
“Scioccante” è l’unico aggettivo per descrivere il licenziamento di coach Taylor Jenkins da parte dei Memphis Grizzlies, avvenuto a una decina partite dalla fine della stagione 2024/25. Soprattutto considerando che la squadra in quel momento aveva un record di 44 vittorie e 29 sconfitte, valido per il 4° posto nella Western Conference, e che l’head coach ha sempre centrato i Playoffs con buoni record nelle ultime tre stagioni in cui la squadra è stata sana:
- 2020/21: 38-34 record, 52.8 win% – fuori 4-1 al primo turno
- 2021/22: 56-26 record, 68.3 win% – fuori 4-2 al secondo turno
- 2022/23: 51-31 record, 62.2 win% – fuori 4-2 al primo turno
Nelle stagioni sopracitate, la squadra ha sempre avuto un defensive rating nei pressi della top-5 NBA, con un rendimento positivo anche nell’altra metà campo. Fino all’infortunio di Ja Morant nei Playoffs 2022, inoltre, la squadra ha tenuto testa ai Golden State Warriors poi campioni NBA. La scorsa stagione, a causa degli infortuni di mezza squadra, è stata un passo indietro, sì, ma subito smascherato con un record vincente nell’annata corrente. Per queste ragioni, un alone di mistero ha circondato la vicenda.
Subito sono partite mille speculazioni, dalla perdita dello spogliatoio all’influenza di Ja Morant, e i media NBA hanno brancolato nel buio senza fornire una risposta coerente. Dall’ultimo articolo uscito su ESPN, una ricostruzione organica dei fatto ha portato a riconoscere più fattori.
Nuovi e vecchi assistenti
Una questione chiave è quella della firma di due nuovi assistenti allenatori, Tuomas Iisalo e Noah LaRoche. Il primo, attualmente capo allenatore ad interim, ha guidato nella passata stagione Paris Basketball alla vittoria finale in EuroCup, ed è arrivato un paio di mesi dopo la scelta di LaRoche – prima consulente ai San Antonio Spurs – a maggio 2024. Già qui, secondo ESPN, c’è stata mancanza di chiarezza.
Prima LaRoche è stato assunto con l’idea di avere un ruolo centrale da assistente, poi è arrivato Iisalo, pagando entrambi con un inusuale stipendio a sette cifre. Inoltre, i due sono stati presi senza avvisare coach Taylor Jenkins o fissare un incontro fra gli allenatori. E soprattutto i Grizzlies hanno deciso di licenziare cinque degli assistenti fidati che hanno accompagnato l’head coach durante le sue (quasi) sei stagioni a Memphis: Brad Jones, Blake Ahearn, Scoonie Penn, Vitaly Potapenko e Sonia Raman.
Jenkins ha deciso di appoggiare la decisione del General Manager Zach Kleiman, ma una fonte della testata rivela come il capo allenatore “non avrebbe dovuto permetterlo”. In poche parole, facendo uno spoiler, la dirigenza aveva già in mente di licenziare il capo allenatore, e questo era solo un presagio – o, chissà, un tentativo di spingerlo a forzare la decisione, qualora avesse protestato per la cacciata degli assistenti. Ma queste sono solo speculazioni, perché Jenkins ha deciso di comportarsi da perfetto professionista, invitando gli allora colleghi uno ad uno a casa sua e comunicando loro la notizia di persona.
Secondo ESPN, la decisione era dovuta alla necessità da parte della dirigenza di lasciare pieno potere ai nuovi assistenti, entrambi specializzati nella produzione offensiva – come testimonia il passaggio al 6° offensive rating – tramite concetti “rivoluzionari”. Una rivoluzione, però, che non ha colpito solo il campo, ma anche l’ambiente esterno, scioccando gli assistenti:
“È stato uno shock totale, perché avevamo già fatto le nostre riunioni di uscita e ci stavamo preparando per l’estate. Eravamo tutti partiti per qualche settimana e siamo tornati per ricominciare a lavorare. Taylor ci è rimasto malissimo. Ma a quanto pare hanno deciso di andare in un’altra direzione.”
