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Questo contenuto è tratto da un articolo di Marc J. Spears per The Undefeated, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


Un entusiasta Terance Mann è rimasto seduto per più di due ore a osservare come ha realizzato il suo sogno in NBA, con i suoi Los Angeles Clippers, dopo un’inattesa “promozione” nella starting lineup.


Il suo viaggio è stato lungo – partendo da Florida State, con tappe intermedie come il Portsmouth Invitational Tournament, una scelta al secondo giro al Draft, l’esperienza in G League – fino ai 39 punti segnati negli scorsi Playoffs, che avevano trascinato i Clippers al più alto traguardo nella loro storia: le Western Conference Finals. E quando la franchigia lo ha premiato con un’estensione contrattuale di due anni, durante il training camp estivo, per la guardia è stato il coronamento di un sogno:

È davvero incredibile ed emozionante, specie per tutto il percorso che ho fatto per arrivare sin qui. Quella prestazione è nata esattamente pensando a tutto ciò. Dicevo a me stesso: “Tutto è iniziato a Portsmouth, e hai dovuto affrontare una strada lunghissima, entrando per un pelo all’NBA pre-Draft camp. Poi la 48esima scelta al Draft, la G League…” Ho iniziato a capire di aver fatto tanto, tantissimo per me stesso. Ero davvero emozionato, ma non ho pianto: non spreco lacrime. Sono soltanto rimasto seduto a pensare: “Come diavolo sono riuscito a farlo?”

L’approdo in NBA è arrivato dopo un percorso arduo e “non convenzionale”, perché i Clippers hanno visto in lui qualcosa che a molti occhi è passato inosservato. Terance non aveva numeri da All-American (di media aveva 11.4 punti, 6.5 rimbalzi e 2.5 assist per 31.7 minuti a partita, durante la sua stagione da senior a Florida State nel 2019). Il nativo di Lowell, Massachusetts, tirava comunque con il 50.5% dal campo, il 39% da oltre l’arco e il 79% ai liberi.

Mann è un giocatore atletico e versatile sul versante difensivo, dotato di grande forza fisica e di un interessante IQ cestistico, ereditato dalla madre, Daynia, che lavora come assistant coach per l’Atlanta Dream, in WNBA. I suoi punti deboli, quando si è presentato al Draft, erano la sua abilità nel costruirsi dei tiri, ma soprattutto la sua età (22enne).

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Mann ha dichiarato che il suo vecchio assistant coach di Florida State, Charlton “C. Y.” Young, gli aveva rivelato che i Clippers erano molto interessati a lui. Ma il fatto che non fosse considerato tra i migliori del suo Draft ha lasciato il capo allenatore dei Seminoles, Leonard Hamilton, parecchio perplesso:

Terance è un vincente nato. È un giocatore dotato di un IQ cestistico superiore, che gli permette di riempire molte voci statistiche. Se si dà un’occhiata ai numeri, mostrano che lui è fondamentale in quelle giocate che aiutano a vincere le partite. A volte, al college, la gente dà un valore ai numeri “sbagliati”. Ma secondo me, lui è uno dei migliori. Ha vissuto esperienze che rendono una persona un giocatore vincente. Non tutti riescono a notare certi dettagli, ma un occhio più esperto si rende conto di che impatto ha sulle partite. Non dà mai troppa importanza ai suoi numeri, ma cura i dettagli che portano una squadra a vincere: le stoppate, gli aiuti difensivi, rubare palla, “sporcare” le giocate avversarie, gli “hockey pass”.

(Leonard Hamilton)

Di solito i più talentuosi al Draft hanno sempre una schiera di agenti pronti a rappresentarli. Non è stato il caso di Terance Mann, che dopo una lunga ricerca ha scelto di affidarsi al veterano Bill Duffy, che a The Undisputed ha parlato così del suo assistito:

Mi ha chiamato dicendo di essere Terance Mann e chiedendo se fossi interessato ad essere il suo agente. E lo ha fatto per gran parte della sua stagione da senior. L’ho visto giocare e finalmente mi sono convinto di voler lavorare per lui. Se mi capita di imbattermi in uno col suo talento, lo prendo al volo.

