FOTO: TheBrightSideOfTheSun.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Stephen PridGeon-Garner per The Bright Side of the Sun, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


I Phoenix Suns si trovano attualmente all’8° posto della classifica di Western Conference, con un record di 18W e 15L dopo le due vittorie consecutive nelle sfide in back-to-back contro gli Orlando Magic ed i Portland TrailBlazers a cavallo tra 2023 e 2024. A questo punto sono quattro le vittorie consecutive della franchigia allenata da coach Frank Vogel, un netto cambio di rotta per una squadra che agli occhi dei più era risultata fin troppo spesso noiosa, mediocre e prevedibile in questo primo scorcio di Regular Season NBA. 


Le avverse condizioni fisiche di alcuni membri del roster sono state un amaro light motive nell’apertura stagionale, ma lo spartito sembra esser variato appena prima della sfida contro gli Charlotte Hornets, quando sia Bradley Beal che Jusuf Nurkic hanno finalmente potuto dire addio ai problemi che li avevano afflitti, potendo tornare a dar manforte ai propri compagni di squadra sul parquet (QUI avevamo parlato della poca incidenza di Beal e dei vari motivi che l’avevano causata, QUI, invece, di ciò che finora non aveva funzionato in casa Suns). Oltre a questo primo, netto cambio rispetto al recente passato, ci sono alcuni dettagli che invece possono essere state meno evidenti e che analizzeremo di seguito. 

  • Point Durant

Kevin Durant è ancora, senza ombra di dubbio, uno tra i migliori realizzatori all-time, esprimendo un livello di basket sublime e con ancora parecchi record da “demolire” prima di appendere le scarpe al chiodo. A causa del suo enorme bagaglio tecnico e della sua smisurata capacità di capitalizzare punti, spesso riesce a mettere involontariamente in ombra il resto della squadra – ottenendo spesso critiche negative o opinioni inferiori circa il vero valore dei compagni di roster. Tra le tante abilità in suo possesso in grado di oscurare quelle dei compagni, di certo bisogna menzionare quelle nel playmaking. 

Nelle sue due ultime uscite stagionali – ha saltato l’ultima sfida contro Portland – KD è riuscito a mettere a referto 27 assist complessivi, la più alta striscia di assistenze ai compagni suddivisa in due impegni stagionali nel corso della sua longeva ed illustre carriera NBA. Nel corso di questa assist-streak, l’ex Golden State Warriors ha raggiunto anche il suo massimo numero di assist in carriera, con i 16 forniti nel corso della sfida contro gli Houston Rockets. Inoltre ha stabilito un nuovo personale Career High per quanto riguarda i Punti creati da suoi assist, con 38. 

Per di più, come testimoniato dalla clip precedente, KD è stato impegnato in diversi frangenti e contesti della partita: transizione, pick&roll, post-up, isolamento – tutte situazioni in cui è in grado di attirare l’attenzione dei difensori oltre il normale. Il dispendio di energie ed attenzioni difensive a causa sua ha chiaramente generato vantaggi nell’esecuzione del tiro da parte dei suoi compagni di squadra. Tra gli 80 giocatori che hanno contribuito in più di 150 possessi sviluppati in un pick&roll, Durant è riuscito a piazzarsi al 5° posto per quanto riguarda i PPP – Punti Per Possesso -, mentre si trova al 4° posto a pari merito in quanto a punti scaturiti da lui o da un suo passaggio. I suoi PPP in post-up, invece, lo classificano attualmente al 13° posto, visto anche il continuo lavoro dei Suns per migliorare in questa particolare situazione di gioco. 

Inoltre, si trova al 6° posto in quanto a triple realizzate in post-up (15) – tenendo in conto delle conclusioni tentate dallo stesso KD e dai vantaggi generati dalla sua sola presenza rispetto ai compagni in campo. Ciò comporta delle naturali conseguenze in campo, migliorando equilibri ed esecuzione delle giocate collettive in fase offensiva. Lo stesso ex GSW, Nets e OKC aveva parlato delle sue giocate in post-up di recente, dopo una sfida contro i Chicago Bulls.

