Le stelle dei Celtics sono ancora giovani, ma le tante battaglie combattute (e perse) in passato sono state e saranno un fattore importantissimo per vincere.

Questo contenuto è tratto da un articolo di Jake Issenberg per Celtics Blog, tradotto in italiano da Alessandro Di Marzo per Around the Game.
C’è stato un periodo in cui ho messo in discussione l’idea che una significativa esperienza nei Playoffs fosse necessaria per vincere un titolo NBA. Questa opinione potrebbe (o no) coincidere col fatto che, nel 2018, l’allora rookie Jayson Tatum e Jaylen Brown, al secondo anno, portarono i Boston Celtics fino a Gara 7 delle Eastern Conference Finals contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James, e in quel momento chiunque pensava che il fattore esperienza fosse sopravvalutato. Perché un qualunque Jayson Tatum diciannovenne non poteva battere uno dei più grandi giocatori sempre in Gara 7? Dopo sei anni, un viaggio alle ECF e una sconfitta alle Finals, l’era attuale dei bianco-verdi smentisce quanto spiegato in precedenza: sì, per vincere serve esperienza, e non poca. I Boston Celtics del 2024/25 hanno il roster più talentuoso in NBA, e sono anche la squadra più esperta. Guardiamo all’esperienza Playoffs dei primi sette giocatori di rotazione previsti per ciascuna delle contender (qui usato come termine piuttosto generoso per avere una lista di squadre più ampia da considerare):

E questo è lo stesso grafico, ma si concentra solo sui giocatori di Boston:

Boston è la squadra con più presenze cumulate in post-season, e non di poco, dato che staccano i secondi di 129 gare totali (i Golden State Warriors): un numero che equivale a più della totalità delle singole partite di Brown e Tatum. Aggiungiamo anche due come Al Horford e Jrue Holiday e il gioco è fatto. Golden State e Los Angeles Lakers, trainati da Stephen Curry, Draymond Green e LeBron James, seguono nella classifica, ma sappiamo che, per loro, le chance di titolo sono decisamente basse. Se poi guardiamo solo le vittorie, Brown è a 74 e JT a 68. Nel frattempo, 8 franchigie (!) NBA devono ancora sorpassare la quota 66 vittorie di Playoffs nella loro storia. Un dato piuttosto emblematico.
Riguardo all’esperienza di Horford e Holiday, il GM Brad Stevens crede che la competenza e l’altruismo dei due possano essere il vantaggio più significativo dei Celtics. Stevens raramente fa trasparire le emozioni: una delle sue frasi preferite è “non esaltarti troppo e non abbatterti troppo”, ma parlando di loro due ha tradito questo motto.
“Se vuoi davvero parlare della migliore leadership della lega, nessuno può batterci. Anche se molte squadre sono ottime, nessuna ci supera in termini di leadership.”
(Brad Stevens)
Prima delle Finali NBA, i media erano preoccupati che i Celtics non fossero stati “testati” a dovere prima della sfida con i Dallas Mavericks. Dimenticavamo, tuttavia, che i Celtics avevano già affrontato parecchie battaglie negli anni precedenti — probabilmente troppe, se chiedi ad alcuni tifosi. La dolorosa sconfitta in Gara 7 contro i Miami Heat nel 2023, l’agonizzante sconfitta nelle Finals contro i Golden State Warriors dopo essere stati in vantaggio 2-1 nella serie ed essere stati avanti 94-90 in Gara 4 a 5’ dalla fine, la frustrante caduta, ancora contro gli Heat, nella bolla nel 2020 e la già menzionata Gara 7 contro Cleveland, con un vantaggio di 3-2 nella serie sprecato, nel 2018 (in parte alleviato dall’aver superato le aspettative, perlomeno). Nessuna squadra nella storia dell’NBA ha giocato più serie di 7 gare in due Playoffs consecutivi rispetto ai Boston Celtics dal 2022 al 2023. Oggi, quelle esperienze possono essere viste come tappe fondamentali verso quella che è poi stata una delle stagioni NBA più dominate di sempre.
L’esperienza ai Playoffs e la continuità del roster sono fattori fondamentali quando si insegue il titolo. Ed è raro che una squadra vinca senza aver prima collezionato qualche cicatrice, qualche bruciatura qua e là. Questo vale anche per alcune delle più grandi squadre nella storia dell’NBA: gli “Heatles”, i Miami Heat del 2011, persero malamente contro i Dallas Mavericks nel 2011, per poi vincere due titoli consecutivi dopo quella sconfitta. Kobe e Shaq persero al secondo turno o nelle finali di Conference per tre anni consecutivi prima di vincere…tre titoli di fila, ed essere ancora oggi gli ultimi ad esserci riusciti. Sono due esempi in cui entrambe le squadre hanno centrato il back-to-back dopo aver provato non poco dolore in precedenza? Certo. Ma anche oltre a ciò, questa versione dei Celtics ha in comune diverse caratteristiche con queste squadre: il maggior talento, la continuità e, a questo punto, una grande esperienza.
Ci sono pochissime situazioni che questa compagine non ha ancora affrontato, nonostante i suoi due migliori giocatori siano ancora nelle prime fasi della carriera. La loro esperienza cumulata, assieme al talento straripante, sarà un’arma che nessun’altra squadra nella Lega potrà vantare di avere ed utilizzare in questo modo.