Quando Jerry West mise un tiro dalla sua metà campo, mandando ai supplementari Gara 3 delle NBA Finals 1970, ma i Lakers persero la partita e la serie contro i Knicks.

Questo contenuto è tratto da un articolo di Andrew Greif per Los Angeles Times, tradotto in italiano da Davide Corna per Around the Game.



Nel 1970 c’erano alcune città NBA in cui Walt Frazier amava godersi la sua fama, quando era in trasferta. La point guard dei Knicks aveva 25 anni, era stato convocato per la prima volta all’All-Star Game ed era molto visibile fuori dal campo, dove il suo alter ego, “Clyde”, si faceva spesso trovare sotto la luce dei riflettori – di solito vestito di pellicce. Los Angeles non era fra quelle città. Quando ci arrivò nella primavera del ’70 per le Finals contro i Lakers di Jerry West, Wilt Chamberlain ed Elgin Baylor, star che aveva idolatrato, uscì raramente dalla sua camera di un Holiday Inn nei pressi dell’aeroporto. Disse che gli bastava restare tutto il giorno lì, a guardare film di cowboy. Ma c’era un’altra ragione per restare in camera e riposarsi.


“Sapevo che avrei dovuto marcare West. C’era in gioco la mia reputazione.”

La serie finì per avere ben più suspense e interpreti famosi di ognuno di quei film, e una trama che resta indelebile nella storia della Lega. La reputazione di Frazier cambiò per sempre dopo una prestazione da 36 punti e 19 assist nella gara decisiva per il titolo.

Per Jerry West, che registrò una media di 31.3 punti e quasi 13 tiri liberi contro New York, la serie estese quello che era il tema della sua carriera: ottime prestazioni individuali, oscurate da una cocente sconfitta. “Cerco di non pensare nemmeno a quelle partite”, ha detto Mister Logo.

“So come mi ha fatto sentire la sconfitta, quanto è stata dolorosa e quanto ero arrabbiato. Un giocatore prova ogni genere di emozione, se è davvero coinvolto e competitivo.”

West avrebbe saputo ancora oggi tracciare a memoria l’arco del tiro che fece partire il 29 aprile di oltre 50 anni fa, da oltre 18 metri di distanza, con i Lakers sotto di 2 punti nei minuti finali di Gara 3. Con la serie in pareggio per 1-1, West ricevette la rimessa di Chamberlain, fece tre palleggi, si liberò dalla marcatura di Willis Reed e fece partire il tiro della disperazione.

“Dissi ‘Ommioddio, è dritto verso il canestro!’ Solo che non pensi mai che vada davvero dentro…”

E invece andò dentro. Anche se allora era un tiro da 2 punti…

Quando quel tiro entrò nel canestro, Bill Bradley, guardia dei Knicks, ricorda di aver visto il suo compagno Dave DeBusschere disperarsi sotto al canestro. Seduto sulla panchina di NY qualche secondo dopo, in attesa dell’inizio del supplementare e con coach Red Holzman che predicava la calma, Frazier ricorda di aver guardato verso l’alto.

“Il pubblico era in visibilio, letteralmente impazzito, e noi eravamo lì che guardavamo il tabellone e ci chiedevamo ‘Cos’è successo? Cosa diavolo è successo?’ Io ripetevo a me stesso: se Dio ci volesse vincitori di questa partita, non avrebbe mai fatto entrare quel tiro”.

West era famoso per il suo tiro dal palleggio, con quella stessa tecnica che aveva insegnato a Bradley, allora al college, a un camp estivo di qualche anno prima. Occasionalmente si allenava anche nei tiri da metà campo, ma ovviamente lontani dalla posizione di quel tiro di Gara 3. “Tutto in quel tiro è stato puro istinto”, ha detto West.

“Avrei scommesso dei soldi su quel tiro? Probabilmente no”, ha detto la guardia dei Lakers Mel Counts, allora alla sua sesta stagione da pro. “Ci avrei scommesso la casa? Sicuramente no. È stato incredibile”.

La linea del tiro da 3 punti non sarebbe arrivata in NBA ancora per altri 9 anni. Se fosse esistita nel 1970, la capacità di tiro dei giocatori dei Lakers “avrebbe portato loro il titolo in cinque gare”, secondo West.

Invece di una vittoria in Gara 3, il tiro miracoloso di West portò solamente un po’ di respiro. Aveva giocato tutti i 48 minuti regolamentari e si era preoccupato quando una gamba si era messa a tremare per la fatica, prima dei supplementari.

“Penso di non essere mai stato così stanco in vita mia. Ero completamente esausto, mentalmente, emozionalmente e anche fisicamente”.

Giocò comunque tutti i 5 minuti dei supplementari, chiudendo alla fine con 34 punti e 9 assist, ma fu tutto inutile: i Knicks vinsero di 3 punti. Ma quel tiro, come ricorda Bill Bradley, è entrato in modo indelebile nella storia.

