E ancora: come riprendersi dall’infortunio di Booker? Come risolvere i problemi saltati fuori inaspettatamente? I Suns dovranno rispondere a diverse domande in poco tempo.
Questo contenuto è tratto da un articolo di Dave King per Bright Side of the Sun, tradotto in italiano da Alessandro Di Marzo per Around the Game.
Un anno fa, dopo un’ottima stagione regolare, i Phoenix Suns arrivavano ai Playoffs e facevano immediatamente i conti con i problemi fisici di Chris Paul. Nonostante ciò, hanno tenuto duro e sono comunque riusciti a raggiungere le NBA Finals.
La post-season di quest’anno è iniziata in modo simile: dopo una splendida Regular Season, Devin Booker ha subito un problema al bicipite femorale in Gara 2 contro i New Orleans Pelicans, e molto probabilmente non giocherà le prossime due gare in Louisiana (almeno).
Il momento dell’infortunio è stato nel terzo quarto, quando i Pelicans, sopra 75-74, hanno recuperato palla e sono partiti in contropiede; Booker, provando a fermare Jaxson Hayes, ha fatto uno scatto al massimo della velocità e saltato per contestare il suo tiro; subito dopo si è subito toccato la gamba, per poi lasciare il campo, senza più tornare.
Non è la prima volta che D-Book ha questo tipo di problemi: nelle Finals dell’anno scorso ha infatti giocato parte della serie combattendo contro lo stesso problema, e quest’anno ha saltato 7 partite a causa di un fastidio muscolare al bicipite femorale dell’altra gamba. I Suns hanno vinto 5 di quelle 7 gare, ma solo una contro una squadra poi entrata nei Playoffs (i Celtics).
Phoenix può vincere senza di lui – cosa che ha fatto anche quando Devin ha avuto il Covid, 3 vittorie in 4 gare e una sconfitta contro i Bucks – ma contro squadre di un certo livello fa molta fatica.
New Orleans si è decisamente dimostrata una squadra da Playoffs, a prescindere dal record (36-46) con cui hanno concluso la RS. Da quando CJ McCollum è arrivato in squadra, sono infatti 11-6 con lui e Ingram in campo, e 10 delle vittorie in questione sono arrivate nelle ultime 12 partite. In Gara 2 hanno dimostrato di essere una squadra da non sottovalutare.
Può Phoenix superare queste avversità ed accedere al secondo turno? Assolutamente sì, anche considerando l’assenza di Booker, l’1-1 e il fatto che tre delle – eventuali – quattro prossime gare si giocheranno a New Orleans.
Ma cos’è andato storto in Gara 2, oltre al problema fisico di Booker, per i Suns? Vediamo alcuni degli aspetti che coach Monty Williams avrà sicuramente discusso con la squadra in vista del terzo atto della serie, in programma domani sera.
La difesa in transizione
“Per noi, questa è stata probabilmente la peggior prestazione per quanto riguarda la transizione da quando alleno qui. E non è una buona cosa che capiti in una partita di Playoffs.”
– Monty Williams
Parole pesanti. Per capirci: 16 fast break points per i Pels (contro i 9 dei Suns), con 7/11 al tiro e tantissima libertà lasciata dalla difesa di Phoenix, che in Regular Season aveva concesso solo 11.3 punti a partita in transizione (il sesto miglior dato nella Lega).
Essere aggressivi a rimbalzo offensivo comporta il rischio di farsi trovare scoperti in difesa. Ed è questo, insieme alla poca presenza generale in alcuni passaggi della partita, che ha condannato Phoenix.
“Abbiamo aggredito i rimbalzi offensivi, ma abbiamo anche perso qualcosa in transizione difensiva.”
– Monty Williams
Parliamo comunque di una delle migliori difese dell’NBA – la seconda a metà campo (90.9 Def Rtg) e la nona in transizione (122.8) – e ci si può aspettare un giro di vite nelle prossime gare.
Il peso del tiro da fuori
Phoenix, escludendo Booker, ha segnato solo 6 delle 24 triple tentate in Gara 2, contro l’ottimo 17/30 di New Orleans. Nel secondo tempo (vinto 69-53 dai Pels) il dato scende a un pessimo 3/14.
Il 56.7% di NOLA dall’arco è il miglior risultato concesso da Phoenix in tutta la stagione.
“Abbiamo soltanto sperato che sbagliassero loro, invece di provare a farli sbagliare noi” – ha spiegato Chris Paul, visibilmente deluso, nel post-gara.
Phoenix è quinta per 3PT% concessa in stagione (35%) e quarta per triple concesse a partita (11.7); di norma, invece, New Orleans non è una grande squadra al tiro, con i soli CJ McCollum e Trey Murphy che hanno percentuali superiori alla media NBA. Le cose torneranno alla normalità, nelle prossime gare?
Intensità ed effort difensivo
Ai Suns sono mancate, e molto, coesione ed energia, fattori che hanno reso grande questa squadra negli ultimi due anni. Cosa che ha sorpreso in primis coach Monty Williams:
“Questo non me l’aspettavo proprio, sia perché eravamo in casa, sia perché sappiamo che queste gare sono davvero importanti.”
– Monty Williams
“Non ci dovrebbe succedere”, ha commentato poco dopo CP3. “Purtroppo però non possiamo tornare indietro e cambiare le cose.”
Anche Cam Johnson, finalista per il premio di sesto uomo dell’anno, si è dimostrato consapevole delle brutta prestazione della squadra dal punto di vista dell’effort e dell’intensità:
“Abbiamo fatto sentire i Pelicans troppo a loro agio. Dobbiamo farci sentire maggiormente, soprattutto su Brandon Ingram.”
– Cam Johnson
Proprio BI è stato il protagonista assoluto della notte, con 37 punti, 11 rimbalzi e 9 assist, vincendo anche il duello contro Mikal Bridges, secondo nelle votazioni per il DPOY dietro a Marcus Smart.
“Il problema è la difesa, è lì che dobbiamo migliorare.”
– Mikal Bridges
Per riprendere in mano la serie, i Suns devono vincere Gara 3, e ne sono consapevoli. La squadra non ha mai avuto crolli durante le stagione, nonostante le tante assenze in alcuni periodi.
Ora, senza D-Book e con una serie che si sposta a New Orleans sull’1-1, è il momento in cui Chris Paul e compagni dovranno confermare la solidità dimostrata in Regular Season.