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Questo contenuto è tratto da un articolo di Kunal Sethi per Sportskeeda, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


Uno dei nomi della storia NBA che maggiormente ha scaldato e scalda l’animo dei tifosi è certamente quello di Dennis Rodman. Nella sua pluriennale, iridata e sorprendente carriera cestistica nel maggior campionato statunitense ha indossato le canotte di Detroit Pistons, San Antonio Spurs, Chicago Bulls, Los Angeles Lakers e Dallas Mavericks. Negli anni ha incarnato, in crescendo esponenziale, il concetto di sacrificio per la squadra, facendo tutto il necessario per vincere.


Ultimamente appassionati e tifosi hanno definito “incredibile” l’apporto di giocatori come Draymond Green e PJ Tucker in una contender: incarnano perfettamente il suddetto spirito di sacrificio, pagando spesso il costo di non essere molto presenti nei tabellini dei referti alla voce dei punti segnati. Ebbene, The Worm ha tracciato la via e dettato il passo a giocatori come Green o Tucker: Rodman ha vinto per ben due volte il Defensive Player of the Year e si è classificato al primo posto per sette volte per numero di rimbalzi in altrettante stagioni NBA.

Questi numeri sono figli di prestazioni “anomale” sul parquet, che hanno mostrato al mondo intero il talento e le capacità del nativo di Trenton, New Jersey. Tra queste, spiccano all’occhio le numerose volte in cui The Worm è riuscito a collezionare almeno 20 rimbalzi senza mettere a referto alcun punto. E pazienza se a volte ha fatto storcere il naso a molti per i suoi modi o le sue parole

Rodman ha giocato al fianco di alcune leggende NBA nel corso della sua carriera: nei suoi anni d’esordio ha fatto parte dei Bad Boys dei Detroit Pistons, insieme ad Isiah Thomas; poi si è unito al roster dei San Antonio Spurs, accanto a David Robinson; dopo due anni in Texas si è traferito in Illinois, per giocare nei Chicago Bulls di Michael Jordan, Scottie Pippen ed allenati da Phil Jackson

Naturalmente, avendo al fianco dei giocatori fenomenali come MJ o Isiah Thomas, l’essere decisivo dal punto di vista dello scoring è passato in secondo piano per Rodman, specie nelle sue annate iridate. Il suo compito principale era quello di raccogliere il maggior numero di rimbalzi sotto entrambi i canestri e proteggere il proprio. Negli anni è riuscito ben sette volte nell’atipica impresa di totalizzare almeno 20 rimbalzi e 0 punti, come già detto in precedenza. Eccone la lista.

7) San Antonio Spurs-Utah Jazz, 13 dicembre 1993: 20 rimbalzi

Durante la permanenza ai San Antonio Spurs, Dennis Rodman è stato particolarmente concentrato sui rimbalzi. Nella sfida contro gli Utah Jazz del 13 dicembre 1993 ha esagerato: oltre i 20 rimbalzi non ha messo a referto alcuna altra statistica. Zero punti, assist, stoppate e recuperi. Ha perso palla una sola volta nell’intero match, con 7 dei 20 rimbalzi totali recuperati sotto il ferro avversario. 

La partita è terminata con la vittoria dei Jazz con un margine di 15 punti sugli Spurs, nonostante questi ultimi abbiano collezionato ben 40 rimbalzi totali contro i 35 della franchigia di Salt Lake City. Lo scorer principale dei nero-argento è stato David Robinson, con 23 punti ed 11 rimbalzi, mentre per i Jazz il miglior realizzatore è stato Karl Malone, con 27 punti e 9 rimbalzi. 

6) San Antonio Spurs-Sacramento Kings, 25 gennaio 1994: 20 rimbalzi

Ecco un’altra prestazione eccezionale messa in pratica da The Worm. Ha giocato 36 minuti in uscita dalla panchina degli Spurs, riuscendo a totalizzare 20 rimbalzi a fine gara. Anche stavolta, la statistica dei punti segnati è rimasta invariata allo zero. In questo caso i texani hanno avuto la meglio sui Sacramento Kings, con 16 lunghezze sugli avversari a fine gara. Per quanto riguarda i rimbalzi, il conto totale è stato 52-39 per gli Spurs.

Oltre che 20 rimbalzi, Rodman ha messo a referto 1 assist, 1 recupero ed 1 stoppata, con 2 palle perse. Il non aver toccato il fondo della rete è stato inoltre figlio del fatto che Dennis non abbia provato alcuna conclusione a canestro. Infine, 17 dei 20 rimbalzi erano difensivi, 3 sotto il ferro avversario.

5) San Antonio Spurs-Charlotte Hornets, 2 aprile 1994: 20 rimbalzi

Anche questa può essere annoverata tra le migliori prestazioni in carriera di Rodman: oltre a 20 rimbalzi ha messo a referto anche 8 assist. Nonostante gli Charlotte Hornets abbiano raccolto più rimbalzi nel complesso (49-48 il computo totale), il nativo di Trenton è stato una presenza costante sotto i tabelloni, con gli Spurs capaci di spuntarla 117-111 anche grazie ai 23 punti di David Robinson (team-high).

Anche in quest’occasione Dennis ha terminato la gara senza segnare alcun punto, riuscendo però a totalizzare 20 rimbalzi e 8 assist con 2 soli tentativi dal campo. Su 20 rimbalzi, 16 sono stati raccolti in fase difensiva e 4 in quella offensiva.

