Questo contenuto è tratto da un articolo di Geoffrey Clark per BullsConf, tradotto in italiano da Davide Angelo Corna per Around the Game.
Ci è voluto leggermente di più di quanto molti si aspettavano, ma i Milwaukee Bucks hanno eliminato i Chicago Bulls dai Playoffs NBA in cinque partite. E appunto, è stato sorprendente che la serie sia durata più del minimo di quattro partite.
Dopo essere stati in cima alla Eastern Conference durante la pausa per l’All-Star Game, i Bulls sono sostanzialmente crollati e hanno di poco evitato il passaggio dal Play-In. I tifosi dei Bulls sono stati felici di vedere la loro squadra arrivare ai Playoffs per la prima volta dopo 5 anni, ma la qualificazione è giunta dopo due mesi finali di Regular Season davvero frustranti. Probabilmente sapete già tutto questo, ma potreste invece non aver pensato a quanto la sconfitta al primo round contro i Bucks simboleggi perfettamente la stagione 2021/22 dei Bulls.
Come non ce n’erano prima della Regular Season, non c’erano grosse aspettative per Chicago nemmeno in post-season. Ma è successa una cosa buffa: i Bulls sono riusciti a vincere la seconda delle prime due partite a Milwaukee, sorprendendo il pubblico proprio come era successo nei primi 4 mesi di stagione. La gente ha iniziato a credere in loro, con anche l’infortunio a Khris Middleton che contribuito a nutrire le speranze dei Bulls.
Poi, però, è arrivata la dura realtà. I Bucks hanno vinto le due gare successive allo United Center, ricordando ai Bulls quanta strada debbano ancora fare. Ma chi può dire cosa sarebbe successo nella parte finale della Regular Season e nei Playoffs, se Lonzo Ball non fosse rimasto fuori dai giochi da gennaio? E se Patrick Williams avesse avuto più tempo per tornare in forma, dopo essere rimasto ai box per mesi? E se Zach LaVine non avesse dovuto giocare sul dolore (ginocchio) per mesi e mesi, rincorrendo i suoi primi Playoffs?
Gara 5 ha sintetizzato tutto ciò in 48 minuti. Alex Caruso nel concussion protocol e LaVine nei protocolli-Covid (come se il ginocchio non bastasse) mentre la squadra chiudeva la propria annata.
DeMar DeRozan ha fatto ciò che ha potuto per mantenere i Bulls all’interno della serie, ma i Bucks si sono concentrati nel limitarlo, costringendo il supporting cast di Chicago a fare la differenza; cosa che non è successa, perché, come abbiamo visto nell’ultima parte della stagione regolare, il supporting cast ha mostrato parecchie carenze.
I Bulls non sono stati in grado di mantenersi a contatto con una delle migliori squadre NBA, e i Bucks si sono assicurati di portare a casa agilmente la serie. In effetti, anche in Regular Season i Bulls hanno spesso perso non di poco contro le squadre di alto livello. Hanno vinto la maggior parte delle partite conto le squadre “inferiori”, che è importante per costruire un buon record… ma se sai fare solo questo, non puoi avere grandi aspettative quando arrivi ai Playoffs.
Insomma, i Bulls hanno dimostrato più volte che, nonostante siano molto migliorati, non sono ancora pronti per giocare a questo livello. Cosa possono fare per evitare che la situazione si ripeta nel 2022/23?
Prima di tutto, superare i problemi fisici dei giocatori-chiave. Una ristrutturazione del supporting cast, poi, potrebbe consentire alla squadra di esprimere il suo potenziale anche in presenza di qualche infortunio.
Arturas Karnisovas e Marc Eversley hanno mostrato la scorsa estate di non aver paura a fare movimenti per un miglioramento istantaneo. Ora, vogliono provare ad entrare nella cerchia delle squadre competitive nei Playoffs.
Non sarà facile, ma i due dirigenti ispirano grande fiducia nella Bulls Nation.