Analizziamo le criticità e gli aspetti positivi in arrivo dalla Valley.

FOTO: NBA.com

A meno di una settimana dall’inizio della post-season 2023, i Phoenix Suns si preparano ad affrontare quella che sarà probabilmente una tra Golden State Warriors e Los Angeles Clippers, presentandosi con un biglietto da visita che recita 8-0 con Kevin Durant in campo.

Sono diversi i punti da tenere in considerazione per quella che, nelle intenzioni di James Jones e soci, si prospetta come una potenziale cavalcata verso le NBA Finals. Ne abbiamo selezionati 5, uno per ogni elemento del quintetto titolare.

PG – Chris Paul

Quello che viene riconosciuto da tutti gli addetti ai lavori come Point God è ormai vicino ai 38 anni e forse di fronte all’ultima chance di vincere quell’anello che ossessiona qualsiasi giocatore del suo livello. Ha iniziato questa stagione sottotono, con le sue statistiche in leggero calo rispetto alle medie di carriera.


Rimane però solido in entrambi i lati del campo, come ha dimostrato durante tutta la Regular Season, mantenendo alte le voci relative alla media assist, assist percentage (39%) e una difesa sempre intelligente.

C’è però un campanello d’allarme che ai Playoffs non potrà essere accettato da Coach Monty Williams, ossia la “timidezza” offensiva. Con gli innesti e il tipo di gioco di cui parleremo tra poco, i Suns non possono permettersi che Paul rifiuti grandi quantità di tiri sugli scarichi (in questa stagione ha tirato in media solo 11 volte a partita).

Ci si aspetta che il discorso aggressività offensiva sia chiaro nella mente del veterano, e che nei Playoffs risulti più pericoloso nei tentativi di tiro per togliere ulteriore equilibrio alle difese avversarie. Come in queste occasioni:

SG – Devin Booker

Il talento offensivo e scorer assoluto sta beneficiando di spazio e respiro dall’arrivo di Durant.

Viaggia a quasi 28 punti ad allacciata di scarpe, in perenne crescita nonostante sia una superstar già da qualche stagione.

Le qualità offensive simili al nuovo compagno di squadra (nella classifica degli scorer dal palleggio è terzo, Durant primo) avrebbero potuto dare qualche apprensione, ma Booker sta sfruttando al meglio la gravity che KD esercita sul campo, facendosi trovare sempre con le mani pronte e muovendosi magnificamente senza palla, grazie anche a schemi e set creati ad hoc.

Tutto ciò in aggiunta alle sue grandi qualità di portatore sul Pick&Roll, di facilitatore (5.5 assist/partita) e di interprete delle situazioni critiche puntando il difensore, che rendono Booker un giocatore ancor più difficile da contenere e decifrare per le difese avversarie, le quali non potranno che dividere le loro attenzioni e preoccupazioni tra lui e il miglior scorer della lega.

Per non parlare del fatto che, con una coppia di attaccanti di questo livello, la prima a beneficiarne è la second unit, che può trovarsi sempre a contare su almeno uno dei due.

Dal punto di vista difensivo, il prodotto di Kentucky rimane un giocatore energico e, con un carico offensivo più leggero, può di fatto dare una spinta maggiore sul portatore nella propria metà campo, lavorando al meglio sull’aiuto e recupero.

SF – Josh Okogie

Lo spot che preoccupa di più Coach Monty Williams, almeno per quanto riguarda il personale rendimento offensivo di Okogie e la sua continuità. Sono diversi gli interrogativi sull’ex Timberwolves, che potrebbe rivelarsi l’ago della bilancia per questa post-season nella Valley (ne abbiamo parlato QUI).

Tiro dalla distanza discontinuo, che è il male minore, e qualità di scelte discutibili per Okogie, con alcune palle perse ingenuamente e movimenti offensivi che a tratti sembrano caotici e imprevedibili anche per i propri compagni.