– ex assistente anonimo
Per queste ragioni, una fonte di ESPN vicina all’ambiente Grizzlies ha rivelato che la dirigenza ormai fosse completamente concentrata su questa nuova direzione. Una situazione capita, ovviamente, dai giocatori:
“I giocatori non sono stupidi. Sanno dove si va a parare quando si licenziano cinque assistenti dopo la stagione.”
– fonte anonima di ESPN
Licenziare gli assistenti e lasciare in mano l’intera direzione dell’attacco a Iisalo e LaRoche ha fatto intendere che sarebbe arrivata una perdita progressiva di potere decisionale da parte di coach Taylor Jenkins, la cui autorità allo stesso tempo è piano piano diminuita agli occhi dei propri giocatori. Una “perdita dello spogliatoio”, per usare l’espressione gergale, provocata dalla dirigenza ormai completamente concentrata nella nuova gestione da parte di Iisalo – dato che anche LaRoche è stato licenziato, assieme all’ennesimo assistente di Jenkins, Patrick St. Andrews.
Il malcontento di Ja Morant
Grossa parte della rivoluzione offensiva promossa da LaRoche consiste nell’uso quasi inesistente del pick&roll, playtype nel quale i Grizzlies sono ultimissimi nella Lega per frequenza. Stile che si sposa male con quello di Ja Morant, per il quale il pick&roll da portatore consisteva in quasi il 50% del suo gioco offensivo nelle precedenti stagioni. In questa, è sceso al 26%, e non a caso la sua produzione è la più bassa dal suo anno da sophomore, così come la sua efficienza – 55.7 di True Shooting%, quasi il 2% sotto la media della Lega. Per rendere l’idea di quanto non convenzionale sia stato sin qui l’attacco di Memphis, prendiamo da ESPN i numeri di Second Spectrum – non accessibili, se non nella poco accurata versione gratuita di NBA.com, ai comuni mortali:
I Grizzlies hanno piazzato il minor numero di blocchi sulla palla della lega con un ampio margine: 40.4 a partita, quasi 10 in meno di qualsiasi altra squadra, secondo i dati di Second Spectrum. I Grizzlies hanno eseguito un totale di 49.8 blocchi sulla palla e consegnati a partita, il numero più basso da quando è iniziato il monitoraggio nella stagione 2013-2014.
Secondo le fonti della testata, questa rivoluzione non è stata accolta troppo bene a lungo andare da Morant, il quale avrebbe reso noto il suo malumore non solo pubblicamente, ma anche privatamente, al punto che si è iniziato a parlare di una sua potenziale partenza.
Così, coach Jenkins ha provato a mettere una toppa, riportando a 59.8 a partita il numero di blocchi sulla palla/consegnati nel mese di marzo – sempre citando ESPN – fino a delle esplosioni realizzative della propria point guard, come gli 11 punti di fila nel clutch time contro i Phoenix Suns o il nono “quarantello” in carriera contro Cleveland, nonostante la sconfitta:
Ma le sconfitte si sono accumulate nonostante “il vecchio Ja”, che non si sentiva così da un po’, come ha dichiarato lo stesso giocatore dopo la vittoria contro Phoenix di inizio marzo, e così si è arrivati alla rottura con Jenkins. Secondo ESPN, dettata – ancora una volta – dalla “perdita dello spogliatoio” da parte dell’allenatore capo, in particolare del rapporto con Morant – nonostante Taylor Rooks di TNT abbia riportato che la stella non sia stata coinvolta nella decisione, arrivata con sorpresa della squadra.
Priorità assoluta, dunque, ai giocatori chiave, come Ja Morant, che il GM Zach Kleiman intende confermare, ma anche Jaren Jackson Jr. e Santi Aldama, che dovrebbero essere estesi in estate, secondo le ultime da ESPN. Ma priorità anche alla nuova guida tecnica, che Iisalo faccia da head coach o da capo assistente, che il senno di poi ha rivelato essere stata promossa ormai già a inizio anno, con buona pace degli assistenti prima, di Taylor Jenkins poi.