Questo contenuto è tratto da un articolo di John Voita per Bright Side Of The Sun, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
C’è speranza all’orizzonte per i Phoenix Suns. Dopo un periodo di sconforto di sette partite in cui hanno registrato un record di 1-6 e sono sembrati una delle squadre più deboli della Western Conference, i rinforzi sembrano essere arrivati giusto in tempo: il rientro di Kevin Durant e Bradley Beal è previsto per martedì sera contro i Los Angeles Lakers. Il loro ritorno non potrebbe arrivare in un momento migliore.
I Suns hanno faticato e le ragioni sono tante. Il motivo principale è l’inconsistenza della profondità del roster quando i giocatori di rotazione vengono chiamati a ricoprire ruoli più importanti. Nelle ultime sette partite, l’assenza di Durant, unita a quella di Beal che ha saltato sei partite, ha fatto sì che i Suns si trovassero in difetto di ben 45.4 punti a partita. Come hanno cercato di colmare il vuoto? Per lo più con giocatori al minimo salariale e rookie. Prevedibilmente, le loro prestazioni hanno rispecchiato la loro esperienza e il loro stipendio. I giocatori con veteran minimum sono lì per un motivo, e anche se è stato incoraggiante vedere i rookie contribuire, sono ancora nelle prime fasi di apprendimento della loro carriera. La delusione maggiore, tuttavia, è stata quella di giocatori di medio livello come Royce O’Neale e Grayson Allen. Entrambi sono stati chiamati a riempire il vuoto offensivo, ma non sono riusciti a farlo con continuità, l’inconsistenza è ciò che li definisce giocatori di medio livello. Pur avendo prestazioni occasionali degne di nota, non hanno l’affidabilità necessaria per essere dei cambi di gioco. Se avessero questa costanza, sarebbero giocatori al massimo salariale, non semplici filler. Con il ritorno di Durant e Beal, i Suns potrebbero finalmente ritrovare la potenza di fuoco di cui hanno disperatamente bisogno per stabilizzare la loro stagione.
Se si guarda al periodo precedente all’esclusione dei due, si nota una notevole differenza nelle prestazioni. Quando i giocatori hanno operato nei limiti dei loro ruoli, la squadra ha funzionato senza problemi. Quando invece gli infortuni li hanno costretti a uscire dai loro ruoli, i risultati sono stati molto meno efficaci.
Royce O’Neale
- Pre-doppio infortunio: 25.6 minuti, 10.4 punti (53.2 FG%, 52.6 3PT%), +74 +/-
- Post-doppio infortunio: 24.8 minuti, 10.7 punti (29.6 FG%, 29.5 3PT%), -84 +/-
Grayson Allen
- Pre-doppio infortunio: 19.3 minuti, 8.1 punti (34.7 FG%, 33.3 3PT%), -1 +/-
- Post-doppio infortunio: 25.3 minuti, 13.4 punti (40.4 FG%, 36.4 3PT%), -16 +/-
Ryan Dunn
- Pre-doppio infortunio: 15.8 minuti, 6.8 punti (45.5 FG%, 39.1 3PT%), +15 +/-
- Post-doppio infortunio: 22.2 minuti, 7.1 punti (39.6 FG%, 26.7 3PT%), -70 +/-
Royce O’Neale è stato un fattore X durante l’impressionante inizio per 8-1 dei Suns, incarnando l’archetipo “3&D”. Ha eccelso in difesa, annullando gli avversari, mentre in attacco ha sempre messo a segno dei tiri da tre punti. Il suo impatto si è riflesso in ogni net rating avanzato delle lineup di cui ha fatto parte. Tuttavia, con l’aumento delle aspettative, il suo rendimento ha vacillato. Sebbene il tiro da tre punti a rilascio rapido rimanga parte del suo gioco, la sua precisione è crollata. Grayson Allen, invece, ha avuto a che fare con infortuni che lo hanno tenuto fuori dalla squadra. Sebbene abbia fornito alcune solide prestazioni, la sua inconsistenza è stata evidente. Nelle rare serate in cui O’Neale ha trovato il suo ritmo, Allen è sembrato fare un passo indietro, faticando a tirare. Sebbene le sue percentuali di tiro siano migliorate di recente, è ancora lontano dal giocatore affidabile che i Suns hanno visto l’anno scorso, il tipo di elemento di cui avevano disperatamente bisogno in assenza di Durant e Beal. Anche Ryan Dunn è regredito, in parte a causa dell’aumento del minutaggio e del volume di tiro, in parte per la pressione di dover contribuire come titolare piuttosto che come specialista difensivo dalla panchina. All’inizio della stagione, Dunn si è trovato bene nel suo ruolo, uscendo dalla panchina per concentrare le sue energie difensive su avversari come James Harden, LeBron James e Luka Dončić. Ma con gli infortuni che gli hanno imposto un ruolo più importante e un maggior numero di minuti, la sua efficacia su entrambi i lati del campo è diminuita.
Quando martedì torneranno Kevin Durant e Bradley Beal, senza dubbio i Suns vedranno un immediato aumento dell’efficienza offensiva. Tuttavia, è sul lato difensivo della palla che Phoenix ha un disperato bisogno di fare passi avanti. E questo è stato forse l’aspetto più frustrante delle loro recenti difficoltà: un’evidente mancanza di difesa. Certo, ai Suns mancavano 45.4 punti a partita e oltre 100 milioni di dollari di stipendio con Durant e Beal fuori dai giochi, ma i giocatori chiamati da Mike Budenholzer a sostituirli avrebbero dovuto eccellere come specialisti della difesa, in particolare sulle ali. Tuttavia, non sono riusciti a ricoprire questo ruolo in modo efficace. Una difesa forte crea disordine, il disordine genera palle perse, rubate e stoppate, che portano a un attacco facile e al tanto necessario ritmo di gioco. Ritmo che si traduce in scoring efficiente. Ma senza Durant e Beal, la difesa dei Suns è crollata. Nelle prime nove partite, Phoenix aveva un differenziale di +30 punti. Nelle sette partite successive? Un disastroso -69. Ironia della sorte, i giocatori difensivi erano ancora sul parquet, ma semplicemente non rendevano. E siamo onesti: quando Durant e Beal torneranno, nessuno penserà: “Finalmente sono tornati i nostri difensori di riferimento!”.
Il loro ritorno, tuttavia, resetterà le rotazioni e permetterà ai giocatori di tornare a ricoprire i ruoli per i quali sono più adatti. Ciononostante, c’è motivo di preoccupazione. Gli infortuni sono una parte inevitabile della stagione NBA; qualcuno è sempre sul bollettino; la speranza è che, quando i giocatori di ruolo saranno chiamati a intervenire, possano farlo in modo produttivo e contribuire a una pallacanestro vincente. Sfortunatamente, i Suns hanno messo a nudo una debolezza evidente nei test di inizio stagione in questo settore e non sono stati all’altezza della situazione.