FOTO: Athlon Sports

Questo contenuto è tratto da un articolo di Ethan Farina per Air Alamo, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


Chris Paul è stato una spina nel fianco per i San Antonio Spurs per quasi due decenni. C’è un’intera generazione di tifosi che è cresciuta conoscendo CP3 come uno dei migliori avversari che gli Spurs abbiano mai affrontato e uno dei migliori playmaker della storia dell’NBA. L’astio dei texani nei confronti di Paul è stato accompagnato da un livello di rispetto irrisorio. Lo si poteva odiare quanto si voleva, ma non si poteva negare il suo genio cestistico. In questa stagione, quel genio in campo è sotto gli occhi di tutti. Certo, le aspettative non erano altissime, gli infortuni nelle due stagioni precedenti lo hanno perseguitato e si poteva notare che la fase finale della sua carriera cominciasse a farsi sentire. Questo, unito alla presenza di Tre Jones e all’aggiunta di Stephon Castle, ha portato molti a credere che l’ex Warriors avrebbe avuto un ruolo importante ma marginale, soprattutto come mentore e figura di spogliatoio. Ma finora il ruolo di Chris Paul è stato tutt’altro che marginale. Ha giocato il terzo maggior numero di minuti rispetto a tutti gli altri giocatori, ha iniziato ogni singola partita per San Antonio ed è stato assolutamente determinante per il successo di inizio stagione. Quindi, perché diavolo si sta parlando di scambiarlo da inizio stagione? Scambiare CP3 sarebbe un errore madornale per i San Antonio Spurs.


Certo, non è l’unica guardia degli Spurs che sta giocando bene: Stephon Castle è stato un candidato al titolo di “Rookie of the Year” sottovalutato; Jeremy Sochan, meno point guard di quanto non fosse l’anno scorso, stava facendo un’ottima figura prima di infortunarsi. Tutto questo impressionante gioco di guardie ha portato probabilmente a ipotizzare che gli Spurs vogliano muovere Point God. Mettiamo subito le cose in chiaro: non c’è alcuna possibilità che San Antonio scambi Chris Paul. Non esiste un pacchetto di offerte che possa giustificare la cessione di uno dei giocatori più importanti del roster in questa fase della stagione. Guardate cosa sta facendo CP3 in campo, fa parte di uno dei migliori quintetti NBA; quando Paul e i suoi compagni si dividono il campo, realizzano il 75% dei canestri e l’80% dei tiri da tre. Coincidenza? No, è quello che succede quando si mette uno dei migliori distributori dell’NBA a controllare l’attacco. La palla si muove di più, San Antonio gioca la vera pallacanestro degli Spurs come la conosciamo e i risultati parlano da soli.

Guardando una qualsiasi partita degli Spurs, si può vedere Chris Paul allenare i compagni in panchina. La leadership e l’educazione non si vedono nel box score, ma sono state fondamentali per il successo di San Antonio finora. E ricordiamo che gli Spurs stanno facendo tutto questo senza Gregg Popovich. L’allenatore ad interim Mitch Johnson fa parte dell’organizzazione texana dal 2016 e ha visto la sua buona parte di ciò che una partita può riservare, ma comunque, avere una presenza cerebrale e veterana come Paul in panchina deve offrire un livello di tranquillità difficile da valutare.

Gli Spurs potrebbero inoltre certamente cercare di scambiare Paul, ma realisticamente quale potrebbe essere l’offerta? Nessuno proporrà a San Antonio una prima scelta per un playmaker di 39 anni. Forse potrebbero ottenere una scelta al secondo giro, una scommessa su un giocatore giovane o cash considerations. Chiedere qualcosa di più non è ragionevole. Quindi la domanda per gli Spurs sarebbe cosa preferirebbero avere: una stagione completa di impatto dentro e fuori dal campo da parte di CP3 o un’altra scelta al secondo giro, un giocatore marginale del roster e cash? La risposta dovrebbe essere piuttosto scontata. Paul è un’enciclopedia cestistica ambulante, l’educazione e la saggezza da veterano che sta impartendo al roster valgono da sole il costo del suo contratto. E ancora, è il timoniere di uno dei migliori quintetti titolare della Lega in una squadra che sta sorprendentemente navigando sopra il 50% di vittorie. Ha un impatto sulla squadra dentro e fuori dal campo. Quindi è tempo di tagliare la narrativa “gli Spurs dovrebbero scambiare Chris Paul”. Che San Antonio rimandi le discussioni di mercato ad altre sedi e si goda una stagione per certi versi unica, si goda i momenti in cui CP3 fa da mentore a Stephon Castle e Victor Wembanyama a bordo campo. Quei momenti e ciò che significheranno per il futuro a lungo termine dei San Antonio Spurs sono infinitamente più preziosi di qualsiasi offerta di un concorrente per i servizi di Chris Paul.