Da un negativo apporto offensivo (che non è sempre tale, ricordiamo i 25 punti con 5/10 da oltre l’arco contro Chicago) c’è in contrapposizione una verità del campo che è inalienabile: Okogie è, al momento, vista la partenza di Bridges e Johnson, il miglior difensore on ball e sulle linee di passaggio che la squadra di Phoenix abbia a disposizione.

PF – Kevin Durant

Il miglior giocatore offensivo della lega e minaccia globale, che si è adattato egregiamente alla squadra di Coach Williams. Dal suo arrivo, Phoenix ha smesso di perdere e Durant si è riconfermato un giocatore leggendario.

Dal punto di vista offensivo, viene sfruttato ad ogni occasione buona con la versatilità delle giocate che soggiace ad un’organizzazione che non sembra cambiata in nessun frangente.

I blocchi stagger per l’eventuale tiratore sono leggermente aumentati, per rendere al meglio nelle situazioni di raddoppio quasi sistematiche quando Durant ha palla in mano.

Ci sono grandi possibilità di vedere un tipo di gioco a due tra lunghi con KD come portatore e Ayton da rollante, quest’ultimo cercato dal prodotto di Texas con buona costanza.

Ancora sembrano essere poche le situazioni di cosiddetto Spain Pick&Roll, a cui i Suns sono molto devoti, ma in totale Durant e compagni hanno giocato insieme, al momento, circa 140 minuti. Questa potrebbe essere una criticità da non sottovalutare, sebbene le impressioni siano estremamente positive.

Dal punto di vista difensivo, avere un giocatore come KD permette di effettuare più cambi e di tenere con maggiore solidità le penetrazioni a canestro.

Le sue misure e la sua velocità gli permettono di difendere con buoni risultati su quasi tutti gli spot avversari, anche se tutto dipende dal carico offensivo e dalle responsabilità che fanno da grande contrappeso ad un lavoro pur costante nella propria metà campo.

C – Deandre Ayton

Il lungo titolare di Phoenix sta giocando un’ottima stagione e risulta fondamentale negli equilibri offensivi. È cercato molto dai compagni di squadra, che utilizzano al meglio sia la situazione di short roll, sia il piazzato dalla linea del tiro libero, mattonella molto amata da Ayton.

Con l’innesto di KD sembra essersi alleggerito anche di alcune responsabilità difensive, che davano l’impressione di legarlo nelle prestazioni e limitarlo come rim protector.

Il gioco in pick&roll con Durant come portatore potrebbe costringere le difese avversarie a confrontarsi con un rebus di difficile risoluzione ma, per quanto riguarda le possibili avversarie al primo turno (Warriors o Clippers, nel più probabile dei casi), Coach Williams potrebbe scegliere di evitarlo in virtù degli ottimi difensori che si troveranno ad affrontare, soprattutto nello spot di ala forte. Anche se il vantaggio di taglia, in entrambi i casi, potrebbe rivelarsi un fattore importante soprattutto in post-up, se armato adeguatamente, o a rimbalzo offensivo.

In linea generale, chi scrive ha l’impressione che il primo turno di Playoffs per Phoenix potrebbe rivelarsi quello più duro da affrontare e che, nel caso Golden State sia il matchup, la vincitrice di quel turno potrebbe risultare anche la papabile finalista a Ovest.

Pronta sarà la smentita da parte dell’imprevedibile mondo NBA, ma ci si sbilancia solo dopo un’analisi approfondita e con la consapevolezza che le precedenti esperienze ai Playoffs possano assolutamente fare la differenza in post-season, a volte più delle qualità e del talento.

La domanda sorge spontanea: riusciranno questi nuovi Phoenix Suns e il loro (sulla carta) strapotere offensivo ad aggiudicarsi il titolo? Non lo sappiamo, ma il nostro lato emotivo lo spera.

Quantomeno, per vedere un mostro sacro della pallacanestro come Chris Paul ottenere l’anello che gli appassionati della palla a spicchi sono sicuri si meriti.