I Suns hanno fatto maggior affidamento sulle sue abilità nel playmaking nelle ultime uscite stagionali, e nonostante le attenzioni extra attirate su di sé da parte dei difensori avversari, KD ha performato visibilmente meglio rispetto al passato in questa zona di campo: 27 assist e soltanto 4 turn over. Nel complesso ha totalizzato fin qui 34 passaggi sbagliati in stagione, dando l’impressione di poter migliorare ulteriormente la fase offensiva dei Phoenix Suns in questa situazione di gioco. Inoltre, il pallone in possesso di Durant si traduce nel posizionamento più confortevole per i suoi compagni di squadra off-the-ball, che sia in movimento o in catch-and-shoot. Il volume di gioco fornito da quest’innovazione tattica è quasi in toto riconducibile a vantaggio creato da lui. 

Anche Devin Booker è stato recentemente investito da maggior attenzione da parte delle difese avversarie quando Durant si è trovato momentaneamente in panchina. 

Lo sfruttamento degli spazi in cui attualmente i due stanno operando al meglio, coinvolgendo anche Bradley Beal per quel che riguarda il point-of-initiation delle giocate e ottenendo i frutti della loro manipolazione del gioco dei difensori avversari tramite i punti messi a segno dai compagni è ciò in cui i Suns possono ancora dare il meglio per aumentare la loro efficacia offensiva. Osservare l’evoluzione di gioco del Triumvirato composto da Booker, Beal e Durant sarà fondamentale per comprendere il prosieguo della stagione dei Suns. Ovviamente, l’efficienza ed efficacia di Durant rimangono imprescindibili, come sempre finora.

  • Ottimizzo dell’impiego di Grayson Allen ed Eric Gordon

Nelle ultime quattro uscite di Regular Season i Phoenix Suns hanno messo a referto una media di 120.75 punti, con almeno 12 tiri messi a segno da oltre l’arco. Per quanto riguarda i tentativi andati a buon fine, la metà delle realizzazioni complessive provengono dal tandem composto da Grayson Allen (2.4 3P a partita) ed Eric Gordon (2.7). Il loro stile di gioco e modo di finalizzare le azioni andando al tiro è abbastanza differente, ma ciò li distingue comunque per essere tra i migliori realizzatori del roster dei Suns. La loro efficacia al tiro nel complesso – rispettivamente del 50.6 e del 44.0% con 13.1 e 13.5 PPG – è alla base dei miglioramenti apportati alla fase offensiva della franchigia dell’Arizona. 

I due sono spesso l’oggetto di ricerca dei passaggi da parte dei compagni intenzionati a scaricare sul tiratore libero (o quasi), e di conseguenza anche dell’attenzione delle difese avversarie. Per questo, il loro stile di gioco risulta essere quello più complementare ai Big Three, essendo efficaci al tiro, capaci di sfruttare gli spazi lasciati liberi ed attaccare il ferro. Gordon è più orientato ad uno stile di gioco da catch-and-shoot, essendo inoltre dotato di enorme dinamicità funzionale ad allargare le difese ed indebolire la loro efficacia nell’arginare la prima soluzione offensiva dei Suns. Allen, invece, ha messo a referto ben 6.4 tentativi attaccando il ferro in Regular Season fin qui, con una percentuale di successo dell’88.9% – avendo messo in mostra ottime doti di agilità, abilità nel tocco di palla, accelerazione e decelerazione in un ampio ventaglio di esempi di layup e floater contestati. 

Allen ha dimostrato di essere il migliore tra i “piccoli” nel costruire blocchi per i compagni, con evidenti miglioramenti nel tempismo e nella coordinazione delle movenze in campo con il suddetto Triumvirato. Nell’ultimo mese ha inoltre totalizzato il 43.5% su 5.6 3PA, e quasi il 90% dei tentativi provenienti da meno di 3 metri dal ferro. Nella clip sottostante è possibile osservare alcune giocate a testimonianza di ciò.

Il livello di gioco espresso sia da Grayson Allen che da Eric Gordon nell’apporto di svariate soluzioni offensive e nel fornire esperienza a difesa del proprio tabellone è ciò che i Phoenix Suns hanno tanto ricercato negli ultimi anni. 

