Un’analisi del difficile inizio di stagione e dei segnali di ripresa di Ben Simmons, oltre i meme e i luoghi comuni.

FOTO: USA TODAY Sports

È difficile prevedere se un giorno splenderà di nuovo il sole sulla carriera di Ben Simmons, ma quello che sappiamo con certezza è che l’ultimo anno e mezzo è stato il suo periodo più buio e tenebroso. Dopo il controverso addio ai Philadelphia 76ers e il forfeit obbligato agli ultimi Playoffs che ha rimandato il suo esordio in maglia Nets, il suo inizio di stagione 2022/2023 era colmo di aspettative per quella che doveva essere la sua “revenge season”. Tuttavia, le prime partite della stagione di Simmons sono state un incubo in cui Ben ha dovuto lottare con i soliti vecchi demoni, sia tecnici, sia mentali, e, come se non bastasse, in cui si è riscoperto inadeguato anche in situazioni in cui prima eccelleva.

Il problema più evidente ed angosciante delle prime uscite di Simmons è stata la sua inadeguatezza mentale a competere e sostenere la pressione di una partita NBA in cui tutti gli occhi del mondo cestistico erano puntati su di lui e sui suoi difetti. Ben non è nuovo a problematiche nella sfera della mental health. Infatti lui stesso ha dichiarato nel podcast “The Old Man and the Three” di JJ Redick (alcuni estratti QUI) che una delle concause del suo mancato ritorno in campo nei Playoffs 2021/2022 fossero i problemi emotivi che non gli permettevano di trovare la pace e la gioia necessaria per giocare a basket ad alto livello.

Dopo oltre un anno ai box, l’inondazione dei social media di meme di scherno per i suoi problemi al tiro ed essersi figurativamente cucito una S di “Soft” scarlatta sul petto, un po’ di insicurezza nel suo gioco ce la potevamo anche aspettare. Ma quella che abbiamo visto nelle prime 9 partite della sua stagione si può chiamare con un solo nome: paura. Paura in ogni aspetto del gioco, nel prendere il contatto con l’avversario, penetrare, tirare, andare in lunetta o semplicemente tenere la palla in mano per qualche secondo di fila.


Oltre all’eye test, che già parla chiaro, i numeri confermano il blocco mentale di Ben. In particolare, le sue statistiche in penetrazione ne sono un indicatore ineluttabile. Il numero di penetrazioni a partita è crollato a 3.0, mentre nelle due stagioni precedenti Simmons aveva registrato rispettivamente 11.9 e 10.2 drives a sera. Un altro dato interessante che dimostra la passività di Simmons e come non sia mai riuscito ad arrivare al ferro dal palleggio in questo inizio di stagione è l’Assisted rate – rim makes (AST% Rim), indicatore che misura la percentuale di canestri al ferro di un giocatore che sono stati assistiti. Quest’anno il 79% dei suoi canestri al ferro sono assistiti da un compagno, mentre nella sua ultima stagione a Phila erano solo il 43%. Vien da sé che, se un giocatore che tira solo negli ultimi due metri di campo smette di attaccare il ferro, la sua creazione per sé e per gli altri e, più in generale, la sua pericolosità offensiva, diventano prossime allo zero. 

Il Simmons che ha fatto innamorare gli amanti del basket è un giocatore uptempo che attacca ferocemente ogni linea di penetrazione, mentre nelle prime partite da Net ha combattuto una personale lotta contro il pallone, tentando di liberarsene appena ne entrava in possesso. Lo Usage (14.8%) e il numero di tocchi a partita (64.7) sono infatti ai minimi storici e anche i numeri in penetrazione, la situazione di gioco in cui si è sempre trovato più a suo agio, hanno subito un calo. Nella stagione 2020/2021 (l’ultima a Philadelphia) giocava il 28.3% dei suoi possessi in transizione a 1.0 punti per possesso (PPP), mentre quest’anno ne gioca solo il 20.5% a 0.74 PPP.

Oltre alle difficoltà mentali c’è anche una componente tecnico-fisica altrettanto fondante nei problemi di Ben 10. Mancano ancora il burst e l’esplosività dei suoi primi anni nella Lega a causa di un ginocchio malmesso e degli infortuni alla schiena che lo tormentano cronicamente. La rigidità nei movimenti dovuta a questi infortuni aumenta la sensazione di passività offensiva e lo rende a tutti gli effetti un difensore a oggi negativo, anche se sembra un ossimoro per un freak atletico che dovrebbe competere ogni anno per il DPOY. I piedi sono lenti, il bacino fatica a ruotare con velocità e ne risente tantissimo sulla difesa Point-of-Attack o quando deve difendere nello spazio da big sul pick&roll. Il Defensive Rating dei Nets è stato migliore con Ben in panchina (-2.4 On/Off) e le sue DWS sono solo 0.6, a fronte di una media di 3.8 nelle altre 4 stagioni della carriera. 

La terza causa delle fatiche di Simmons si chiama Nic Claxton. Anche se quest’ultimo non ha alcuna colpa e sta disputando la migliore stagione della carriera, per le sue caratteristiche fatica a convivere con Ben e ne complica la ripresa. Due giocatori completamente senza tiro sono difficili da sostenere nella NBA del 2022, perché occupano le stesse aree di campo e soffocano gli spazi dell’attacco. Infatti prima Nash e poi Vaugh hanno cercato di alternarli e limitare i loro minuti insieme in campo. 

I problemi di convivenza peró non si risolvono certo evitandoli e, in futuro, sarà necessario che Ben e Nic imparino a giocare insieme e a trovarsi di più (in questa stagione Simmons ha assistito un canestro di Claxton solo 6 volte) perché sono entrambi centrali nel roster dei Nets.

Ma si vede almeno una piccola luce in fondo al tunnel buio delle difficoltà di Ben Simmons? Sì, e le ultime 4 partite, da Portland in poi, sono lì a dimostrarlo. Al Moda Center il click mentale è stato evidente e sembra che Ben abbia ritrovato la gioia e l’aggressività per giocare secondo le sue caratteristiche, anche se mancano ancora il passo e la difesa dei giorni migliori. Dal 17 novembre in poi sta viaggiando a 15.5 punti a partita (5.8 nelle prime 9 uscite) e un fantastico, anche se insostenibile, 80% dal campo.

Il tutto accompagnato da un +14,7 di Net Rating che dimostra la sua influenza positiva sulla squadra. Anche più importanti dei numeri sono le emozioni che finalmente l’australiano ha espresso sul campo, smettendo di subire la partita e dimostrandosi pronto a competere anche contro la folla ostile di Philadelphia. Adesso Ben Simmons è mentalmente pronto per tornare a essere un All-Star. Il suo corpo non ancora, ma è solo questione di tempo. Mettete gli occhiali da sole, la luce sta per tornare.