“Non dimenticherò mai il tiro di Jerry West, anche se tutto ciò che fece fu portarci all’overtime. Abbiamo avuto la possibilità di giocare altri 5 minuti. Mi chiesi se avevamo davvero fiducia in noi stessi. La risposta fu positiva, e vincemmo la gara”.

Acquisendo Chamberlain via trade nel 1968, i Lakers avevano formato una squadra talmente piena di stelle e capace di catalizzare attenzione che sembrerebbe fuori luogo nell’NBA moderna.

I Knicks tuttavia erano cresciuti ed erano molto ben allenati; secondo Counts, erano “troppo altruisti” per cadere in errori e forzature, e “abbastanza giovani da non arrendersi mai”. Il contrasto fra i due roster risultò evidente verso la fine della serie.

Quando Reed, leader dei Knicks sia a livello emozionale che nelle statistiche, si strappò un muscolo della coscia destra nel corso di Gara 5, i Knicks ri-arrangiarono nell’intervallo il loro attacco per portare Wilt Chamberlain lontano dal canestro, costringendolo a scegliere fra marcare un lungo avversario all’altezza del tiro libero, oppure una guardia sulla linea di fondo, da un angolo all’altro. La palla circolava veloce da un giocatore di New York all’altro, mettendo in difficoltà la difesa dei Lakers.

I Lakers riaffermarono l’importanza delle loro star con una vittoria di 22 punti in Gara 6, pareggiando la serie. Wilt fece 45 punti e catturò 27 rimbalzi. La cabina dell’aereo durante il volo di ritorno dei Knicks a New York era tremendamente silenziosa, in vista della gara decisiva. “Chi marcherà Chamberlain?”, disse Frazier. “La nostra unica speranza era Willis Reed”.

Senza internet e i social a diffondere le notizie, Frazier e Bradley arrivarono al Madison Square Garden per Gara 7 senza sapere se Reed avrebbe giocato o meno. Prima del riscaldamento, coach Holzman allontanò dallo spogliatoio i suoi giocatori che tentavano di capire se a Reed sarebbe stato iniettato un antidolorifico.

I Knicks lo scoprirono proprio come chiunque altro. Frazier e Bradley ricordano ancora il boato del pubblico mentre uno zoppicante Willis Reed usciva sul campo per il riscaldamento. E ricordano ancora West, Baylor e Chamberlain che fermarono i loro esercizi per cercare di valutare quanto Reed fosse pronto a giocare.

“Mi fischiarono le orecchie per due giorni”, ricorda West. “Ecco quanto rumore c’era in quel palazzetto”.

L’inaspettata presenza di Reed agitò i Lakers. Fra loro, sicuramente Chamberlain, che ebbe difficoltà nel marcarlo, nonostante l’infortunio. Alla vista di Reed in quelle condizioni, West fu compiaciuto, aspettandosi di avere un vantaggio; invece, Reed riuscì ad avere un ottimo impatto su quella partita e la difesa dei Knicks fu eccezionale.

Frazier realizzò 36 punti, a cui aggiunse 19 assist. Knicks campioni NBA. “La miglior Gara 7 nella storia dell’NBA”, secondo Bradley.

Nella sconfitta in Gara 7, Jerry mise a segno 9 tiri dei 19 tentati, guidando i Lakers con 28 punti, di cui però porta ancora le cicatrici nella memoria. L’ha definita una delle peggiori partite che ha mai visto giocare ai Lakers, e se ne incolpa lui stesso ancora oggi.

“Mi vergogno di come ho giocato quella partita. Non so perché andò così. Loro giocarono benissimo, erano una squadra intelligente, e noi non siamo stati in grado di adattarci a loro, per niente”.

Sembrava quasi un film, con una sceneggiatura già scritta. Un film epico per i Knicks, una tragedia per i Lakers; un film le cui scene restano vivide nei ricordi di chi le ha vissute da protagonista.

“È difficile avere più momenti drammatici di quanti ce ne sono stati in Gara 5 e in Gara 7, più quel tiro di Jerry West. Cose così di solito non accadono tutte insieme”, ha dichiarato Bradley. Mentre ricordava la serie in una recente intervista, Frazier si è interrotto per sottolineare che gli stava venendo la pelle d’oca.

“Dico sempre che era scritto nel destino. Se avessimo rigiocato quella partita altre cinque volte, non credo che l’avremmo mai vinta. Ma quella sera… il modo in cui Willis scese in campo, la reazione del pubblico, il modo in cui giocai io… andò tutto nel migliore dei modi”.

I Lakers si sarebbero poi vendicati due anni dopo, battendo i Knicks in cinque partite per arrivare al titolo tanto atteso da Jerry West.