Una breve e schematica introduzione ai vocaboli che più spesso usiamo nella nostra sezione dedicata all’analisi.

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Vi siamo sembrati arroganti con le nostre analisi da quattro soldi? O impreparati (non ce la sentiamo di negare)? O avete avuto la sensazione che stessimo scrivendo a vanvera?

No, non siamo qua per insegnare niente a nessuno, né (tantomeno) per darci arie usando termini astrusi. Il nostro solo obiettivo è selezionare cose che attirino la nostra attenzione e condividerle dimostrando il perché siano tali, aiutando chiunque a comprenderne il significato e alimentando un dibattito.

Non siamo così brillanti, avete ragione, ma consentiteci almeno di provare a stuzzicare la vostra attenzione con qualche piccola analisi approfondita. Per farlo, però, serve in primis poter comunicare qualunque messaggio nella maniera più adeguata possibile. E poiché ci teniamo che qualunque pover* sciagurat* che ci legga si trovi a proprio agio, ecco un glossario, il più schematico, chiaro (si spera) e riassuntivo possibile, nelle nostre intenzioni comprensibile anche a chi abbia sentito la parola “pallacanestro” pronunciata per la prima volta oggi.


Senza annoiarvi oltre, cominciamo.

Questo glossario è frutto della collaborazione fra Mattia Tiezzi e Emil Cambiganu, che hanno contribuito in egual misura alla redazione delle varie sezioni.


Blocchi

Nella pallacanestro, un qualunque attacco vive di quello che viene definito “vantaggio”, una sorta di scarto, un margine che viene creato tra la parte che attacca e quella che difende, prima di tutto in termini spaziali e, di conseguenza, temporali: ad esempio, maggiore è lo spazio da percorrere per un difensore inseguendo un avversario, maggiore il tempo guadagnato dall’attaccante. Ma come si crea questa distanza? Per creare vantaggio, ci sono numerosi modi, a partire da semplici uno-contro-uno fino ad arrivare a collaborazioni più complesse, tutte create con l’intento di amplificare questo margine.

Per quasi ogni collaborazione, il massimo comune divisore è il blocco, una sorta di “ostacolo” frapposto tra difensore e attaccante: come se, in una corsa sui 100 metri, Atleta A corresse verso il traguardo su un percorso a ostacoli e Atleta B su uno senza impedimenti.

Per facilitare la comprensione di come ogni blocco venga eseguito, divideremo fra on ball screens (blocchi sulla palla) e off ball screens (blocchi a palla lontana/senza palla):

On ball screens:

  • ball screen: termine generico per il semplice blocco sul portatore di palla, nudo e crudo, l’arma più semplice per creare vantaggio in un gioco a due (vedi “pick&roll” a pagina 2). Da questo derivano le numerose varianti di pick&roll. “Double ball screen” indica questo tipo di blocco applicato da due giocatori.
  • Re-screen: semplicemente, un blocco e ri-blocco da parte dello stesso giocatore per lo stesso portatore.
  • “flip the screen”: consiste nel cambiare all’ultimo momento l’angolo di blocco.
  • flat screen/step up screen: blocco definito “piatto” perché applicato dal bloccante con la schiena rivolta alla linea di fondo e parallelamente rispetto alla linea di metà campo. Il vantaggio di questo blocco è che, non essendo orientato, permette al penetratore di poter agire su ambedue i lati, mettendo in difficoltà il difensore in caso di rapidi cambi di direzione. Lo step up screen è un flat screen eseguito solitamente con il bloccante “a salire” dal low post, o comunque verso la metà campo.
  • horns screen: blocco applicato sulla palla da due bloccanti, uno a destra, uno a sinistra del difensore. L’intento è quello di fornire al portatore di palla la possibilità di andare a destra o a sinistra, mentre i bloccanti possono poi decidere se rollare a canestro o aprirsi fuori dall’arco – spesso spartendosi i compiti, come nel caso dei Phoenix Suns.
  • Drag screen: blocco sulla palla applicato in transizione, la cui utilità è cogliere di sorpresa il difensore sul portatore di palla a difesa non organizzata. La terminologia “double drag” indica un doppio blocco portato in transizione o semi-transizione.
  • Slip: di per sé non è un tipo di blocco, ma un movimento che il bloccante esegue. Consiste nel portare un non blocco, avvicinandosi al difensore del portatore per poi cambiare direzione all’ultimo momento senza neppure entrare in contatto con l’avversario. Questo tipo di (non) blocco è utile soprattutto in caso di raddoppi, hard hedge e trap sul pick&roll (pagina 3).
  • “Gortat screen”: così chiamato in onore di Marcin Gortat, è un blocco che esplora un concetto diverso da quelli trattati sopra: eseguire un pick&roll, tagliando via anche l’aiuto primario. Il bloccante non solo porta il blocco sulla palla, ma esegue poi anche un blocco di contenimento sul giocatore in aiuto, aprendo la strada verso il canestro.
  • Blur”: un concetto simile è quello di “blur”, un taglio (anche detto “rub cut”, “brush cut”) più che un blocco, dove la strada del “bloccante” va ad incrociarsi con quella del portatore di palla per portar via un difensore.
  • Pistol“: blocco sulla palla eseguito dopo che il portatore, iniziando l’azione, passa/porta la palla in ala, ricevendola indietro da un compagno che poi vada ad occupare la punta. Il blocco che ne deriva è un “pistol” screen.

