Uno sguardo alla situazione dell’australiano, con un ripasso degli eventi passati e un occhio per il possibile futuro.

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Se ve lo steste chiedendo: sì, nonostante tutto il marasma interno di questi giorni, Ben Simmons è (e, si spera, sarà) un giocatore dei Brooklyn Nets la prossima stagione, quando dovrebbe essere in grado di completare un ritorno in campo atteso dal 20 giugno 2021.

Giusto nelle ultime 24 ore, su New York Post è uscito un articolo di Brian Lewis riguardante Kevin Durant, ma contenente delle notizie aggiornate sull’ex Sixers, il quale – secondo fonti interne – farebbe assolutamente parte del futuro a lungo termine della franchigia newyorkese.

Partendo con ordine, ecco uno schema riassuntivo sul passato, il presente e il futuro di Ben Simmons.


Il passato

L’australiano è fuori da più di un anno in primis a causa della rottura avvenuta con l’ambiente dei Philadelphia 76ers in seguito all’uscita dai Playoffs 2021 contro gli Atlanta Hawks. Facendo un breve riassunto, dopo l’esplosione delle polemiche dovute ad alcune dichiarazioni in conferenza stampa di Joel Embiid e Doc Rivers, a Philadelphia è iniziato un vero e proprio calvario, manifestatosi in un primo momento come una forma di protesta nei confronti dell’organizzazione e della squadra – punita con le prime multe, poi come qualcosa di molto più serio.

Simmons ha infatti rivelato di aver iniziato un percorso di riabilitazione psicologica necessario a curarne i problemi di salute mentale, alla base della sua incapacità di scendere in campo (ne abbiamo parlato in maniera approfondita QUI). Nonostante questo, le multe sono andate avanti, il dialogo fra il giocatore e il suo agente – Rich Paul, di Klutch Sports – con la dirigenza ad inasprirsi, il rapporto con i Sixers ad incrinarsi, fino alla definitiva rottura culminata nella blockbuster trade coinvolgente James Harden.

Quando piove, però, diluvia. Il debutto di Ben Simmons in maglia Nets ha tardato ad arrivare e, quando si pensava davvero che l’australiano riuscisse a farcela per i Playoffs, è arrivata l’ennesima cattiva notizia.

L’ex Sixers si è dovuto sottoporre ad una microdiscectomia, operazione chirurgica atta a riparare delle lesioni vertebrali di cui abbiamo parlato approfonditamente QUI. All’altezza del 5 maggio 2022, per Simmons era già arrivato il momento di guardare all’estate 2023.

Il presente

Attualmente, a Brooklyn, è abbastanza difficile parlare di stabilità. Con Kevin Durant e Kyrie Irving in uscita (o, meglio, volenterosi di partire), l’ambiente interno è piuttosto scosso. Questo non ha comunque frenato il GM Sean Marks dall’effettuare delle buonissime aggiunte e conferme, mantenendo un roster che, se si dovesse presentare così nella prossima stagione, sarebbe altamente competitivo.

Tornando all’articolo di Lewis citato all’inizio, Ben Simmons non sembrerebbe far parte dei giocatori in uscita. Nonostante le incertezze, infatti, alcune fonti del New York Post rivelano che i Nets non siano interessati a scambiare il giocatore, mentre altre due precisano che, in realtà, non ci sarebbe assolutamente mercato.

Il versante da tenere d’occhio è quello delle eventuali proposte in arrivo per KD. Se davvero Phoenix, Miami, Golden State e tutte le altre fossero interessate a fare una trade per Durant, non potrebbero scambiare un giocatore che abbia ricevuto una Designated Rookie extension, estensione di 5 anni al massimo salariale (25% del cap) ad un giocatore che entri nell’ultimo anno del suo Rookie Contract. Ogni squadra può avere infatti fino a due giocatori con questi contratti in squadra, ma solo uno può essere acquisito via trade. Motivo per cui, con Simmons a roster, i Brooklyn Nets saranno già al completo, e nomi come quelli di Devin Booker, Andrew Wiggins e Bam Adebayo saranno da depennare come pedine per una trade.

Difficile, dunque, che l’australiano si muova, soprattutto se Sean Marks rimanesse restio ad includerlo in uno scambio a più squadre.

Il futuro

Poiché il tipo di operazione ricevuta alla schiena necessita di un recupero di circa 2-3 mesi, è quasi certo che vedremo il giocatore al training camp dei Brooklyn Nets, per il quale non c’è ancora data precisa, ma che dovrebbe iniziare all’altezza di metà-fine settembre. Simmons dovrà partire molto lentamente nel suo processo di riabilitazione, dal momento che la percentuale di ricadute per infortuni come il suo, nei 5 anni seguenti l’operazione, è piuttosto alta (10-12%).

Dal momento che è difficile ipotizzare come potrebbero presentarsi i Nets nel giro di tre mesi, non resta che analizzare quello che il giocatore potrebbe portare all’attuale roster. In primis, come si è notato ai passati Playoffs, il limite offensivo enorme di Brooklyn – e delle due stelle in particolare – è l’incapacità di coinvolgere con consistenza i comprimari, nonostante una batteria di ottimi scorer e tiratori. Il ruolo di Simmons sarebbe (o, meglio, dovrebbe essere), quello di avviare l’azione e di fare da collante per l’attacco a metà campo dei Nets, provando a beneficiare delle praterie che si potrebbero aprire off ball grazie alla gravity delle due stelle in maniera diretta, quindi attaccando gli spazi vuoti per chiudere a ferro, o in maniera indiretta, leggendo i vantaggi creati generando ottimi tiri anche per i compagni.

Brooklyn guadagnerebbe anche un ottimo giocatore di transizione e semi-transizione, con una predisposizione nel facilitare lo scoring altrui, pregio da non sottovalutare per un roster che potrebbe proporre tiratori come Patty Mills, Seth Curry o Joe Harris.

Grazie alle spaziature prodotte da questi Nets, inoltre, per Simmons ci sarebbe molto più margine di manovra rispetto a quello presente a Philadelphia, fattore essenziale per fare in modo di usarlo come tagliante qualora non fosse lui, ma il KD o il Kyrie del caso, a iniziare l’azione. La sua struttura corporea gli potrebbe anche permettere di giocare il pick&roll da rollante in quintetti super small, che potrebbero vederlo agire de 5 teorico sporadicamente.

Difensivamente, invece, non andrebbe a risolvere entrambi i macro-problemi di questo roster: rim protection e difesa POA. Mentre quest’ultima è praticamente il biglietto da visita di Ben Simmons, la protezione del ferro che l’ex Sixers è in grado di fornire sarebbe solo secondaria, non l’ideale per un roster che, a parte Nic Claxton, non è attualmente in grado di proporre una difesa di livello negli ultimi metri.

La difesa POA d’élite, comunque, non è assolutamente qualcosa di cui lamentarsi e, al netto delle condizioni fisiche, dovrebbe essere la vera certezza dell’integrazione di Simmons, il quale fornirà finalmente un’opzione di livello elitario, e soprattutto incredibilmente versatile, nel limitare le maggiori minacce avversarie.

L’australiano porta con sé sicuramente delle incognite, ma sarebbe un fit davvero eccellente per questa squadra che, se non dovesse sfaldarsi, si presenterebbe alle porte della prossima stagione come una contender assoluta. E questo sarebbe possibile grazie – anche – a Ben Simmons.