Questo contenuto è tratto da un articolo di Noah Magaro-George per Air Alamo, tradotto in italiano da Marta Policastro per Around the Game.
I San Antonio Spurs stanno finalmente terminando la loro Regular Season e si sono assicurati uno dei tre peggiori record della lega, e con esso una delle migliori possibilità di aggiudicarsi Victor Wembanyama (o magari Scoot Henderson). Il Draft 2023, però, costituisce solo una parte di un’offseason che sarà fondamentale per la ricostruzione degli Spurs.
Le novità introdotte dal nuovo CBA (Collective Bargaining Agreement) avranno sicuramente ripercussioni sul modo in cui le dirigenze NBA, inclusa quella nero-argento, modelleranno i loro roster, perciò sarà necessario giocare d’anticipo.
La maggior parte dei giocatori attualmente in maglia Spurs sono sacrificabili per il giusto prezzo; perdere due di loro, peraltro, non rappresenterebbe un grosso danno. Altri giocatori, invece, credo che siano assolutamente intoccabili. Di chi sto parlando?
Ripartire da…
Dopo aver smantellato la squadra, gli Spurs sono alle prese con le prime fasi del rebuilding e non dovrebbero privarsi di Jeremy Sochan. Il polacco ha mostrato segnali promettenti su entrambi i lati del campo e si è già imposto come pilastro fondamentale per la ricostruzione dei giovani Spurs. Ha mantenuto medie che non si vedevano in un rookie a San Antonio da più di un decennio: 11.0 punti, 5.3 rimbalzi e 2.5 assist a partita, cifre sicuramente interessanti, anche se ad aver attirato l’attenzione su di lui sono stati soprattutto gli intangibles, come il lavoro sotto i tabelloni e l’energia in difesa (nonché il trash talking, in qualche occasione).
Dopo la sua unica stagione a Baylor, Sochan era considerato uno specialista difensivo; anche se ha effettivamente mostrato grande versatilità nel difendere dall’1 al 5, nemmeno le sue qualità come ball-handler sono passate inosservate: nonostante l’altezza (2.03 m), riesce a passare con facilità dal palleggio e ad avviare l’attacco con una naturalezza che non si vede spesso tra i suoi pari-ruolo. Prospetti di questo tipo non si trovano tutti giorni.
Insieme a Sochan, Devin Vassell potrebbe essere l’unico giocatore che considero inamovibile per gli Spurs. Il prodotto di Florida State era emerso come legittimo candidato per il premio di MIP, prima che un infortunio al ginocchio e la conseguente operazione in artroscopia lo tenessero lontano dal parquet per più di due mesi. Al suo terzo anno nella lega, comunque, viaggia a 18.5 punti e 3.6 assist a partita nel suo nuovo ruolo come seconda opzione designata da Popovich.
Di ritorno dall’infortunio, Vassell ha faticato a ritrovare il ritmo, ma ha dimostrato nel corso della stagione di avere enormi potenzialità come realizzatore su tre livelli, specialmente quando gli vengono dati un elevato minutaggio e carta bianca in attacco. I tifosi degli Spurs hanno assistito alla crescita di Vassell come ottimo realizzatore dal mid-range e dall’arco in catch&shoot; infortuni permettendo, questi saranno i punti di partenza del lavoro del giocatore durante la pausa estiva. Se riuscisse ad arricchire il suo bagaglio come self-creator e ad arrivare con più continuità al ferro, forse la guardia-ala potrebbe ambire allo status di All-Star.
Pronti a salutare
Nella sua seconda esperienza in maglia Spurs, Gorgui Dieng è stato un perfetto esempio dentro e fuori dal campo per i giocatori più giovani, e non si è mai lamentato del minutaggio ridotto, con San Antonio che è stata una delle peggiori squadre dell’NBA. Benché la presenza di un veterano per una squadra così giovane sia sicuramente un valore aggiunto, il 33enne sembra proprio non averne più, al di là dei minimi in carriera in ogni voce statistica.
Dieng paga a caro prezzo la sua lentezza e la scarsa mobilità, che lo rendono un punto debole per la difesa ogni volta che mette piede sul parquet. Sì, l’esperienza gli permette ancora di farsi valere quando difende in post, ma il senegalese non può nulla quando si trova accoppiato con giocatori più rapidi di lui. In attacco, in modo simile, riesce a dare prova del suo basketball IQ, ad esempio facendo saltare l’avversario su una finta o servendo alla perfezione i compagni in backdoor con un pocket pass; il suo contributo, però, non va molto oltre a questo. Penso che se la prossima stagione gli Spurs volessero tenerlo, dovrebbero considerare l’idea di offrirgli un posto nello staff tecnico.
A differenza di Dieng, Khem Birch è sotto contratto con i San Antonio anche per la prossima stagione (6.9 milioni di dollari, interamente garantiti), ma la dirigenza dovrebbe prendere in considerazione l’idea di tagliarlo o di raggiungere un accordo per un buyout già quest’estate, visto che il cap space eviterebbe agli Spurs ripercussioni salariali a lungo termine.
Il centro, nella lega da sei anni, è arrivato a San Antonio come salary filler alla trade deadline, nello scambio che ha riportato Poeltl ai Raptors; nessuno sentirebbe la sua mancanza se lasciasse gli Spurs, anche perché questo significherebbe minuti in più per il giovane frontcourt formato da Charles Bassey e Dominick Barlow.
San Antonio potrebbe cercare una squadra con cui intavolare uno scambio, ma è difficile pensare che una contender sia disposta a sacrificare una scelta al Draft per un giocatore come Birch, che possiede caratteristiche da rim runner e paint protector ormai piuttosto facili da reperire sul mercato. Oltre all’età (30 anni), i continui problemi al ginocchio e la scarsa mobilità non lo rendono certo appetibile: in NBA, Birch non è più nemmeno un giocatore da rotazione.