Off ball screens:

  • down screen/pin down: il down screen è portato dal bloccante, orientato con il petto verso la linea di fondo. Fa parte dei blocchi lontano dalla palla, utili a creare vantaggio nei movimenti off ball dei tiratori o dei taglianti.
  • Flare screen: altro blocco off ball, con la specifica utilità di liberare il tiratore. Quest’ultimo nel più comune dei casi si muove sul perimetro, tagliando dal lato forte verso il lato opposto e sfruttando il blocco portato nella linea di taglio sul difensore all’inseguimento.
  • Staggered screen: collaborazione fra due bloccanti, che si allineano uno in coda all’altro (talvolta a svariati metri di distanza) disegnando la traiettoria per l’uscita del tiratore.
  • Floppy screen: parzialmente legato allo staggered. Il compagno designato ad uscire parte dal centro del pitturato, e gli viene portato uno stagger da un lato, un blocco singolo dall’altro, consentendo di scegliere da quale parte muoversi.
  • Elevator: altra collaborazione fra due bloccanti. Questi partono uno di fianco all’altro, lasciando uno spiraglio per far passare il compagno in mezzo. Dopo il passaggio, i due bloccanti “chiudono le porte” dell’ascensore, accostandosi spalla a spalla. Nella clip seguente, la terminologia “delay” indica l’assetto iniziale con il lungo in punta.
  • cross screen: avviene soprattutto nei pressi del pitturato. Il bloccante taglia verso il lato opposto a quello in cui si trova, incrociando la sua strada con quella del compagno designato a ricevere – e, di conseguenza, con quella del suo marcatore. Questo blocco è molto utile per costruire ricezioni in low post.
  • back screen: o “blocco cieco”, è un termine generico per indicare una tipologia di blocco lontano dalla palla impostato alle spalle del difensore (da cui “back” o “cieco”). Il vantaggio viene a crearsi con il bloccante che agisce impostando il blocco alle spalle del marcatore del compagno mossosi off ball (spesso con un taglio a canestro).
    • UCLA screen: nella versione originale, un backscreen portato all’altezza del post alto in uscita dal gomito ai danni del difensore di un giocatore designato, che tagli verso il canestro aggirando il blocco e ricevendo il passaggio dal portatore posizionato in ala. In base alle scelte difensive, seguiranno una serie di adattamenti. Il nome deriva dalla UCLA offense ideata da John Wooden.
  • Flex screen: è un tipo di blocco (simile a un cross screen) eseguito con il corpo del bloccante rivolto verso la linea laterale e impostato nei pressi della zona del low post, vicina all’angolo. La denominazione “flex” deriva dal tipo di taglio eseguito dal giocatore in angolo sfruttante il blocco, definito “flex cut”. Della flex offense parleremo più avanti.
  • hammer screen: è una tipologia di back screen, applicato sul lato debole per liberare il tiratore in angolo. L’azione si sviluppa sul lato forte, con il portatore che arriva ad eseguire il passaggio al tiratore in angolo solitamente nei pressi della linea di fondo.
  • Ram screen: è un ibrido, dal momento che consiste nel “bloccare per il bloccante”. Consiste nel portare un blocco off ball per il giocatore designato a portare il blocco on ball, rallentando il difensore del bloccante sul pick&roll. Il portatore può così sfruttare il vantaggio o per attaccare il canestro, o per leggere la situazione in caso di cambio.
  • Screen the screener: stesso concetto del ram screen (“bloccare il bloccante”), ma con una differenza: qui il primo bloccante imposta un blocco off ball per un compagno, per poi ricevere a sua volta un blocco off ball da un altro compagno. In poche parole, mentre il ram serve a bloccare in funzione di un giocatore che andrà ad impostare un blocco on ball, qui è il giocatore che imposta il primo blocco a ricevere il secondo off ball screen.
  • Zipper: un blocco, spesso down screen (vedi sopra), utile a liberare per uno “zipper cut” (vedi pagina 4), taglio eseguito dalla linea di fondo verso il perimetro sfruttando appunto questo tipo di blocco.