Questo contenuto è tratto da un articolo di Divij Kulkarni per Fadeaway World, tradotto in italiano da Davide Corna per Around the Game.



J.R. Smith ha giocato in NBA per quasi 16 anni, in una carriera lunga e degna di nota. È stato un role player per gran parte dei suoi anni nella Lega, ma anche un titolare dei Cleveland Cavaliers nella stagione in cui hanno vinto un titolo. A inizio carriera ha giocato quasi esclusivamente in squadre con record perdenti: Hornets e Knicks erano ben lontani dalle posizioni di alta classifica, durante la sua permanenza. E così, è quando si è unito ai Cavaliers e a Lebron James che la sua mentalità è cambiata.

Parlando con J.J. Redick, J.R. ha raccontato come sia successo:

“Nei miei primi 10 anni in NBA, giocavo in squadre che non avevano veri obiettivi. Tranne nel 2009 [ai Nuggets], quando abbiamo affrontato i Lakers in finale di Conference, e una buona stagione con i Knicks. Per il resto, per la prima metà della carriera, la situazione era del tipo ‘Ok, perderemo comunque, quindi posso anche prendermela con calma’.”

“Una volta arrivato a Cleveland, il mio modo di pensare diventò ‘Oh no, non inizierò ad allenarmi alle 11. Sarò qui alle 8 a preparami. Farò pesi, mangerò bene, imparerò da LeBron’. Pensavo ‘è così che possiamo vincere’. La mia mentalità cambiò completamente. Fu una questione di prendersi le proprie responsabilità.”

È risaputo che in NBA ci sia una grossa distanza fra una cultura vincente e una perdente, e non si tratta sempre di un cambio di modalità facile da effettuare. È anche la ragione per cui alcuni giocatori si esaltano in alcune situazioni, ma hanno difficoltà in altre. J.R. Smith ci è riuscito, si è adattato velocemente e ha aiutato i Cavs a vincere un titolo nel 2016.

Nonostante sia ormai ricordato soprattutto per l’errore commesso alle NBA Finals del 2018, fu fondamentale nella vittoria del titolo nel 2016. Titolare in tutte le 21 gare dei Playoffs, tenne una media di oltre 11 punti, assieme a 3 rimbalzi a partita e un fenomenale 43% nel tiro da tre.

È stato un giocatore solido per gran parte della carriera, ha vinto due titoli assieme a LeBron James, a Cleveland e ai Lakers (in ben altra versione), e il suo contributo non può essere negato. Non è facile adattarsi a nuovi ambienti e nuove aspettative, ma J.R. Smith ci è riuscito perfettamente ed è giusto che questo gli venga riconosciuto.