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Questo contenuto è tratto da un articolo di Marc J. Spears per Andscape, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


Nel marzo del 2022 c’era una gran massa di senegalesi fuori dall’aeroporto internazionale John F. Kennedy, in attesa di ricevere il nativo dell’Africa in arrivo, voglioso di espandere il “canto” della NBA oltre i limiti di allora. Il nome della persona in questione era Dikembe Mutombo Mpolondo Mukamba Jean-Jacques Wamutombo. Prima che il nativo della Repubblica del Congo, alto 218 centimetri, s’imbarcasse per Dakar sul suo posto in prima classe, aveva già visionato le foto, firmato ogni autografo e risposto con un sorriso ad ogni video in cui era immortalato a scuotere il dito indice, in segno di “No, no, no..” all’avversario. E se Mutombo potrebbe essere considerato lo shot-blocker più intimidatorio nella storia della NBA, il suo maggior impatto è avvenuto nelle vesti di “gigante gentile” e umano fuori dal parquet. L’Hall of Famer ha reso la sua natia Africa ed il mondo intero dei posti migliori grazie al suo altruismo, prima di morire giorno 30 settembre 2024 a causa di un cancro cerebrale all’età di 58 anni. 


“Sono giunto a comprendere e capire che non vivo su questo mondo tutto da solo.”

Dikembe Mutombo

Queste le dichiarazioni dello stesso ex centro ad Andscape nel 2022 a Dakar, in attesa dell’avvio della Basketball Africa League, che ha poi continuato così:

“Vivo in un mondo in cui sono circondato da persone provenienti da culture e lingue differenti, gente che proviene da posti ed isole diverse. Ed io non vado alla ricerca di chi sia congolese o africano tra loro.”

“Sto solo a guardare la gente che ho attorno. E sono qui per dire, ‘Che tipo di investimenti stiamo compiendo per assicurarci che le generazioni future abbiano i mezzi necessari, che li porteranno al prossimo step della loro vita?’.”

Dikembe Mutombo

Mutombo giunse a Washington D.C., nel 1987, con la speranza di diventare un medico alla Georgetown University. Sotto l’ala protettiva del leggendario coach di Georgetown, coach John Thompson, Mutombo è divenuto chirurgico nello sviluppare la sua abilità nello stoppare i tiri, sia al college che durante le 19 stagioni in NBA. L’8 volte All-Star è secondo in classifica all-time per quanto riguarda il numero di stoppate (3,289), alle spalle solo dell’altro atleta africano Hakeem Olajuwon. Inoltre, il 4 volte NBA Defensive Player of the Year ha visto la sua canotta #55 ritirata ufficialmente sia dai Denver Nuggets che dagli Atlanta Hawks

I tifosi dei Nuggets non dimenticheranno mai la visione di Dikembe Mutombo, sorridente ad occhi chiusi, con il pallone in mano mentre si librava in volo infastidendo la scelta #1 al Draft dei Seattle SuperSonics al First Round dei Playoffs 1994. E tutti gli appassionati di basket NBA non potranno dimenticare la sua signature move con il dito indice dopo aver stoppato una conclusione avversaria. I fan più giovani, invece, potrebbero aver conosciuto Mutombo dopo averlo visto stoppare qualsiasi cosa gli passasse davanti in uno spot televisivo della GEICO. Per l’NBA Commissioner, Adam Silver, Mutombo era anche più grande della stessa pallacanestro: “Dikembe Mutombo era semplicemente più grande della vita stessa.” – ha affermato Silver in una dichiarazione alla stampa – “In campo è stato uno dei più grandi shot-blocker nella storia della NBA. Fuori dal campo ha speso tutta la sua anima ed il suo cuore per aiutare gli altri.”. Ad avvalorare queste affermazioni ci sono le 2 vittorie del premio NBA J. Walter Kennedy Citizenship Award per “dimostrazione di servizio e dedizione verso la comunità.”. E se c’è una persona che Mutombo ha amato ed indicato come ispiratore del suo lavoro in aiuto all’Africa ed al resto del mondo, è stato l’ex NBA Commissioner, David Stern. L’aiuto, le idee e le risorse fornite da Stern sono state strumentali per gli sforzi compiuti da Mutombo per aiutare l’Africa. 

