FOTO: Andscape.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di William C. Rhoden per Andscape, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


“Quindi, i ciechi condurranno i ciechi e i sordi grideranno ai sordi, fino a quando le loro voci si disperderanno.”


Herman Melville

“Questa non è neppure una teoria cospiratoria. La Terra è piatta, lo ripeto, la Terra è piatta.. Lo abbiamo davanti agli occhi. Vi dico, lo avete davanti agli occhi. Ci stanno mentendo.”

Kyrie Irving nel 2017 al Road Trippin’ Podcast

Nel 2017, ai tempi dei Cleveland Cavaliers, Kyrie Irving ha rilasciato la sua famosa intervista in cui affermava che il mondo fosse piatto. Ci è voluto un anno, ma poi Irving ha ammesso di essersi sbagliato, quanto meno ad esporre pubblicamente un’affermazione tanto stupida. Dopo 7 anni, Irving ha accertato che il mondo sia rotondo poiché il suo viaggio ha terminato l’intero cerchio: da Cleveland a Boston, poi a Brooklyn e da lì a Dallas. Adesso, all’età di 32 anni, Irving si trova diretto a Boston dove, giovedì 6 giugno, proverà a vincere il suo 2° Titolo NBA quando i Dallas Mavericks affronteranno i Boston Celtics in Gara 1 delle NBA Finals 2024. Kyrie ha una storia affascinante. Mentre Luka Doncic è indubbiamente il miglior giocatore dei Mavs, Irving è stato ugualmente il più avvincente di questi Playoffs. Per distacco. Ci sono molti retroscena in queste NBA Finals. Ad esempio, lo storico evento di due coach afroamericani – coach Joe Mazzulla per i Celtics e coach Jason Kidd per i Mavs – alle Finals, mai avvenuto dal 1975 ad oggi. Oppure, la reunion tra il centro lettone dei Celtics, Kristaps Porzingis, e la point guard dei Mavs, Doncic. I due sono stati compagni di squadra – apparentemente non molto in allegria – dal 2019 al 2022. In Kyrie Irving, Doncic ha trovato una figura più compatibile e un All-Star con cui condividere il peso della squadra, mentre Porzingis ha trovato il suo ruolo ideale al fianco di Jayson Tatum e Jaylen Brown a Boston. Questa serie di Playoffs è stata a varie voci indicata come quella della redenzione per Kyrie Irving: redenzione da cosa? Per chi dovrebbe redimere sé stesso? E perché? Per le sue affermazioni terrapiattiste? Per aver postato un link di un documentario che per alcuni è sembrato discriminatorio? Per aver indossato una keffiyeh durante una conferenza post partita? O infine, per aver indossato delle scarpe con la scritta “No more genocide”? La struttura portante del discorso è il ritorno di Uncle Drew a Boston, dove ha giocato dal 2017 al 2019. Alcuni potrebbero definirlo il Ritorno del Figliol Prodigo. Un’altra prospettiva della situazione è quella che vede l’insegnante tornare a casa per affrontare i suoi alunni. Kyrie è giunto ai Celtics nell’agosto del 2017, dopo aver chiesto la trade ai Cleveland Cavs che lo avevano selezionato al Draft nel 2011, quando aveva 19 anni. All’età di 23 anni ha vinto il suo 1° Titolo NBA al fianco di LeBron James. Irving era il fratello minore di James, allora 32enne. Stava costruendosi una reputazione di giocatore unico in uno-contro-uno, forse la miglior guardia nell’improvvisare le giocate dai tempi di Earl “The Pearl” Monroe. James ha vinto i suoi 2 primi Titoli NBA ai Miami Heat. In seguito è tornato a Cleveland per permettere alla squadra di casa sua, i Cleveland Cavaliers, di vincere il loro 1° Titolo, e insegnare ad Irving cosa servisse per vincere. Quando Kyrie ha abbandonato Cleveland per Boston nel 2017, l’opinione generale era che avrebbe svolto il ruolo di saggio, per far maturare il talento di Brown e Tatum per vincere il Titolo, proprio come fatto da LeBron nei suoi confronti. Brown aveva appena completato il suo 1° anno in NBA, mentre Tatum era un rookie. 

