Questo contenuto è tratto da un articolo di Gautam Varier per Fadeaway World, tradotto in italiano da Anna Cecchinato per Around the Game.
Gary Payton è uno dei migliori playmaker di sempre, e anche uno dei più grandi trash talker. The Glove ha giocato nella lega per 17 stagioni, durante le quali ha vinto un titolo e un premio di Defensive Player of the Year, e il suo chiacchericcio costante gli ha riservato il quarto posto nella storia dell’NBA per numero di falli tecnici, a quota 250.
Con il trash talking, spesso, oltrepassava i limiti. Di solito si dice che le famiglie degli avversari siano off limits, ma Payton era di un altro parere:
“Se sapevo qualcosa della madre, della sorella, di un’accusa di guida in stato di ebbrezza, lo tiravo fuori. Alcuni potrebbero considerarlo crudele, ma io lo facevo.”
Un giorno andò davvero oltre con il trash talking, con alcuni commenti sulla madre di Lamar Odom, che era deceduta per un cancro al colon. Payton non era a conoscenza, e dovette scusarsi pubblicamente per l’accaduto. C’è un motivo se esiste un certo limite, del resto: non puoi mai sapere cosa ha affrontato chi ti trovi davanti.
Recentemente Payton, in una puntata del podcast di JJ Redick, ha rivelato il suo All-90s Trash Talking Team: Michael Jordan, Reggie Miller, Larry Bird, Chuck Person e ovviamente se stesso.