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Dopo che i Denver Nuggets hanno scelto Mutombo con la #4 al Draft 1991, Stern ha preso in disparte Dikembe, dicendogli di avere in mente un viaggio in Africa per entrambi. I due hanno poi costruito una relazione padre-figlio. Mutombo, Stern e altri cestisti NBA hanno in seguito incontrato l’attivista anti-apartheid Nelson Mandela a Johannesburg, nel 1993, durante un tour in Africa. Stern ha avuto da sempre una visione globale per la NBA, e ha scelto Mutombo come primo ambasciatore globale della lega nel 2009. Nel 2022 Mutombo ha raccontato ad Andscape una storia riguardo all’aiuto ricevuto da Stern dopo la morte di suo padre nella Repubblica Democratica del Congo. Mutombo ha detto che lui e la sua famiglia volevano celebrare un funerale per suo padre in Rep. Democratica del Congo, ma sarebbe stato difficile per via della guerra civile in corso. Era stato detto a Dikembe che presenziare a quell’evento non sarebbe stato sicuro per lui, in quel periodo. Tuttavia, Stern è stato formidabile nello sfruttare tutto il suo potere e le conoscenze in giro per il mondo per ottenere un “cessate il fuoco” di qualche ora, permettendo al funerale di essere portato a termine – e anche al fratello di Mutombo di presenziarvi, avendo potuto raggiungere il luogo attraverso una barca. Mutombo ha più volte affermato e ripetuto che questa sia una storia vera: “Ho avuto fiducia in Stern all’epoca, per via delle sue capacità e conoscenza per far sì che ciò potesse accadere”, come rivelato ad Andscape nel 2022. 

“Stern era un uomo molto intelligente, che voleva guidare il continente. Sono davvero felice che l’attuale NBA Commissioner, Adam Silver, ed il Deputy Commissioner, Mark Tatum, stiano seguendo le sue orme in modo eccellente. Sono del tutto impegnati a realizzare la promessa di David Stern, di rendere il continente brillante.”

Dikembe Mutombo

Nel 1996 Mutombo ha coperto le spese della Nazionale femminile cestistica del Congo per poter partecipare ai Giochi Olimpici di Atlanta, pagando anche le divise. Nel 1997 ha fondato la Dikembe Mutombo Foundation, “la cui missione è migliorare la salute, la scuola e la qualità della vita della gente in Congo.”. Mutombo ha aperto un ospedale (dal costo di $29 milioni), nel 2009 a Kinshasa, la capitale del Congo, una città in cui 7.5 milioni di persone vivono in condizioni di povertà e più di 1 milione ha già ricevuto degli aiuti. L’ospedale, battezzato in nome della madre di Dikembe, ha avuto in cura più di 200 mila pazienti, secondo le fonti di Georgetown. Mutombo ha diffuso il basket globalmente attraverso Basketball Without Borders, attraverso dei basket-camp in Africa, giocando durante l’NBA Africa Game 2015 e presenziando nel 2017. Nel 2020 la Dikembe Mutombo Foundation ha iniziato la costruzione di una scuola nella Rep. Dem. del Congo, e attraverso la Mutombo Coffee ha sovvenzionato i chicchi di caffè provenienti da piantagioni gestite dalle donne che avevano ricevuto una chance lavorativa tramite la Women Coffee Initiative. “Mio padre è il mio eroe, semplicemente perché si prendeva cura di tutto. Rimane la persona dal cuore più puro che abbia mai conosciuto”, parole del figlio di Mutombo, Ryan, rilasciate su Instagram: “A quei tempi pensavo a mio padre come un super-uomo. Il bambino che è in me piangerebbe sapendo che non sia per nulla anormale. Mio padre era un uomo normale, che si sarebbe fermato ad onorare il mondo, la sua gente ed il suo creatore ad ogni occasione. Amava gli altri con ogni singola cellula del suo corpo. Questo è ciò che lo ha reso così reperibile per tutti. Ed è ciò che lo ha reso vero.”.

