FOTO: New York Times

Chris Paul è da poco arrivato alla corte di Gregg Popovich ai San Antonio Spurs, ma i due non sono di certo estranei. Ammontano a ben 81 le sfide avvenute fra i due nel corso di questi anni, tra cui 18 ai Playoffs, di cui 11 andate male per CP3: il primo confronto è in un secondo turno nel 2008 vinto dai Texani a Gara 7 contro gli allora New Orleans Hornets; poi un secco sweep ai danni dei Clippers nel 2012 sempre da parte dei ragazzi di Popovich; infine, l’unica serie vinta da Paul contro gli Spurs, di nuovo con la canotta losangelina ma nel 2015 al primo turno. Una rivalità lunga e duratura, agonismo puro, “odio” e rispetto reciproco come quello che non può fare a meno di esistere fra due mostri sacri della pallacanestro, forzati a scontrarsi moltissime volte negli anni. Popovich, ovviamente, alla domanda sull’argomento nel corso del Media Day ha risposto come al solito senza giri di parole, nella maniera più diretta possibile:

“Ho detestato Chris per molti anni. Era difficile giocare contro di lui a causa della sua scaltrezza, è un giocatore davvero molto, molto, molto intelligente. Il suo quoziente intellettivo è fuori scala, è sempre stato difficile perché riesce a prevedere anche quello che pensiamo allenatori, e lo fa in maniera vincente. Odi giocare contro di lui ma allo stesso tempo non puoi fare a meno di rispettarlo. Averlo qui con noi è speciale, così come poterlo seguire giorno per giorno.”

A far sorridere è il fatto che sia divenuto un vero e proprio siparietto, dato che uno dei giornalisti ha rivelato a Chris Paul le parole di Popovich pronunciate poco prima. Senza nemmeno rifletterci un istante, CP3 ha risposto: “[L’odio] È reciproco.” – buttando fuori un genuino sorrisone.


Sarà certamente una stagione interessante per i San Antonio Spurs. Chris Paul non è più quello dei giorni migliori e probabilmente anche il ruolo di Gregg Popovich in questi prossimi anni si ridimensionerà un po’, dovendo più lavorare sullo sviluppo di Victor Wembanyama e del nucleo attorno anziché su un roster immediatamente competitivo, ma poter mettere accanto al prodigio francese un trattatore di palla simile e così esperto potrà permettere un aumento di rendimento – tanto a Wemby, quanto alla squadra. Aggiungendo al fit fra i due la presenza e il genio di Pop, potremmo assistere a una stagione molto divertente nell’Alamo. Magari quanto questi primi scambi scoppiettanti fra i due “vecchietti”.