La differenza principale è che LeBron James aveva 32 anni quando è tornato a Cleveland per trasmettere la sua conoscenza. Irving, invece, aveva solo 25 anni nel momento del suo ritorno a Boston. La sua affermazione sulla Terra piatta ha dato l’idea che non sarebbe stato la guida migliore per quei giovani Celtics, in un periodo abbastanza turbolento. Il Titolo non è arrivato, ma è servito comunque ad apprendere. Irving era ancora troppo giovane per condurre una squadra. Brown e Tatum, invece, nonostante la loro giovane età potevano essere troppo maturi per dargli ascolto. Per cui era naturale ci fossero frizioni. Quei Boston Celtics non sono mai arrivati dove avrebbero potuto. Nella Stagione 2017/18 sono arrivati alle Eastern Conference Finals, venendo eliminati dai Cavaliers. Uncle Drew ha saltato la serie di Conference Finals per problemi al ginocchio. Nella Stagione 2018/19 i bianco-verdi hanno raggiunto le Eastern Conference Semi-Finals: Irving ha giocato male ed i rapporti si sono incrinati. Dopo aver annunciato la sua permanenza, ha lasciato Boston per trasferirsi ai Brooklyn Nets nel luglio del 2019, lasciando Tatum e Brown liberi di creare la loro identità – cosa che hanno effettivamente fatto. Non si sa quali lezioni abbiano potuto apprendere da Irving, ma dati i problemi in cui ha versato la squadra dopo la sua partenza, i due Jays si sono fatti le ossa e sono cresciuti. Hanno raggiunto nell’ordine le Conference Semi-Finals, Conference Finals, NBA Finals, poi ancora Eastern Conference Finals e adesso le NBA Finals 2024. 

“Ovviamente, ci sono stati degli up e dei down. Ma per me, pur essendo allora un giocatore al primo ed al secondo anno, avendo ogni giorno attorno a me delle superstar e vedendo come si comportassero dentro e fuori dal parquet, credo sia uno dei giocatori più talentuosi che abbia mai visto.”

“Sembra sia successo molto tempo fa, ma in compenso porto con me tanti bei ricordi del periodo in cui Kyrie è stato mio compagno.”

Jayson Tatum
FOTO: Andscape.com

Irving ha perso l’ultima parte della Stagione 2019/20 con i Brooklyn Nets a causa di un infortunio alla spalla. Nella Stagione 2020/21 i Nets hanno perso alle Conference Semi-Finals contro i Milwaukee Bucks. Irving ha perso tutte le partite casalinghe a Brooklyn durante la Stagione 2021/22 poiché, come migliaia di altra gente, ha rifiutato di sottoporsi al vaccino contro il Covid-19, violando le norme sanitarie della Città di New York. In post-season, contro dei giovani Boston Celtics, Irving ha subìto il suo primo sweep in carriera. La sua Stagione 2022/23 a Brooklyn è stata un incubo, con la parte più terrificante rappresentata dal post sui social di un documentario che a molti è sembrato antisemita. Ciò lo ha messo al centro di violente discussioni, che lo hanno criticato e colpito come mai in passato. Nel novembre 2022, dopo aver rifiutato di ammettere inequivocabilmente di non avere alcun credo antisemita, Irving è stato sospeso. Visto ciò che sta raggiungendo adesso, è ironico pensare che in quel periodo certi sedicenti esperti affermassero che Irving fosse non scambiabile, poiché nessuna franchigia NBA lo avrebbe voluto. Ma a febbraio del 2023 i Nets lo hanno scambiato, mandandolo a Dallas. I Mavs non hanno raggiunto i Playoffs, ma Irving ha trovato un’inattesa casa ed ha formato una grande amicizia con Luka Doncic ed il loro mentore, coach Jason Kidd. All’età di 51 anni e con un palmares da Hall of Famer NBA, Kidd è divenuto il mentore che Irving ha potuto accettare e rispettare. Doncic era già una superstar, perciò Kyrie avrebbe potuto contribuire a vincere il Titolo. E dopo un annata in cui i due hanno potuto affinare l’intesa sotto la guida di coach Kidd, i Dallas Mavericks hanno iniziato a suonare una melodia meravigliosa. Irving può osservare il periodo trascorso con Tatum e Brown con fierezza. Dopo che i Mavs hanno affrontato i Celtics lo scorso marzo, Irving ha parlato alla stampa dei due All-Star dei Celtics che ha aiutato a far maturare. 

“Vedendoli crescere non posso che essere fiero. Quando li ho incontrati per la prima volta non erano altro che giocatori giovani ed affamati, vogliosi di diventare delle star sin dal primo momento che sono giunti nella lega. Questo è ciò che li distingue dalla maggior parte dei giovani che hanno avuto attorno. Sono arrivati in NBA con quel chiodo fisso in mente. Hanno imparato che il fallimento fa parte del percorso, che ogni stagione andrà diversamente e che chiunque ci sia attorno, il modo in cui li si migliora è importante.”

Kyrie Irving

Perciò, Kyrie Irving fa il suo ritorno a Boston per vincere il suo 2° Titolo, e nel farlo dovrebbe far tramontare i sogni di Tatum e Brown di vincere il loro 1°. Sembrerebbe quasi la metafora di Lazzaro, poiché la carriera di Uncle Drew sembrava già morta. Adesso è tornato a essere un giocatore amato e rispettato, maturo e capace di mettere in mostra il miglior basket della sua carriera. Dopo 7 anni dal suo addio ai Boston Celtics, i ponti che erano stati distrutti sono stati oramai quasi del tutto riparati. Anche nel mondo di Kyrie Irving, il cerchio della vita non è piatto.