Duffy ha visionato per ore filmati su Terance, ha poi parlato di lui con GM e talent scout di varie franchigie NBA, ed anche con Leo Papile, ex allenatore in AAU e adesso consulente dei Clippers. Duffy ha appreso ben presto che Terance era considerato un two-way prospect con abilità di playmaking e ball-handling. Ha poi rivelato a Terance il suo piano – non convenzionale – nella speranza di farlo visionare da quanti più scout possibile: gli ha consigliato di giocare al Portsmouth Invitational Tournament, un appuntamento frequentato dai Senior con poco appeal, ma potenziale per giocare in NBA. Mann ha accettato, fidandosi ciecamente di lui.

Il torneo ha avuto partecipanti di lusso in passato, come Scottie Pippen, Dennis Rodman, John Stockton, Tim Hardaway, Ben Wallace, Avery Johnson, Jeremy Lin, Rick Barry, Dave Cowens ed Earl “The Pearl” Monroe.

Bill mi diceva: “Devi andare a Portsmouth, giocare come sai ed essere te stesso. Sii te stesso.” Aveva tanta fiducia in me. Ed io ne ho avuta altrettanta in lui e nel suo piano, perciò ho giocato a modo mio, dimostrando il mio valore.

(Terance Mann)

Mann era solo uno dei 64 giocatori Senior, divisi in 8 squadre, che avrebbero disputato quel torneo della durata di 4 giorni di fronte ai talent scout delle squadre di G League. Nonostante abbia giocato bene, non è stato sufficiente per far sì che fosse inserito nel 12-member PIT All-Tournament team. Le sue prestazioni a Portsmouth, però, gli hanno assicurato un posto nel G League Elite Camp di Chicago (12-14 maggio 2019), in cui hanno giocato 40 giocatori speranzosi di essere selezionati al Draft, più altri 40 giovani talenti. Il premio, per 10 degli eleggibili al Draft, era un invito per la 2019 NBA Draft Combine, sempre a Chicago.

Mann non era stato originariamente scelto per partecipare alla Draft Combine. Ne era rimasto molto deluso e confuso, perché credeva di aver giocato bene. Mentre si trovava in aeroporto (con qualche problema ad esibire il suo biglietto aereo per Atlanta a causa della batteria quasi scarica del suo cellulare), però, ha ricevuto una telefonata da un numero sconosciuto.

Il mio telefono era arrivato all’1% di carica, ho pensato di non rispondere per non sprecarla perché il mio telefono si sarebbe spento da un momento all’altro. Pensai: “Se rispondo non riuscirò a contattare più nessuno, si scaricherà”. Ma ho risposto comunque, ed ho sentito una voce sconosciuta affermare che ero stato scelto per l’NBA Draft Combine e che dovevo immediatamente tornare indietro! Perciò ho chiamato subito il mio secondo agente, Chris Gilbert, chiedendo che fare, e mi consigliò di tornare subito. Sono uscito di corsa dall’aeroporto e il mio autista era ancora lì. Avevo finalmente una chance di giocare davanti ai talent scout dell’NBA. Ho pensato che avrei davvero potuto giocarmi le mie carte.

(Terance Mann)

Mann si è classificato nella Top 10 per elevazione, sia in movimento che da fermo, dimensioni delle mani e forma fisica, ed ha anche giocato bene. Dopo Chicago, così, ha avuto dei workout per 13 diverse franchigie prima del Draft.

Terance racconta di aver sperato che i Clippers fossero i più interessati a lui. Leo Papile lo conosceva sin dai tempi dell’High School e aveva informato i Clips che lo riteneva un giocatore dall’impatto straordinario sulle partite, e che avrebbero dovuto pensarci al secondo giro del Draft.

