Rush finale, quattro vittorie per la conquista del titolo NBA; tutti gli aspetti da considerare alla vigilia di Gara 1 tra Warriors e Celtics.

Questa serie non ha bisogno di lunghe presentazioni. Golden State Warriors e Boston Celtics sono distanti solamente quattro vittorie dal titolo. È il momento più importante dell’anno, quello che tifosi e giocatori stessi cerchiano in rosso sul calendario, ed è il momento in cui si scrive la Storia della NBA. È il momento delle NBA Finals.

Oltre la trepidante attesa per l’inizio dello spettacolo, l’analisi razionale di quello che potrebbe succedere nel corso della serie potrebbe risultare ugualmente interessante. Per farla, è necessario addentrarsi nelle questioni tattiche, recuperare gli scontri avvenuti durante la Regular Season e osservare dati e tendenze mostrate dalle due squadre in questi Playoffs.

Solamente dopo aver considerato tutti gli aspetti, e qui vedremo i cinque principali, possiamo arrivare a un pronostico ragionato.


1 – Difendere su Curry e gli Warriors: i compiti della difesa dei Celtics

L’attacco di Golden State rappresenta per Boston una minaccia totalmente diversa rispetto a quelle precedentemente affrontate in questi Playoffs. È unico, per qualità dei singoli, movimenti senza palla e alchimia tra i protagonisti.

Detto ciò, nessuna squadra più dei Boston Celtics ha il materiale difensivo per creare grattacapi a un attacco del genere. Almeno sulla carta e per quanto hanno dimostrato fino a questo momento, nella metà campo difensiva i Celtics non hanno alcun anello debole riconoscibile in rotazione, sia dal punto di vista della taglia che da quello della mobilità laterale.

Ciò permetterà a Ime Udoka di implementare cambi difensivi su ogni blocco, sulla palla o lontano dalla palla. E, come abbiamo visto in passato (e recentemente nella serie contro i Memphis Grizzlies), l’heavy-switch è l’unica strategia possibile per creare reali problemi ad un attacco motion come quello degli Warriors.

Quando la difesa cambia su tutti i blocchi inceppando i set offensivi, Stephen Curry e compagni sono allontanati dalla zona di comfort, e costretti a uno stile di gioco che non sono abituati a usare. A questo si aggiunge un limite strutturale del roster, che costringe Steve Kerr a mettere in campo quintetti in cui è sempre presente almeno un non-tiratore (Draymond Green), se non più di uno (Kevon Looney, Andre Iguodala).

E, quando le difese cambiano sui blocchi e sei forzato a giocare in isolamento o penetra-e-scarica (drive&kick), il difensore in marcatura sul non-tiratore può andare in aiuto senza concedere grossi vantaggi.

Dunque, oltre ad avere molti difensori capaci di rimanere tra il portatore di palla e il canestro, i Celtics potranno spesso contare anche su un aiuto tempestivo al ferro. Due elementi in cui la difesa dei Dallas Mavericks lasciava a desiderare, e che cambiano completamente lo scenario per l’attacco di Golden State.

Se poi a portare gli aiuti è Robert Williams III (ammettendo che sia presente), uno dei migliori stoppatori e rim protector della lega, trovare punti al ferro in penetrazione potrebbe diventare una vera e propria impresa.

Lato Warriors, i punti su cui insistere offensivamente ci sono, seppur pochi. Ad esempio, lo stesso Robert Williams III tanto fondamentale in aiuto si dimostra talvolta restio a cambiare sui blocchi. L’attacco dei Dubs è perfettamente in grado di punire anche solo piccole esitazioni in questo senso.

E, anche se dovesse accettare costantemente i cambi, pur essendo abbastanza mobile, “Timelord” rimane il più attaccabile sul perimetro da Curry e Poole, e impegnarlo sulla palla toglierebbe la presenza avversaria più minacciosa in aiuto.

In secondo luogo, anche contro gli switch l’attacco degli Warriors deve resistere alla tentazione di bloccarsi. Il movimento degli uomini crea caos, e nessuno come Golden State è bravo nel creare vantaggi dal caos.

In particolare, gli slip sui blocchi (fare solo finta di portare un blocco e correre in anticipo verso il canestro) possono portare ad errori di comunicazione della difesa, che non può mantenere certi standard di perfezione per l’intero corso della serie. Jaylen Brown, ad esempio, tende a distrarsi qualche volta di troppo quando si trova a difendere lontano dalla palla.

Infine, alzare il ritmo della partita e attaccare nei primi secondi di azione sarà linfa vitale per la squadra californiana. I Celtics hanno concesso solamente 86.8 punti per 100 possessi a difesa schierata in questi Playoffs, e non è un dato facilmente soggetto a stravolgimenti, anzi.

Quindi Curry e Green dovranno incaricarsi di massimizzare le opportunità in transizione e semi-transizione. Lo fanno egregiamente da anni, ma in questa serie sarà più importante che mai.

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