Per un passaggio di testimone è ancora presto, ma la crescita di Ant apre almeno a un paragone con un mostro sacro come Dame.

FOTO: The SportsRush

Sono passate solo dieci partite dall’inizio della nuova stagione e, senza esssere scaramantici, sembrano definitivamente tornati i Portland Trail Blazers (7-3 record attuale). Come al solito, sotto il segno di Damian Lillard, ma anche di Jerami Grant e, soprattutto, di Anfernee Simons. Su quest’ultimo ci sarebbero tantissime cose da dire, dato che il suo nome era probabilmente quello che generava più dubbi all’inizio della stagione: se potesse continuare a rendere come fatto l’anno scorso, se potesse realmente essere un buon fit per Lillard e se il pesante contratto datogli in offseason non potesse essere solo un rischio enorme e inutile per una franchigia che può sbagliare davvero poco a questo punto della propria timeline.

Dopo 10 partite possiamo già dare una risposta a tutti questi dubbi? Probabilmente sì, addirittura azzardando teorie e focus più importanti che possano sovrastare questi dubbi. Perché quello che per adesso ci ha fatto vedere Anfernee Simons è veramente impressionante, e può realmente essere paragonato a quello che è il miglior giocatore che Portland abbia visto passare tra le proprie file nella storia recente. Ma, se siete ancora scettici (o semplicemente non avete visto nulla di Ant), andiamo più nello specifico.

Dalla finalizzazione alla creation con un “click”

Partiamo subito però da uno dei dubbi: come è il fit con un creator importante come Lillard?


Per adesso, Anfernee ha risposto molto bene ad un “declassamento” del ruolo in fase di creation con il ritorno di Lillard. Questo sia per la ottima sostenibilità del sistema creato da coach Chauncey Billups, ma anche e soprattutto per le abilità di Simons in termini di secondary creation (25.9% di USG, secondo a roster nella statistica dopo il 34.3% di Lillard) e nei movimenti offball – essendo un ottimo tiratore sia dal palleggio, ma anche in spot-up e in uscita dai blocchi (converte con il 43% questo tipo di tentativi).

Non a caso, la lineup “titolare” dei Blazers con entrambi in campo è la più usata da Billups ed è la migliore in termini di efficienza offensiva: oltre 200 possessi e un Net Rating di +3.8, con 117.2 di Offensive Rating ed una efficienza dall’arco tra le migliori della lega (46.7% dall’arco, di cui il 53.3% dall’angolo, oltre l’85° percentile). E la capacità di funzionare di questa lineup nasce anche dalla ottima gestione che Anfernee fa dei possessi che gestisce nella first unit, essendo uno scorer su tre livelli pazzesco.

Quello che lo separa ancora da essere un primary creator d’élite è una gestione del pallone delle volte troppo azzardata e delle doti nel playmaking ancora da migliorare: nonostante abbia flash di livello altissimo, i numeri non giocano dalla sua, con un AST/TOVx100 POSS di 1.35, ancora basso (molto basso) per uno delle sue potenzialità – basti pensare che, allo stesso punto della carriera (quinto anno), Lillard aveva quasi il doppio nella stessa statistica. Nonostante ciò, le potenzialità di Simons nel fondamentale rimangono altissime, date le sue importanti capacità fisiche e atletiche: in questo senso, i 191 cm d’altezza e 206 cm di wingspan lo rendono un profilo interessantissimo nella crescita del playmaking e nelle capacità di vedere alcune linee, effettuando alcuni passaggi che, per Lillard, sono stati forzatamente quasi impossibili durante la carriera.

Doti atletiche troppo importanti per non essere sfruttate

Concentriamoci adesso su uno dei punti focali e uno dei motivi della nascita di questo paragone: fino ad adesso, Simons ci ha mostrato doti atletiche per il ruolo fuori dal comune, ma non ancora sfruttate a pieno. Sia chiaro: non parliamo di un profilo del livello di Ja Morant, Anthony Edwards o (banalmente) del compagno Shaedon Sharpe, ma la sua prestanza atletica può comunque portarlo a svilupparsi aumentando alcune importanti caratteristiche che impattino tanto le difese avversarie, come quella della rim pressure.

Anche qui i numeri sono interessanti, ma ancora da migliorare: converte i suoi tiri al ferro con quasi il 60%, dato discreto, ma ancora un po’ sterile, dal momento che si tratta solo del 21% dei suoi tiri totali. Ciononostante, le sue percentuali al ferro, mescolate a un’efficienza altissima nello short mid-range (ultimi 4 metri) e una buona dal mid-range in generale, lo rendono uno scorer su tre livelli impressionante, capace di gestire alla perfezione alcuni matchup molto difficili, invece, per un corpo come quello di Lillard, essendo Simons già capace di sfruttare al massimo le sue leve e la meccanica di tiro.

Considerazioni finali

Ma, quindi, Anfernee Simons diventerà la nuova e migliorata versione di Damian Lillard? Personalmente, no. Dame e Ant sono due giocatori molto simili, ma i punti di forza di uno sono le pecche dell’altro. Se il discorso che abbiamo fatto su Simons serviva a evidenziare alcuni dei punti deboli del bagaglio di Lillard, quest’ultimo, a differenza del più giovane compagno di back court, possiede una produttività in situazioni dinamiche e una capacità di playmaking elitarie, proprio quello che separa ancora Anfernee dall’essere uno dei migliori giocatori della lega nel ruolo. Come abbiamo visto, però, ci sono ampi margini di miglioramento

Questo duo Simons-Lillard è, per certi versi e con le dovute proporzioni, simile al duo che l’anno scorso dettava legge in quel di Dallas, composto da Jalen Brunson e Luka Doncic, con un creatore primario d’élite affiancato a un ball handler e shot creator di livello, in grado di giocargli affianco e capace di guidare alla perfezione la second unit. Proprio in questo modo, Anfernee si sta rendendo il facilitatore perfetto accanto a un giocatore come Dame.

Seguendo lo stesso paragone, però, stiamo vedendo come, in questa stagione a New York, Brunson sia stato capace di distaccarsi dal suo primary creator, ma senza riuscire a rendere, per il momento, ai livelli di efficienza che con Doncic vicino aveva raggiunto. Allo stesso modo, attualmente Anfernee Simons non renderebbe allo stesso modo senza Lillard di fianco, sebbene molto probabilmente le potenzialità e la crescita di cui sarà protagonista ci potranno dire che il paragone fra i due, un giorno, sarà ampiamente sostenibile.