È un ragazzo che ogni sera da tutto se stesso, che sia per 1 o 48 minuti. È competitivo, gli interessa solo vincere. Fa tutto ciò che serve per raggiungere la vittoria e mette la squadra sempre al primo posto.

(Leo Papile)

Arrivato il grande giorno, Mann non era considerato tra i migliori prospetti del Draft 2019, ma comunque si prevedeva una chiamata verso il finire del primo round. Quella sera Terane indossava una semplice tuta, era molto nervoso e ha preferito rimanere un po’ in disparte. Fino al momento in cui i Clippers lo hanno selezionato alla 48ma scelta, quando finalmente ha potuto salire sul palco e stringere la mano all’NBA Deputy Commissioner, Mark Tatum.

Pensavo che sarei stato scelto, prima o poi. Ma sapevo già, per via del mio carattere, che anche se non fossi stato selezionato sarei riuscito a farcela in qualche modo. Questa è la mia mentalità. Quando ho sentito il mio nome, poi, ero felicissimo. Era tutto ciò che speravo e di cui avevo bisogno.

(Terance Mann)

Mann ha firmato un two-way contract con Los Angeles nella speranza di convincere l’allenatore di allora, Doc Rivers, durante la Summer League di Las Vegas, di meritare un altro contratto. Nel luglio 2019, con la Summer League in corso, i Clippers hanno messo a segno dei colpi stellari, firmando Kawhi Leonard dalla free agency e prendendo Paul George dai Thunder via trade.

In un primo momento, Mann racconta di “aver pensato di far parte di quello scambio”, salvo poi scoprire il pacchetto ceduto: Danilo Gallinari, Shai Gilgeous-Alexander e 5 scelte al primo round del Draft.

L’Executive board member dei Clippers, Jerry West, leggenda NBA nota per avere un fiuto particolare per i giovani talenti, aveva reso nota la sua approvazione per Mann, in base a quanto visto durante la Summer League. I Clippers gli hanno quindi offerto un contratto quadriennale da $6.3 milioni. “Era il momento di dare il meglio di me e dimostrare quanto valessi”.

Durante la stagione da rookie è sceso in campo per 41 volte. Poi, ha dimostrato una grande etica del lavoro, migliorando il suo modo di giocare a vista d’occhio durante la NBA bubble. Ciò è accaduto anche grazie all’utilissima esperienza in G League nella stagione da rookie, durata 20 partite, con gli Agua Caliente Clippers. Durante quel periodo ha fatto registrare 15.5 punti, 8.9 rimbalzi, 6.2 assist e 1.2 palle rubate a partita, giocando soprattutto da point guard. Quell’esperienza in G League gli ha fatto capire di poter giocare in NBA.

Non mi sono mai lamentato del fatto di essere andato a giocare in G League, anzi. Mi sento ancora con coach Brian Adams, che attualmente lavora come assistente di Doc Rivers a Philadelphia. Mi ha aiutato tanto in quel periodo. Giocavo sempre e solo da point guard. Ho imparato tanto sul gioco e su me stesso: spazi, letture difensive, il mio modo di approcciarmi al gioco, i miei pregi e difetti, cosa fare o non fare e quando. Ho avuto modo di imparare dagli errori, cosa che quasi mai è concessa in una squadra che compete per vincere.

(Terence Mann)

L’ex Florida State ha messo a referto 7.0 punti e 3.6 rimbalzi in 18.9 minuti di gioco di media la scorsa stagione, tirando col 50.9% dal campo (5.2 FGA) e il 41.8% da tre (1.4 3PA), ed essendo l’undicesimo uomo per utilizzo nei Clippers. Era motivato a dimostrare di meritare più spazio, e ha avuto la chance di provarlo quando Kawhi Leonard si è infortunato al ginocchio durante Gara 4 della serie delle Conference Semifinals contro i Jazz.

