Questo contenuto è tratto da un articolo di Marcus Breton per Sacramento Bee, tradotto in italiano da Guido Valentini per Around the Game.
Robert Horry sembrava molto divertito quando ha parlato del tiro che ha segnato 20 anni fa, nel maggio 2002, e che ha distrutto le speranze dei Sacramento Kings e di un’intera città.
“Qualcuno mi ha detto che questo è stato il peggior momento della storia per Sacramento”, ha detto Horry, rispondendo ad una domanda al telefono mentre si trovava Houston, città in cui vive ora. “Quando me l’hanno detto mi sono messo a ridere, era solo un tiro per me!”
Eh no, nossignore. Il buzzer beater di Horry non è stato un semplice tiro di una qualunque partita di Playoffs; se Horry avesse sbagliato quel tiro, i Kings avrebbero avuto un vantaggio di 3-1 nelle Western Conference Finals contro i Lakers e probabilmente sarebbero arrivati a vincere il titolo. Avremmo potuto vedere la cosa migliore per Sacramento dai tempi della corsa all’oro, se quella palla deviata da Vlade Divac e finita nelle mani di Horry non fosse entrata nel canestro.
La storia dei Kings sarebbe potuta essere molto diversa, e i Los Angeles Lakers oggi avrebbero probabilmente un titolo in meno; forse i Kings avrebbero potuto vincere anche l’anno successivo, e in ogni caso non diventare l’attuale squadra da un’infinità di stagioni deludenti consecutive.
“Cosa? Vuoi farmi incazzare allora?” ha detto l’ex ala dei Kings, Doug Christie, su tutti i “se” che quel tiro ha creato.
Allora, caro Rober Horry, QUEL tiro non può essere “solo un tiro”.
Quelle partite, e quella rivalità con i Lakers, erano molto apprezzate dal pubblico. Durante la serie del 2002, gli ascolti a Sacramento avevano superato quelli del SuperBowl; i giocatori delle due squadre si odiavano veramente e non mancavano di ricordarlo ai media. C’erano state diverse partite combattute e belle da vedere.
Prima di Gara 2, Kobe Bryant aveva subito un’intossicazione alimentare in un hotel di Sacramento, e ci sono tuttora tifosi dei Lakers che sostengono che il giocatore sia stato avvelenato; dall’altra parte, non sono mai tramontate le polemiche sulle scelte arbitrali in quella serie.
In ogni caso, il momento che è rimasto nella storia per i Lakers, e negli incubi dei tifosi Kings, è quel famoso tiro di Horry, proprio quando Sacramento era a un passo dal dare alla serie una forte direzione. I Kings stavano vincendo quella partita 99-97, dopo aver sprecato un vantaggio di 24 punti e un primo quarto terminato sul +20; e prima della tripla di Horry, Divac era andato in lunetta per dare ai Kings la possibilità di condurre la gara di 3 punti, ma aveva sbagliato il secondo.
Quel tiro a Sacramento è una ferita aperta che non guarisce, è un incubo che non se ne va col tempo: ha cambiato la storia e il destino dei Kings, così come la memoria sportiva di tutti gli appassionati che si erano avvicinati alla franchigia e le cui speranze sono state sotterrate nel momento in cui la palla ha lasciato le mani di Horry e superato il tentativo di stoppata di Chris Webber.
Le riflessioni su tutto ciò che è successo negli attimi precedenti al tiro si sono sprecate.
“Vlade non gli avrebbe potuto dare quella palla in maniera migliore” – ha detto Christie, la cui incredulità per il tiro di Horry è ben immortalata in una storica foto di Hector Amezcua. Per quanto i Kings vogliano voltare pagina e dimenticare quel momento, la foto rimane; lì c’è Christie, nel 2002, che guarda la palla uscire dalle mani di Horry, spaventato.
“A cosa pensavo in quel momento? Questo: Dio mio, che ci fa lui qui?” , ha detto Christie su Horry, che era da solo fuori dall’arco mentre la maggior parte degli altri giocatori erano sotto canestro a contendere il rimbalzo.
Ero allo Staples Center a vedere Gara 4 e ho quei momenti finali ben impressi nella mia testa.
Quando Shaquille O’Neal riceve il primo passaggio, ogni presente all’arena è in piedi; palla a Horry prima e a Bryant poi, destinatario di quel possesso; Kobe attacca il canestro e tutti collassano in area, tutti tranne un giocatore, uno solo rimane fuori dalla linea da tre punti; Divac riesce a contestare il tiro di Bryant prima e di O’Neal poi, la palla non entra; Divac la smanaccia più lontano possibile… dritto nelle mani di Horry.
Boom, nient’altro che la retina.
Il petto di Horry si gonfia, le braccia si fanno grosse e tutta la squadra gli corre incontro per festeggiare, mentre lo Staples Center esplode di gioia; non ho mai sentito un rumore così forte in oltre quarant’anni di presenze ad avvenimenti sportivi e non, ero pietrificato.
Tutti quella sera si sono chiesti se Divac abbia commesso un errore. Tutti tranne Robert Horry, che ha dichiarato: “Qualunque centro avrebbe fatto quello che ha fatto Divac, è quello che ci viene insegnato durante gli allenamenti”.
D’altro canto, Horry non è andato a rimbalzo come ci si potrebbe aspettare, teoricamente, da un’ala. “Come mai Horry, ala grande, era là fuori da solo? E non a rimbalzo?”, ha detto recentemente Bobby Jackson, guardia dei Kings, come se ancora non fosse in grado di farsene una ragione.
E intanto, Robert Horry se la ride sotto i baffi quando gli chiedono perchè fosse lì. “Abbiamo fatto quella giocata per tutta la partita, semplicemente mi sono posizionato dove preferisco tirare ed ho sperato che la palla mi arrivasse: non ho mai abbandonato quella posizione per tutta l’azione. La palla è arrivata alla fine, insieme a Chris Webber, ma il secondo era un filo in ritardo…” – ha dichiarato Big Shot Rob, ghignandosela.
Horry ha raccontato di non essere il tipo di giocatore che riempie casa sua di cimeli, sebbene possa vantare nella sua carriera sette vittorie del titolo con tre squadre differenti. Ha dichiarato di avere solo due fotografie in casa relative ai suoi giorni da giocatore, e una di quelle è proprio la foto di Amezcua. “Si trova nella mia sala giochi, e ogni volta che ho ospiti qualcuno la nota e mi dice: ‘Wow, che momento incredibile’, mi fa sentire orgoglioso di me stesso e sento ancora quella gioia”.
Forse, neanche per lui quello è stato solo un tiro.