4) Chicago Bulls-Phoenix Suns, 15 dicembre 1997: 21 rimbalzi

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Essendo in quintetto con Michael Jordan, Rodman non doveva curarsi molto della fase offensiva nel periodo ai Chicago Bulls. Ne è testimone il fatto che in una sfida contro i Phoenix Suns del 1997 MJ ha concluso la partita con 31 punti (10/23 al tiro), Toni Kukoc con 23. In quel caso, però, Rodman ha tentato 4 conclusioni (inclusa una da oltre l’arco), mancandole tutte. Nonostante ciò ha mantenuto un +14 nella statistica plus/minus, soprattutto grazie ai suoi rimbalzi. I Bulls ne hanno collezionati di più (53-44), specialmente grazie a lui. 

Ha concluso la gara con 21 rimbalzi, 6 assist ed 1 recupero. Solo 7 dei 21 rimbalzi totali sono stati raccolti sotto il tabellone dei Bulls, mentre i restanti due terzi erano offensivi. I Bulls si sono spinti sul +23 a metà partita, ma i Suns sono stati bravi a rimontare nella seconda parte. Nonostante ciò, gli sforzi congiunti di Jordan e Rodman hanno permesso alla franchigia dell’Illinois di vincere per 111-104.

3) San Antonio Spurs-Sacramento Kings, 12 novembre 1993: 24 rimbalzi

I San Antonio Spurs hanno perso questo match contro i Sacramento Kings, nonostante le ottime prestazioni di David Robinson e Dennis Rodman. Rodman ha messo a referto ben 24 rimbalzi, rimanendo a quota 0 punti segnati. Robinson, invece, ha segnato 32 punti con 4 stoppate. The Worm ha contribuito anche con 3 assist, provando una sola conclusione nell’arco dell’intera partita, oltre che 2 tentativi ai liberi, entrambi sbagliati.

Dei 24 rimbalzi complessivi di Dennis, 11 sono stati raccolti sotto il tabellone avversario, permettendo altrettante opportunità di trovare il canestro agli Spurs. Tuttavia, ciò non è stato abbastanza per contrastare le eccellenti prestazioni di Lionel Simmons, Wayman Tisdale e Mitch Richmond, che hanno condotto i Kings alla vittoria al cardiopalma di sole due lunghezze.

2) San Antonio-Spurs-Phoenix Suns, 10 novembre 1993: 25 rimbalzi

Un’ulteriore prova del fatto che Dennis Rodman avesse un particolare intuito sul dove il pallone sarebbe ricaduto dopo aver toccato il ferro è rappresentata dalla prestazione contro i Phoenix Suns del novembre 1993. Forse quella che lo ha consacrato come The Worm, per la questa sua particolare attitudine. 

Studiava e riusciva a comprendere prima di compagni ed avversari la direzione di un tiro sbagliato (ne avevamo parlato QUI), e nonostante disponesse di risorse fisiche inferiori rispetto ai lunghi rivali, aveva costantemente la meglio su di loro, anche grazie ad uno stile di gioco talvolta duro ed aggressivo. In quell’occasione ha messo a referto 25 rimbalzi, ma i suoi sforzi sono stati vani poiché alla fine l’hanno spuntata i Suns. Il risultato finale è stato di 101-93, con Charles Barkley in stato di grazia con 35 punti e 20 rimbalzi a fine match. I Suns hanno superato gli Spurs nel conto totale dei rimbalzi: 46-44. 

Rodman ha concluso la gara con 0 punti, 25 rimbalzi, 2 assist ed 1 stoppata, avendo giocato tutti i 48 minuti di gioco. Ha tentato la conclusione a canestro soltanto una volta, con 7 rimbalzi su 25 raccolti sotto il ferro rivale.

1) San Antonio Spurs-Charlotte Hornets, 1 dicembre 1993: 28 rimbalzi

La carriera di Rodman lo ha visto protagonista di prestazioni da 20 o più punti, mettendo anche a referto delle triple-doppie; il suo record personale di rimbalzi raccolti in una sola partita è di 34, ma la prestazione messa in mostra contro gli Charlotte Hornets nel dicembre del 1993 figura spesso tra le migliori nel percorso cestistico di The Worm.

I suoi sforzi sono valsi ben 28 rimbalzi, che valgono ancor di più se si considera che quella partita fosse la terza di una striscia di 5. E che ci sia riuscito appena qualche settimana dopo aver messo a referto 25 rimbalzi (e 0 punti). Durante la permanenza agli Spurs ha mostrato tutto il suo strapotere fisico nei confronti degli avversari nel pitturato.

In questa sfida contro gli Hornets ha totalizzato 28 rimbalzi, 10 dei quali nel versante difensivo avversario, oltre a 3 assist. Gli Spurs sono riusciti ad avere la meglio sia sotto la casella dei rimbalzi, con un totale di 55-41, ed anche nel risultato finale: 92-88.

Queste 7 prestazioni messe in pratica sul parquet da Dennis Rodman testimoniano perfettamente il giocatore che The Worm è stato: l’arma in più che ha permesso alle sue squadre di arrivare al titolo, grazie alla sua energia, gioco duro e presenza costante nel pitturato e sotto i ferri.