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Dikembe Mutombo è la ragione principale per l’esistenza della Basketball African League. È stato molto coinvolto emotivamente durante l’All-Star Weekend 2017 a Charlotte, quando Silver ha annunciato la nascita della BAL. Dikembe ha rivelato ad Andscape che sia stato il primo ad aver spinto Silver a creare la BAL. La Basketball African League darà avvio alla sua 4° stagione nel 2025, sotto la guida del suo presidente, nonché amico di Mutombo, Amadou Fall. Prima che Dikembe si ammalasse era costantemente presente alle sfide della BAL, arrivando a ballare gioiosamente con una band senegalese alla fine di una partita nel 2022. La BAL sta già ricevendo i suoi frutti, dopo che i Toronto Raptors hanno scelto al Draft di quest’anno il centro Ulrich Chomche, proveniente dal Camerun, e gli Utah Jazz hanno messo sotto contratto con un Exhibit 10 il rookie Babacar Sane, nativo del Senegal, ed infine il famigerato programma cestistico della Duke University ha accolto tra le sue fila il centro Khaman Maluach, proveniente dal Sud Sudan. “Abbiamo fatto tutto ciò perché giocatori come Dikembe ci hanno indicato l’opportunità che esisteva, non solo nel basket, ma per gli sport in generale nel continente,” ha dichiarato Silver ad Andscape nel 2017. 

“Lui ed io ci siamo visti almeno 4 volte da quando sono Commissioner. E dopo alcune conversazioni con la FIBA ed i ministri dello sport locali, abbiamo compreso che ci siano enormi opportunità di continuare la crescita del gioco del basket in Africa.”

Adam Silver

Mutombo ha inoltre dichiarato a tal proposito quanto segue ad Andscape nel 2017.

“Stavamo provando a cercare un modo di far sviluppare la NBA in Africa. Adesso, il Commissioner ha fatto in modo che accadesse, creando la lega. Non si tratta più soltanto di giocare partite amichevoli. Ed è una cosa grandiosa.”

Dikembe Mutombo

Olajuwon è senza dubbio il più grandioso cestista di sempre proveniente dal continente africano. Il centro dei Philadelphia 76ers, Joel Embiid, e l’ala dei Milwaukee Bucks, Giannis Antetokounmpo, sono due star africane della NBA, sulle orme di Olajuwon. Il Presidente dei Toronto Raptors, Masai Ujiri, materrà la porta aperta per tutti i cestisti africani disposti ad apprendere i dettami tecnici e giocarsi le loro chance in NBA. Ma quando si tratta di trovare il padrino del basket in Africa, non ci sono dubbi su chi sia stato il più grandi di tutti: Dikembe Mutombo Mpolondo Mukamba Jean-Jeacque Wamutombo. “Mi dispiace, è un duro colpo.” – ha dichiarato lo stesso Ujiri strozzando il pianto durante il Media Day dei Raptors, lunedì: “Devo dire, comunque, che quell’uomo ci ha reso quelli che siamo. Quell’uomo è un gigante. Una persona incredibile. Cosa saremmo senza Dikembe Mutombo? Questo non sarebbe possibile, Davvero, non lo è. Mi sono recato nella sua città natale con lui. Siamo andati all’ospedale. Non avete idea del valore che quell’uomo ha per il mondo.”. Anche Embiid ha rilasciato delle dichiarazioni durante il Media Day, lunedì: “Oggi è un giorno triste, specialmente per noi africani, ma anche il resto del mondo, perché oltre a ciò che ha ottenuto sui campi da basket, penso che fosse una persona molto migliore fuori dal campo.”.