plausibile un “ritorno alle origini” sul pick&roll, considerando anche che, contro i Thunder, questo aveva dato i suoi frutti:

Ovvio, però, che ci sia molto più del pick&roll. Ad esempio, sempre prendendo in esame la recente vittoria contro i Pelicans, Shai Gilgeous-Alexander è stato armato molto spesso con dei semplici “horns” set, giocati però con i “piccoli” al gomito, in questo caso Shai e Giddey, con Jalen Williams da portatore.

L’esecuzione è stata sempre la stessa e, nel solo terzo quarto, ha portato a due isolamenti vincenti di SGA e a una palla sporcata in emergenza dalla difesa dei Pelicans. Più avanti, sono cambiati gli interpreti, ma meno l’esecuzione, con Gilgeous-Alexander e Jaylin Williams al gomito, e il primo in uscita da un flare screen del secondo.

Per difendere questo tipo di collaborazioni serve la massima concentrazione dell’uomo sulla palla, la pronta reattività del difensore deputato a chiamare il blocco cieco nel comunicare e prontezza sugli eventuali cambi, per fare in modo in primis di non lasciare un canestro facile al tagliante.

Come anticipato, l’idea di Minnesota dovrebbe essere quella di accontentarsi più di essere battuta nell’uno-contro-uno, che non di lasciare conclusioni libere che possano mettere in ritmo il resto del quintetto. E il materiale per farlo, con Edwards, sulla carta c’è, non essendogli richiesto un load offensivo spropositato per questo particolare matchup.

Ricordando anche che in stagione si è vista un po’ di zona, qualora servissero alternative ai Timberwolves nei minuti senza Ant.

  • rim pressure e foul trouble

Minnesota lascia tirare gli avversari molto al ferro (22esimi in stagione) ma anche discretamente male (ottava difesa per percentuali), e la shot chart di OKC combacia perfettamente con questa tendenza, andando i Thunder molto spesso al ferro (terzi per frequenza) , ma peggio di chiunque altro (ultimi per percentuali di conversione).

I due finisher sopra la media tra i non (troppo) lunghi sono Jalen Williams – che, come detto, è anche un ottimo tagliante – e, neanche a dirlo, Shai Gilgeous-Alexander, il che significa che la difesa di Minnesota non dovrà perdersi in aiuti eccessivi sulle ricezioni dentro l’area, limitando il più possibile sia le riaperture, sia (soprattutto) falli inutili.

Sì, stiamo parlando di Karl-Anthony Towns. Il prodotto di Kentucky è molto impulsivo e, nonostante i tanti anni nella Lega ormai, non ha mai imparato a contestare in maniera equilibrata i tiri avversari, scadendo troppo spesso in salti con angolazioni sbagliate, abbassando le braccia o cercando di stoppare tiri praticamente già segnati.

Sebbene l’effort difensivo sia un qualcosa indubbiamente da premiare, non lo è se impiegato senza criterio, come spesso capita a KAT. Tenerlo lontano dalla palla in aiuto può essere una soluzione, mentre tirarlo dentro il pick&roll con Gobert in aiuto (come proposto sopra) potrebbe rivelarsi rischioso, essendo Shai un cacciatore di tiri liberi da massimo percentile in stagione.

Come ripetuto fino alla noia, Minnesota potrebbe optare di essere conservativa, lasciando Gobert, Edwards o il marcatore di turno a vedersela con il clamoroso scorer di OKC, anziché permettere di innescare extra pass e penetrazioni faticose da seguire da una difesa molto accorciata senza McDaniels e Reid. Comunque, tanti auguri a quello che sarà il matchup di Shai.

Conclusioni

I Timberwolves partono in vantaggio tanto quanto i Pelicans nella passata partita, elemento pertanto praticamente superfluo in una gara secca. Come anticipato, i Thunder si presenteranno con la mente leggera di chi sa di essere già andato ben oltre le aspettative stagionali, senza troppo da dimostrare e con una squadra futuribile.

Minnesota, dall’altro lato, ha invece tutto da perdere, tra l’altro di fronte al pubblico di casa, dove non ha brillato in stagione. L’approccio alla partita contro i Lakers è stato perfetto fino a che le condizioni fisiche lo hanno permesso, soprattutto sul fronte difensivo, e replicare questo andamento positivo visto dal secondo tempo contro New Orleans, nell’ultima gara stagionale, sarà essenziale per non buttare via una stagione già molto complessa, travagliata e criticata.