I Knicks sembrano in una fase di stallo. Per invertire la rotta, sarà sufficiente investire di più sui loro giovani talenti?

Questo contenuto è tratto da un articolo di Quentin Haynes per The Knicks Wall, tradotto in italiano da Andrea Campagnoli per Around the Game.


Con un record di 14-17, i New York Knicks sembrano come una squadra bloccata in una palude.


L’attacco, che ha iniziato bene la stagione, è nuovamente calato. A ottobre era il terzo dell’NBA (114.5 Offensive Rating), da allora è il 23esimo (107.4). La difesa, un tempo tra le migliori dell’NBA e segno distintivo dell’identità dei Knicks targati Thibdeau, è ora tra le peggiori 10 della lega, e il roster non ha molti elementi che potrebbero aiutare a risolvere il problema.

Attualmente i Knicks sono 12esimi nella Eastern Conference, e hanno tanto lavoro da fare.

L’andamento di New York li ha costretti a ripensare il loro approccio. La prima mossa è stata quella di togliere Kemba Walker dalla rotazione (poi tornato per le tante assenze nell’ultimo periodo) e spostare Alec Burks nel ruolo di point guard titolare. Poi, si è provato a cambiare qualcosa per quanto riguarda l’utilizzo di Mitchell Robinson e Nerlens Noel. Non sembra, però, che NY sia riuscita a scuotersi nelle ultime settimane, anzi. Ed è sempre più evidente, col passare della stagione, che i Knicks debbano cambiare qualcosa.

Secondo molti, tra cui Fred Katz (The Athletic), Tom Thibodeau dovrebbe considerare di affdarsi maggiormente sui giovani ragazzi del roster.

La scorsa stagione ha avuto senso per i Knicks appoggiarsi sui loro veterani, in quanto stavando improvvisamente diventando una squadra da Playoffs. Julius Randle ha giocato una stagione da All-NBA, Derrick Rose ha performato a livelli altissimi, il tutto mentre Alec Burks, Elfrid Payton e Reggie Bullock hanno dato sempre e costantemente il loro contributo. Tutto questo ha permesso ad RJ Barrett di sbocciare, a Immanuel Quickley di fornire un ruolo da sparring partner come rookie, e a Obi Toppin di adattarsi piano piano alla Lega.

Ma ora, con Randle tornato sulla Terra, Bullock e Payton che hanno salutato, e la maggior parte della squadra che sta faticando a ripetersi, forse dare più responsabilità e tempo a Barrett, Quickley e Toppin (Health&Safety Protocol permettendo) è la mossa giusta.

Tutto, comunque,è nelle mani di Thibodeau, un veterano della panchina. 

Se Thibodeau vedesse la sua squadra continuare in questo momento difficile, forse la mossa migliore sarebbe quella di fidarsi di più dei ragazzi, dando loro un pizzico di libertà in più, nel tentativo di aiutare il presente e il futuro.

IMMANUEL QUICKLEY: POINT GUARD TITOLARE?

Quando Alec Burks è stato nominato PG titolare, nessuno ha criticato la scelta. Burks è un giocatore affidabile, solido ed è un veterano. Detto questo, penso non sia ben chiaro il motivo per cui i Knicks abbiano deciso di dargli la posizione rispetto a Quickley.

Quickley è un buon tiratore da fuori (35% su 5.3 tentativi a partita) che non ama attaccare il ferro (13% dei suoi tiri dal campo). Il suo tiro può aiutare a bilanciare una lineup iniziale che ha visto Randle e Barrett prendersi meno tentativi. IQ, poi, sta anche migliorando nella metà campo difensiva, lavorando soprattutto su come muoversi lontano dalla palla.

A 22 anni, penso che i Knicks non dovrebbero avere dubbi sul dare a Quickley la possibilità di gestire l’attacco come titolare e vedere i risultati.

OBI TOPPIN: PIÙ MINUTI PER L’INFATICABILE LAVORATORE 

Il 23enne è stato un’arma efficace dalla panchina per i Knicks in questa stagione, con una media di 8.7 punti e il 53.0% dal campo in 15.9 minuti a partita. Oltre a questo, l’ex Dayton Flyer si è applicato molto in difensa, lavorando duro per colamre le sue lacune.

Mentre il suo gioco in attacco è sicuramente interessante, la difesa è ancora da sistemare così come il tiro da tre punti: sparare sotto il 20% da fuori non lo sta aiutando a trovare una sua dimensione. Eppure, Toppin potrebbe avere sicuramente più minuti.

Randle non sta giocando bene come la scorsa stagione, Robinson non è al 100% e Noel ha chiare carenze. Ci sarebbe spazio per rubare del minutaggio a tutti e tre, e guadagnarsi tra i 18 e i 24 minuti in uscita dalla panchina. I suoi numeri per-36 (19.7 punti, 8.8 rimbalzi e 2.1 assist) suggeriscono che si potrebbe provare a dargli più spazio.

Usandolo come opzione dribble-handoff (DHO), roll-man nei pick&-roll, e forse qualche possesso in post basso, si potrebbe provare a sviluppar il suo gioco e aggiungere più opzioni all’ attacco dei Knicks.

RJ BARRETT: COME RIMETTERLO IN PISTA?

Mentre Toppin e Quickley potrebbero meritare più minuti dalla panchina, Barrett ha spazio, ma ha bisogno di ritrovarsi.

Barrett – 15.1 punti, 5.6 rimbalzi e 2.1 assist – ha visto le sue percentuali di tiro calare rispetto all’anno scorso (-4% dal campo e -5% da tre punti), e quella che poteva essere la potenziale stagione del definitivo salto di qualità per lui ha portato più domande che risposte: Barrett che opzione è a lungo termine, per il futuro della franchigia? Quanto può migliorare come tiratore? A che punto siamo con il suo gioco off-the-dribble? 

Alcuni commenti di Thibodeau su Barrett non sono certo stati buoni, ma RJ rimarrà nello starting five. Bisogna lavorare con lui per coinvolgerlo in modo diverso dai tiri catch-and-shoot, come andare più spesso al ferro (da rookie il 48% dei tentativi erano Rim FG, ora il 36%) e ricevere in situazioni dinamiche.

E, anche qui, penso che il ruolo di Barrett dovrebbe diventare più centrale. Dovrebbe essere più spesso ball-handler nel pick&roll, prendersi più tiri dal palleggio, qualche DHO in più per “attivarlo” in attacco. Quello che viene fatto con le migliori ali della lega, insomma.

Non si è visto abbastanza, ad oggi, da un giocatore che in 12 mesi dovrebbe ricevere un nuovo, oneroso contratto.

Contro San Antonio, l’8 dicembre, Barrett ha trovato ritmo, tirando 7/8 da fuori per 32 punti, 5 rimbalzi e 2 assist. A New York ci si augura di vedere più spesso prestazioni del genere.