Sapevo che era la mia opportunità, ma non ci volevo pensare troppo. Pensavo piuttosto che dovevo fare qualsiasi cosa servisse alla squadra per vincere. Non pensavo che fosse arrivato il momento di prendermi l’attenzione dei riflettori.

(Terance Mann)

In ogni caso, “it was time to shine”.

I Clippers, avanti 3-2 nella serie, stavano perdendo allo Staples Center di 25 punti, nel tentativo di scongiurare una pericolosa Gara 7 a Salt Lake City. Nessuno si aspettava che Mann potesse avere un impatto tale da stravolgere quella partita, ma i Jazz gli avevano lasciato spesso spazio, e Terance era esploso con 25 dei suoi 39 punti (career-high) nel secondo tempo, guidando la rimonta e conducendo i suoi Clippers alla vittoria. E, soprattutto, alla loro prima apparizione alle Conference Finals.

A fine gara ha ricevuto una standing ovation dai tifosi dei Clippers, ed è stato poi “ringraziato” dai compagni con gavettoni negli spogliatoi e con un un high-five dal chairman Steve Ballmer.

Mann ha detto di non aver mai immaginato nulla di simile, neanche nei sogni da bambino:

Mi sentivo come in trance, era come se non fossi nemmeno presente. Ero totalmente assorbito dal game plan, che per me in quel secondo tempo consisteva in: tira ogni volta che puoi. Se non sbaglio ho tirato 7/10 da 3 punti. Sembrava quasi di trovarmi durante una seduta di allenamento. Beh, ero sempre libero…

Sembrava che avessimo vinto un titolo: era la prima volta che i Clippers andavano alle Conference Finals. Ero davvero contento per i tifsi dei Clippers e per Steve Ballmer, che ha davvero cambiato le cose qui e ha dovuto passare tante disavventure per riuscirci. Essere uno di quelli che ha compiuto l’impresa è stato davvero incredibile per me.

Quella prestazione, che ha fatto la storia di Los Angeles, lo ha reso famoso non solo a tutti i tifosi di LA, ma in tutto il mondo. Ormai chiunque lo riconoscerebbe in città, persino se indossasse un cappuccio. Anche se a volte tutta questa notorietà può provocare qualche disagio:

Ovunque vada, chiunque sa chi sono. È una gran cambiamento per me. In aeroporto a New York, in Florida, ovunque. Ho tanti occhi addosso, anche se indosso la mascherina e il cappuccio e provo a rimanere in disparte. Non che non mi piacciano le attenzioni, ma a volte possono metterti a disagio. Ci sono state un paio di volte durante l’offseason in cui la persona seduta accanto a me in aereo non mi aveva riconosciuto, fino a metà volo; dopodiché, volevano solo parlare con me, farmi domande, avere qualche racconto… Ti cambia la vita, completamente. E il numero di follower sui social network! La parte migliore è il rispetto che ricevo dalla mia famiglia e dai miei amici più cari, e l’orgoglio che rappresento per loro.

Lo scorso agosto Duffy ha chiesto al front office dei Clippes di premiare Terance. Il suo contratto prevedeva $1.7 milioni per questa stagione, $1.9 milioni la prossima. I Clips potevano offrirgli un’estensione di 4 anni per $56M, rifiutando la team option per la prossima stagione. Mann avrebbe potuto scommettere su sè stesso e diventare un restricted free agent nel 2023, ma ha optato per il prolungamento, legandosi a lungo termine ai Los Angeles Clippers, la squadra che ha creduto in lui e gli ha dato un’occasione in NBA. Terance, così, sarà nuovamente free agent a 28 anni.

Non credevo potesse accadere, avevo ancora due anni di contratto. Chi lo farebbe? Alla dirigenza andava bene, le trattative sono durate qualche mese. Sono contento di aver firmato per la squadra che ha creduto in me sin dall’inizio. Anzi, che ha creduto in me prima che tutto avesse inizio. E avendo l’opportunità di prolungare il mio contratto, perché non avrei dovuto farlo?