Questo contenuto è tratto da un articolo di Mike Sielski per The Philadelphia Inquirer, tradotto in italiano da Davide Zaino Pasqualone per Around the Game.


Il messaggio dei Philadelphia 76ers recapitato a James Harden e ai Los Angeles Clippers, sua destinazione preferita in caso di trade, è semplice: noi aspetteremo.


Come sempre in questi casi, e come ad esempio sta succedendo anche a Portland con Lillard, Sixers non hanno molte alternative, se non quella di aspettare un’offerta vantaggiosa per Harden. Vuoi togliere Terance Mann dal tavolo? Noi aspetteremo. Vuoi avvolgere quella scelta al primo round in una serie protezioni, fino a renderla quasi priva di valore? Noi aspetteremo. Vuoi sfruttare il malcontento di Harden per avere un prezzo di favore? We’ll wait, questa è la risposta dalla franchigia di Philly.

Lo stesso vale per Harden. Il messaggio è chiaro: cercheremo di accontentarti, ma dobbiamo fare prima di tutto il bene per noi stessi. Perché siamo contrattualmente obbligati a pagarti 35 milioni di dollari, così come tu sei contrattualmente obbligato a giocare a basket per Philadelphia. Preferiresti aspettare, e vedere cosa offriranno i Clippers? Bene, anche noi. Altrimenti… noi aspettiamo lo stesso.

Allo stato attuale delle cose, lo scenario migliore per i Sixers è chiaramente sperare che Harden cambi idea. Ma è davvero una possibilità? L’unica risposta lecita la potrebbe dare Harden, ma ci sono alcuni segnali che dimostrano che il sentiero non sia del tutto abbandonato.

Prima di tutto, dimenticatevi di Lillard ai Sixers. Non succederà, e non per Tyrese Maxey.

“James, lui ti rispetta”, ha detto Pat Beverley, parlando del nuovo coach Nick Nurse, “starai benissimo con lui qui”. Parole pronunciate diversi giorni dopo che la notizia della richiesta di trade di Harden si era diffusa, a cui è seguita una vera e propria supplica perché Harden rimanga nella città dell’amore fraterno: “Una delle motivazioni che mi ha convinto a venire qui è stata James Harden, perché lui era qui. Quindi, spero che rimanga. Spero che possa in qualche modo risolvere quel che c’è da risolvere, lasciarsi alle spalle tutto questo e andare avanti. Penso che sia importante.”

Quali che siano le motivazioni di Harden, chiaramente non è una questione personale nello spogliatoio. La scorsa settimana i fotografi lo hanno visto mentre festeggiava con Joel Embiid, Tobias Harris e l’ex co-proprietario dei Sixers, Michael Rubin, a una festa a Las Vegas. E nei giorni successivi lo stesso Embiid, ospite a Showtime, ha detto: “Voglio che torni, ovviamente, così possiamo realizzare ciò che vogliamo, ovvero vincere un titolo. Spero che la sua idea possa essere cambiata. Ma a parte questo, io sono solo felice di essere suo amico. Siamo in contatto e siamo cresciuti da quando è arrivato qui, ed è quello di cui sono entusiasta. Sono entusiasta di mantenere quell’amicizia per il resto della nostra vita.”

Quanto alla dirigenza, i Sixers nei giorni scorsi hanno scelto di pagare Paul Reed, e anche questa è una decisione incoraggiante per il coinvolgimento del Barba.

Vale la pena notare che i messaggi in arrivo da Harden sono stati estremamente contrastanti durante il crollo del rapporto con la franchigia: ci sono fonti secondo cui Harden stava chiedendo lo scambio nonostante fosse “molto positivo” e “incuriosito” dalla direzione dei Sixers sotto coach Nurse; secondo altri, invece, l’ex Brooklyn avrebbe interrotto totalmente i rapporti con staff e front office. Non ci sono, in ogni caso, problemi con i suoi compagni di squadra, e la sensazione è che Harden stia operando più o meno per principio. Lui voleva solo una cosa: un contratto a lungo termine.

Harden aveva lasciato sul piatto dei soldi quando ha rifiutato un’opzione da 47 milioni la scorsa stagione, per firmare nuovamente a 35 milioni e aiutare l’organizzazione a completare il roster. I Sixers, però, si sono dimostrati riluttanti a dargli il contratto a lungo termine che chiedeva il mese scorso.

L’attuale situazione di stallo, però, fa pensare a una possibile riapertura del dialogo. Alla fine, Harden si trova dov’è perché non si è sentito abbastanza apprezzato. Ma i Sixers hanno bisogno di lui per dare ad Embiid una chance di competere per il titolo, e per questo Philadelphia potrebbe essere l’unica squadra che lo apprezzi abbastanza.