Questo contenuto è tratto da un articolo di Nico Martinez per Fadeaway World, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
In un’intervista esclusiva su ‘the OGs Show’ con Mike Miller e Udonis Haslem, l’ex stella NBA John Wall è tornata ad aprirsi sui problemi di salute mentale patiti nel corso della sua vita, soprattutto nei lunghi periodi di stop a causa dei numerosissimi e tremendi infortuni che ne hanno tormentato la carriera. Dopo il racconto nel 2022 su The Players’ Tribune, dove aveva ammesso di essere stato molto vicino al suicidio, Wall ha rivelato ulteriori dettagli ancora più “crudi”:
“La salute mentale è una cosa seria, cerco di farlo capire a tutti. Sono dovuto andare in terapia. Se non fosse stato per i miei due figli mi sarei ucciso, mi sono puntato una pistola alla testa due volte e molte delle persone vicine a me, amici cari, non lo sapevano. Sono usciti dei video in cui facevo segni da gang e cose simili, quello è stato il mio momento più buio, cercavo di trovare un po’ di felicità. Volevo suicidarmi ma mi sono detto che, se lo avessi fatto, avrei tradito i miei figli, chi ci sarebbe stato a crescerli?”
Per il fu All-Star dei Wizards sono stati anni duri. Dopo le stagioni migliori, ad altissimo livello, ha sofferto una serie di infortuni brutali che ne hanno devastato la carriera, da All-Star conclamato a giocatore incapace di trovare un contratto NBA, tutto nel giro di pochissime stagioni. Un trauma difficile da digerire per un “predestinato” come lui, che ha toccato il fondo nel 2020 con l’assenza prolungata dal campo e l’uscita del video controverso di cui parla.
Il fatto che si sia puntato una pistola alla testa in due occasioni separate è un indicatore della difficoltà provata da John Wall in quel periodo, prolungatasi nel tempo e apparentemente senza via di uscita. E questo nonostante una carriera da oltre $276 milioni guadagnati in soli stipendi, che non sono stati sufficienti a colmare il vuoto lasciato dal giocatore sul parquet. L’intervista completa: