10. Le accuse a Jason Kidd
Kidd è una leggenda dell’NBA e un membro della Hall of Fame, tuttavia la sua immagine è stata indelebilmente macchiata da questa faccenda. Nel 2001, mentre giocava per i Suns, Jason fu arrestato e si dichiarò colpevole di violenza domestica per aver aggredito sua moglie Joumana (l’episodio bastò a Phoenix per liberarsi del 10 volte All-Star e 5 volte All-Defensive).
Dichiarandosi colpevole, Jason Kidd dovette partecipare a un corso di gestione della rabbia per i successivi sei mesi. Una volta terminato il periodo di terapia obbligatoria, Kidd decise di continuare il percorso volontariamente. Si credeva che lui e sua moglie si fossero completamente riconciliati.
Il 9 gennaio del 2007, però, Kidd chiese il divorzio, dichiarando di aver subito una “estrema crudeltà” durante la loro relazione. Alla polizia citò come ragioni del divorzio profonda gelosia e paranoia, oltre alla minaccia di “false accuse di abusi domestici”. Il 15 febbraio del 2007, Joumana Kidd presentò una domanda riconvenzionale di divorzio, affermando che la star NBA – tra gli innumerevoli episodi di abuso – “aveva rotto una sua costola e danneggiato il suo udito sbattendo la sua testa contro il cruscotto di un’auto”.
Joumana accusò Kidd anche di “aver avuto relazioni extraconiugali con: diverse reporter televisive; varie stripper in Arizona, a Sacramento, a Miami, a Dallas e a Indianapolis; una tifosa abbonata ai Nets; un’impiegata dei Nets; e una cheerleader a New Orleans”.
9. Il “duello armato” Arenas-Crittenton
Sebbene questo incidente possa essere visto come una stupida e pericolosa “bravata”, l’epilogo sarebbe potuto essere catastrofico. Il comportamento della stella Gilbert Arenas, oltre a mettere in cattiva luce l’NBA, gli costò soldi e partite. Il 10 dicembre 2009, quando giocava per i Wizards, Arenas portò con sè delle pistole all’interno de Verizon Center, infrangendo le regole dell’NBA e le leggi della città di Washington DC.
Una discussione tra Javaris Crittenton e JaVale McGee scaldò gli animi in spogliatoio dopo una partita di Washington, e a quanto pare Crittenton non gradì l’intervento di Arenas e arrivò a minacciarlo con una pistola. Alcuni giorni dopo, Arenas portò quattro pistole nello spogliatoio, accompagnate da un biglietto che diceva a Crittenton di sceglierne una da usare per mettere in atto le sue minacce. Crittenton rispose estraendo a sua volta la propria arma.
L’NBA indagò sulle dinamiche dell’accaduto e nel mentre sospese Arenas a tempo indeterminato per aver finto di sparare ai compagni di squadra durante le presentazioni dei giocatori prima di una partita (…). Alla fine, venne sospeso per il resto del campionato 2009/10, condannato a quattro anni di libertà vigilata e a 30 giorni di reclusione in un centro di reinserimento sociale per aver violato le leggi sul possesso di armi.
Crittenton, anch’egli sospeso per il resto della stagione, venne condannato a un anno di libertà vigilata per l’accusa di possesso illegale di armi, e da allora non ha mai più giocato in NBA. Crittenton sta attualmente scontando una condanna di 23 anni per omicidio volontario con uso di un’arma e aggressione aggravata con arma da fuoco.
8. Latrell Sprewell e lo strangolamento di PJ Carlesimo
Spree fu un giocatore “esplosivo” per tutta la sua carriera, ricca di incidenti controversi dentro e fuori dal campo. L’episodio più grave si verificò durante un allenamento dei Golden State Warriors l’1 dicembre del 1997, quando in seguito a un acceso diverbio strangolò coach PJ Carlesimo.
Tutto iniziò quando Carlesimo urlò a Sprewell di eseguire letture diversi in alcune situazioni. Sprewell rispose agressivamente a Carlesimo e gli disse di allontanarsi. Mentre Carlesimo si avvicinava, Sprewell passò alle minacce e poi gli mise le mani addosso. Lo trascinò a terra prendendolo per la gola e tenne le sue mani sulla gola dell’allenatore per 10-15 secondi, prima che gli altri giocatori lo portassero via. Dopo circa 20 minuti tornò sul campo e tirò un pugno a Carlesimo, colpendolo di striscio prima di essere portato via un’altra volta. Spree fu sospeso per il resto della stagione, perdendo un totale di 68 partite.
7. Jayson Williams, un problema dopo l’altro
Williams fu un eccellente difensore e rimbalzista durante tutti i suoi nove anni di carriera NBA. Sebbene l’episodio più grave si sia verificato quando si era già ritirato, la carriera di Williams è stata un continuo di episodi controversi. Nel suo libro Loose Balls, pubblicato nel 2001, ha raccontato nove diversi aneddoti collegati alla sua tendenza a “giocare con le armi”, inclusa la volta in cui per poco non colpì con un proiettile il giocatore di calcio Wayne Chrebet; oppure la volta in cui minacciò lo zio di Manute Bol con un’arma da fuoco (scarica).
Nel 1992, Jayson Williams venne accusato di aver rotto un boccale di birra sulla testa di un ragazzo in un saloon a Chicago, e due anni più tardi di aver sparato con un’arma semiautomatica nel parcheggio del Meadowlands Sports Complex. Tuttavia, non venne condannato in nessuno dei due casi.
Williams riportò una frattura alla gamba ad aprile 1999, dopo aver litigato con il compagno di squadra Stephon Marbury; rimase ai box per l’intero 1999/2000, e si ritirò ufficialmente il 28 giugno 2000. Meno di due anni dopo essersi ritirato, sparò accidentalmente all’autista di limousine 55enne Costas “Gus” Christofi nella sua villa di Alexandria Township, in New Jersey. Christofi era stato assunto per accompagnare un team di ex giocatori NBA da un evento di beneficenza a Bethlehem, in Pennsylvania, alla sua villa.
I membri della squadra di Williams erano presenti sulla scena. Secondo quanto riportato dal New York Post, Williams stava “giocando con un fucile da caccia mentre mostrava agli ospiti la sua casa, quando partì un colpo” che uccise Christofi.
Mentre la giuria si trovava in una situazione di stallo sull’accusa di omicidio colposo, Williams venne condannato per quattro capi d’accusa per aver tentato di insabbiare la sparatoria. In seguito si dichiarò colpevole di aggressione aggravata e alla fine scontò 18 mesi della condanna di cinque anni. A cui infine aggiunse otto mesi (dei 12 di carcere che dovevano essere) a Rikers, per guida in stato di ebbrezza.
6. Malice at the Palace
La peggiore (e tristemente celebre) rissa che l’NBA abbia mai visto prese davvero una brutta piega quando un tifoso dei Pistons lanciò un bicchiere (pieno) colpendo Ron Artest, giocatore dei Pacers.
Era il 19 novembre 2004, Indiana feceva visita a Detroit; fu un incontro molto fisico, la norma tra le due squadre in quel periodo. Le cose cominciarono a mettersi male tra le due squadre quando Artest commise un fallo da dietro su Ben Wallace che stava attaccando il ferro. Wallace contestò il duro fallo e si scagliò contro Artest, colpendolo al viso con due mani. Entrambe le panchine si svuotarono.
Una volta calmate le acque, un tifoso (idiota) dei Pistons, John Green, lanciò un bicchiere che colpì Artest mentre era seduto sul tavolo degli ufficiali di gara. Dopo essere stato colpito, Artest diventò una furia. Andò in tribuna a cercare il tifoso, ma si scagliò contro quello sbagliato, Michael Ryan. Anche altri tifosi e giocatori dei Pacers presero parte alla rissa sugli spalti.
Alla fine, cinque tifosi e cinque giocatori dei Pacers vennero incriminati penalmente. Ron Artest, Stephen Jackson, Jermaine O’Neal, David Harrison e Anthony Johnson vennero puniti con un anno di libertà vigilata, lavori socialmente utili, una multa e un corso di gestione della rabbia. Artest venne sospeso per il resto della stagione (86 partite, di cui 13 in post-season), mentre Jackson (30 partite), O’Neal (15) e Johnson non poterono giocare per diverse partite. Reggie Miller, Chauncey Billups, Derrick Coleman e Elden Campbell vennero sospesi per una gara.
Quattro dei tifosi accusati, tra cui il fratello di Ben Wallace (David), ricevettero le stesse condanne dei giocatori dei Pacers. Nel frattempo, Green, accusato di aver provocato l’incidente, fu condannato a 30 giorni di carcere per aggressione e percosse ad Artest. Inoltre, a Green è vietato a vita di assistere alle partite in casa dei Pistons.