  • Utilizzo del Quintetto Small

La temporanea e recente assenza di Jusuf Nurkic ha spinto coach Vogel a svolgere nuovi esperimenti e cercare altrettante soluzioni di gioco, tra cui Udola Azubuike, Chimezie Metu e Saben Lee. Azubuike è stato quello che ha performato meglio degli altri nell’ultimo mese – compresa anche l’unica uscita del 2024 – con un +5.3 nelle ultime uscite stagionali. Lee, invece, quello che ha ottenuto risultati meno evidenti, e che nonostante ciò ha dimostrato la sua utilità ed efficacia nelle giocate in transizione e nel dare il La alla fase offensiva dei Suns. Tuttavia, è stato Chimezie Metu ad ottenere un maggior minutaggio ed aver mostrato più margini di miglioramento grazie alla sua versatilità offensiva. In 4 delle 5 ultime uscite stagionali è stato spesso affiancato a KD nel ruolo di Centro, riuscendo ad ottimizzare il quintetto Small e la versatilità che esso comporta. 

Finora questo quintetto ha ottenuto 118.7 di Offensive Rating – il 70° percentile per efficienza – con un solido 57.4% di eFG% (per quanto riguarda i quintetti comprensivi anche di Durant). Questi lineup hanno bisogno di ottenere maggior efficacia sia sotto il ferro avversario che nell’indurre gli stessi avversari in errore, ma nonostante ciò coach Vogel sta riuscendo a trovarne la quadra. I Suns hanno tratto particolare giovamento dal quintetto composto da Devin Booker, Grayson Allen, Josh Okogie, Kevin Durant e Chimezie Metu. Nonostante il basso minutaggio refertato fin qui, i numeri ottenuti da questi 5 uomini in campo parlano chiaro. Hanno solo bisogno di consolidare le giocate conoscendosi meglio sul parquet. 

Un fattore fondamentale potrebbe essere la presenza di un giocatore tanto abile come point-of-attack defender, che nel co-condurre giocate in transizione o infine fungere da rollante/eseguire tagli in fase offensiva per stimolare le difese allo switch: in sostanza, un giocatore come Josh Okogie. Sarebbe interessante verificare l’efficacia di un quintetto small con l’aggiunta di costruzione dal basso, spesso richiesta da coach Vogel – ad esempio, come avvenuto nella recente sfida contro gli Charlotte Hornets. Anche la lineup composta da Booker, Beal, Allen, Gordon e Durant ha mostrato diverse potenzialità da sviluppare. 

  • Lowman defense

Tra i dati più rilevanti riscontrati nelle ultime uscite stagionali, di vitale importanza è stato quanto mostrato dalla linea delle guardie nella sfida ai Dallas Mavericks di Luka Doncic. In particolare, esse hanno prestato maggiori attenzioni allo stesso Luka Magic nei pick&roll, trascurando la marcatura degli altri avversari e lasciandoli maggiormente liberi sul perimetro. Trovandosi di fronte ad uno dei giocatori più talentuosi dell’era moderna, c’è poco da poter rimproverare alla fase difensiva della franchigia dell’Arizona nel peccare di costanza con cui contrastare lo sloveno; in compenso, sarebbe stato più semplice limitare gli altri componenti del quintetto dei texani. 

La “sfida nella sfida” durante il match del Christmas Day è stata tra le due second unit, stabilendo quale delle due franchigie potesse riuscire a limitare l’altra. Quella dei Mavs avrebbe dovuto sopraffare costantemente i Suns, tuttavia non sempre l’esito delle azioni è andato a favore di Doncic e compagni. Metu avrebbe dovuto mantenere una postura più angolata rispetto a Doncic, per poterne controllare meglio le avanzate. Tuttavia, ciò è stato esacerbato ed esagerato dalla carenza di tempismo tra lo stesso Metu e Durant, in questo caso in funzione di lowman. Spesso a risentirne è stata proprio la loro potenza ed efficacia, tuttavia, quando sono riusciti a trovare la coordinazione il quintetto ne ha risentito enormemente in positivo: Durant è riuscito a staccarsi in anticipo, favorendo il posizionamento di Gordon, il quale ha spesso forzato gli avversari a perder palla. Inoltre, anche Drew Eubanks è riuscito a trarre benefici da questo tipo di quintetto e giocate. Certamente la prossima sfida contro i Dallas Mavericks, prevista per il 24 Gennaio, darà ulteriori informazioni in tal senso.